

A letto nel Medioevo. Come e con chi
- Autore: Chiara Frugoni
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: il Mulino
- Anno di pubblicazione: 2022
Estremo, postumo lascito del gran lavoro di una vita dedicata agli studi medievali quello che Chiara Frugoni ha consegnato all’editore il Mulino e ora a disposizione dei lettori, A letto nel Medioevo. Come e con chi (Il Mulino, 2022), è intanto un volume piacevole da sfogliare, ricco di illustrazioni; anzi in gran parte proprio costruito su illustrazioni e prestiti di documenti letterari noti e meno noti.
Siano miniature o dipinti, le immagini testimoniano non solo la centralità del letto nella vita medievale ma anche la versatilità delle sue valenze, sebbene e perlopiù costrette da un’incombenza inevitabile: il freddo.
Ora che, per le note ragioni, siamo preoccupatissimi all’idea di trascorrere un inverno gelido, potremmo sentirci più vicini ai milioni di esseri umani che nei cosiddetti (ma non dall’autrice) “secoli bui” con la ferocia del freddo combattevano quotidianamente.
Il freddo – sembra suggerire l’autrice, Chiara Frugoni - era tale da essere quasi introiettato come una condizione irrimediabile, cui solo il letto poteva far fronte. Se ci si trovava nella stessa camera in cui era acceso un camino, la probabilità che lì dentro accadesse di tutto poteva essere molto alta. A parte gli usi più ovvi, su o intorno al letto si poteva discutere di affari, si potevano incontrare estranei alla famiglia, si poteva persino mangiare. Che fosse il letto di 40 metri quadri di Carlo V o le strutture spartane dei monaci o i letti stipati in cassapanche dei più poveri, il centro della casalinga quotidianità restava il letto.
Si racconta che Carlo VI vi restasse sbracato per ore ad ascoltare i suoi consiglieri – quando si dice la “sprezzatura”. Di giorno, beninteso - la notte, essendo forte la paura degli incendi, il camino veniva spento e si tornava agli usi più ovvi, di cui sopra.
Il lavoratore, il viandante, insomma “l’omino che di giorno andava a guadagnare il pane per la famiglia” si aspettava al ritorno che la moglie gli apprestasse “morbide pellicce e il berretto che ripara il capo dal gelo della camera”. Dormire, i più lo facevano nudi per tenere lontani pulci e altre piccole bestiacce fastidiose, e come specifica Chiara Frugoni:
Di solito nel Medioevo si dormiva semiseduti per la presenza di numerosi cuscini.
Poi c’è il capitolo della seduzione: per fortuna, almeno in parte essa non ha bisogno del consenso di uno “status sociale”, così qualsiasi letto anche nel Medioevo poteva ospitare intrighi e maneggi amorosi – non casualmente Frugoni ricorre alle novelle del Decameron, in cui, com’è noto, fra i protagonisti non mancano abati infoiati fra le gelide mura dei conventi.
I letti medievali sono spesso condivisi, non solo da inattese piccole moltitudini o negli ospedali e nelle locande; stare ammassati tutti insieme per la servitù è regola (peraltro basterebbe risalire alle case contadine o sottoproletarie di alcuni decenni fa).
Condivisione che può essere un supplizio o un godimento promiscuo – non possono granché i ripetuti anatemi della Chiesa. Anzi, può capitare che tre povere donne costrette a dormire in tre nello stesso “letticciolo” e a ospitare una notte un sedicente apostolo sperduto, si facciano convincere a trasformare l’angustia in diletto.
Nei letti di questo libro coloratissimo non mancano neppure presenze fantasmatiche: come lo scultore Pigmalione si lavora il suo blocco di marmo allo scopo di trasformarlo in un’attraente fanciulla con quel che ne consegue (vedi Roman de la rose, Ndr); e il demonio spesso si preoccupa di non lasciare sole le donne trascurate dai mariti (ancora il Decameron, del resto si capisce).
In fondo non era poi così buio, questo Medioevo.

A letto nel Medioevo. Come e con chi
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