Destini di sangue. Un’indagine dell’Ispettore Sangermano
- Autore: Marco Di Tillo
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2013
Destini di sangue è il primo romanzo di Marco Di Tillo, edito da Arkadia, dove appare l’Ispettore romano Marcello Sangermano, laico consacrato dal fiuto infallibile e dal cuore d’oro, con la dedica “A mio padre”.
“Il palazzo dove si era consumato il delitto risaliva ai primi anni del Novecento con il portone di legno massiccio e la tipica aria decadente dell’edificio borghese che aveva conosciuto tempi migliori”.
La vittima, Giuseppe Ciocci, 74 anni appena compiuti, era il titolare della Farmacia Ciocci di piazzale Flaminio nella quale lavorava insieme al figlio Giovanni. L’ispettore Marcello Sangermano, appena giunto sul luogo del barbaro omicidio, in via Flaminia 56, aveva iniziato a ispezionare lo studio ben ordinato con una raffinata libreria in rovere, dove era stato rinvenuto il cadavere. Il sangue era praticamente ovunque, perfino sulle tende e sui vetri delle finestre, la cosa non stupiva, perché il corpo di Marcello Ciocci era stato decapitato e le mani mozzate. Tutto si trovava accanto ai piedi del corpo steso sopra un grande tappeto persiano, che in origine doveva essere stato di un altro colore rispetto al rosso scuro che aveva assunto dopo essersi imbevuto di sangue. L’autore di questa efferatezza doveva essere stato sicuramente un pazzo sadico, erano questi i pensieri di Sangermano, appartenente all’unità operativa per i crimini seriali della polizia, Uocs, coadiuvato dalla vice-ispettrice psicologa Silvia Fedele, dal capo del reparto scientifico Sandro Gizzi e dal vice-ispettore Gigi Placidi. Ecco fino a dove si poteva spingere la ferocia umana. Sicuramente c’era un collegamento con un precedente omicidio avvenuto alcuni mesi prima a Chiusi. All’anziano Orlando Perrotta era stata decapitata la testa e tagliata la lingua. Si trattava senza dubbio di due omicidi non solo molto simili e avvenuti a distanza di tre mesi l’uno dall’altro, ma probabilmente compiuti dalla stessa mano.
“Per delineare la complessa personalità di Sangermano ho tratto ispirazione da me stesso, soprattutto, visto che lui mi somiglia un po’, anche se io non faccio il poliziotto e non sono laico-consacrato, già che sono sposato e ho tre figli. Però anch’io ho scoperto la fede molto tardi e oggi sono attivo presso la Comunità di Sant’Egidio nell’aiuto ai senza tetto. Nel mio quartiere poi c’è un laico consacrato molto simpatico che conosco bene e al quale, in parte, mi sono anche ispirato un po’. Il parroco don Pietro, grande amico di Sangermano, assomiglia molto, anzi direi moltissimo, al parroco del mio quartiere. Diciamo che anche la mia laurea in Psicologia, mai utilizzata per mestiere, in qualche modo è servita, soprattutto in alcuni sviluppi particolari del personaggio e anche degli altri protagonisti della storia.”
Ci ha rivelato Di Tillo, autore e regista televisivo.
Un personaggio letterario originale e anomalo quello di Sangermano che vive in un piccolo appartamento situato al piano di sopra di una parrocchia della Balduina, quartiere ricco e borghese dell’Urbe “dove ci sono ancora troppe persone lontane da Dio”. È per questo motivo che Sangermano si prende cura del reinserimento nella società dei giovani ex tossicodipendenti.
“Ho sempre scritto, fin da ragazzino. E forse la cosa che mi è sempre riuscita più facile e, via via, sono sceso in campo in generi di scrittura completamente diversi. Sono passato dai testi per fumetti agli sceneggiati radiofonici, scritti insieme a Serena Dandini. E poi ancora ai testi per programmi televisivi. Ho trascorso anni alla tv dei ragazzi di Rai Uno, dove ho fatto debuttare un giovanissimo Piero Chiambretti e scritto favole per il famoso Topo Gigio. E poi ancora varietà, talk show, quiz. Fino ai romanzi d’avventura per ragazzi e infine, oggi, ai gialli con l’ispettore Sangermano. Non riuscirei a vivere senza scrivere. Lo faccio per me stesso, soprattutto”.
Dopo aver letto le pagine di un romanzo scritto con ironia e disincanto tutto romano, gli domandiamo se ci possa essere la possibilità che le indagini di Sangermano diventino una serie televisiva e così ci ha replicato.
“Abbiamo già provato alla Lux, la casa di produzione che produce tra l’altro la serie di don Matteo, con Terence Hill. All’inizio erano molto interessati al personaggio, gli sembrava consono al loro tipo di storie. Ma, quando hanno letto i libri, si sono impressionati per i serial killer e per tutto quel sangue, da loro assolutamente non previsto. Tenteremo ancora, da qualche altra parte, anche se non è un mondo facile da conquistare”.
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