Allah, San Gennaro e i tre kamikaze
- Autore: Pino Imperatore
- Genere: Libri da ridere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2017
La capacità di ridere delle nostre più grandi paure è un grandissimo pregio, un’ancora di salvezza nell’angosciante quotidianità della nostra vita, a rischio di apparire sguaiati, incoscienti o addirittura blasfemi a quei benpensanti, seri, preoccupati e vagamente iettatori, che profetizzano disgrazie a profusione per la razza umana e non riescono, oramai, a muovere un passo per paura di una catastrofe. In questo hanno molta incidenza i media che badano bene a cavalcare la tigre, amplificando ogni notizia negativa e moltiplicandone per dieci la pur inconfutabile tragicità. Certo, sarebbe assurdo anche voler sminuire un problema reale e tangibile come quello del terrorismo di matrice estremista islamica ma non è peccato cercare di affrontarlo da un altro punto di vista, come solo i napoletani sanno fare.
Ecco: che cosa succederebbe se il prossimo obiettivo di un attentato fosse proprio una città splendida, viva, romantica ma estremamente problematica come Napoli? La spensieratezza e la sottile incoscienza dei napoletani offrirebbero il petto ai terroristi, oppure creerebbero una miriade di piccoli problemi, davanti ai quali tre persone estranee alla città risulterebbero del tutto impreparate? Si può preparare un attentato fra scioperi, tifosi violenti e gabbiani aggressivi, mentre la città si affida totalmente alla protezione di San Gennaro?
Questo è lo scenario che immagina “Allah, San Gennaro e i tre kamikaze” di Pino Imperatore, un libro semplice e dolceamaro, una favola noir moderna nella quale l’amore per la vita si oppone strenuamente alla rabbia e al terrore. Un romanzo talmente intriso di allegria e attenzione per il prossimo da fornire, già nella descrizione iniziale dei tre terroristi, un motivo, per quanto schematico e certamente non giustificabile, della loro triste e radicale scelta.
Si tratta di tre ragazzi dai caratteri diversi ma tutti classificati come “rompiscatole” dal Macellaio, il loro capo. Feisal è un vero imbranato, con un animo in fondo gentile, che si lascia sedurre dalle bellezze della vita. Amira è una ragazza ferita, dura e ribelle, che, oltre al proprio terribile passato, deve anche riscattare il suo essere donna. Samir è il più agguerrito e convinto dei tre, ma è anche lui ben lontano dall’addestrato guerriero che dovrebbe essere. Il Macellaio li spedisce a Napoli un po’ per liberarsi di loro, un po’ perché un attentato in una città così fuori dai giochi sarebbe una vera, terribile sorpresa per il mondo. Ma già Napoli sta preparando le sue armi di difesa: il sole, il mare, l’amore, il sesso, il cibo, la religione, la debordante vivacità dei suoi abitanti. Così i tre, all’insaputa l’uno degli altri, iniziano ad assumere comportamenti anomali: Feisal colleziona santini e si lascia affascinare da San Gennaro, Amira conosce i primi turbamenti d’amore, Samir si districa fra insolazioni e incontri con la procace professionista che anche Feisal frequenta volentieri. Il resto lo fanno borseggiatori, scioperi, tifosi violenti, gabbiani inferociti ed estranei mai pronti a farsi gli affari propri. Quando arriverà il giorno dell’attentato, saranno pronti i tre kamikaze?
Non si ride a crepapelle, ma si sorride molto, di speranza. Pino Imperatore dipinge una Napoli allegra e colorata, prendendo a pretesto le scorribande dei tre per descriverne arte, paesaggi e abitudini, con una prosa tranquilla e lineare, ma accattivante. I suoni, i rumori, i colori della città e della sua gente si sentono tutti, in “Allah, San Gennaro e i tre kamikaze”. Chissà che davvero una risata di gioia non riesca a sopraffare l’odio.
Allah, san Gennaro e i tre kamikaze
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