Confessioni ultime di Mauro Corona

Il barbuto uomo da boschi e da montagna, con quest’ultima fatica editoriale, parte a ruota libera confessandosi in pubblico, dicendo tutto ciò che pensa sul suo modo di intendere la vita.
Lo scrittore ertano, si sa, non è uno di tanti giri di parole e quando parla lo fa sempre in modo chiaro e frontale. Ecco allora offrirci un autoritratto, una summa alla buona del Corona pensiero su un largo ventaglio di argomenti: attualità, politica, società, solidarietà, natura - suo cavallo di battaglia -, libertà, amore, amicizia, malattia, morte, fede e tanto altro ancora.

Non mancano - ovvio - neppure gli accenni al disastro Vajont del 1963, un viaggio nostalgico indietro con la memoria alla minuscola Erto: i ricordi della sua gente, delle tradizioni, di quei sapori ormai cancellati dal tempo.
Su queste pagine intime il nostro autore in bandana non lesina spunti di coraggiosa e umile autocritica sulle proprie debolezze, dichiarando all’universo mondo, con onestà intellettuale, gli errori commessi.

Confessioni ultime (Chiarelettere, 2013) è lo specchio fedele della personalità di Mauro Corona: tra le righe emergono infatti l’anima più genuina e l’essenza dell’uomo, un’altra occasione per apprezzare - specialmente per chi non lo conosca ancora - questo versatile artista, bravo ad usare la penna e lo scalpello, i moschettoni e l’accetta.

Il libro, però, in alcuni passaggi appare a volte scontato, dà la sensazione di essere un po’ troppo pensato a tavolino e poco scritto di getto.
Interessante il film allegato in dvd - una mezz’oretta tutta da vedere -, girato da Giorgio Formoni nella suggestiva Erto Vecchia: Corona ci guida tra le case abbandonate o diroccate, le stradine, il laboratorio dove crea le sue pregevoli raffigurazioni lignee, i luoghi di una vita passata tra foreste, pareti rocciose, arrampicate, amici, sbronze, risse, amori, drammi personali e tragedie collettive come quella di mezzo secolo fa.

Confessioni, dunque, è una sorta di nuovo abito con un taglio in parte già visto, spezzoni ripresi da precedenti titoli, temi ripetuti. Mauro Corona, comunque, si legge sempre bene: non annoia mai, va al cuore degli argomenti in modo netto e sincero, apertis verbis. Scrive come mangia - e beve -, magari fa un po’ il personaggio, ma dice spesso ciò che molti pensano soltanto: forse è questo il segreto del suo successo.