Eugenio Montale è sicuramente uno degli autori che maggiormente si studiano a scuola ed è un celebre esponente della corrente letteraria dell’Ermetismo. Vincitore del Premio Nobel per la letteratura nel 1975, Montale ha avuto un’influenza decisiva sulla scrittura italiana del Novecento.
Diamo uno sguardo alle sue più belle poesie e a quelle opere di Montale che non potrebbero mai essere trascurate in ambito scolastico.
Prima di fare la lista delle più importanti poesie di Montale parliamo brevemente della sua vita e del suo percorso. Eugenio Montale proviene da una famiglia borghese ed è l’ultimo di cinque figli; Montale sviluppa nel corso della sua infanzia alcuni problemi di salute e la passione per la letteratura lo accompagna anche quando affronta gli studi tecnici. Tanta era la passione che Montale frequentava le lezioni private erogate alla sorella Marianna, iscritta alla facoltà di Lettere e Filosofia.
Il Montale poeta, quindi, si istruisce come autodidatta ponendo le basi della sua poesia dedicata, nei primi anni, alle donne della sua famiglia e alla natura. Gli sviluppi seguenti, compreso il fatto che vivrà la guerra come molti altri suoi contemporanei, gli sono valsi il merito di essere uno degli autori più importanti del Novecento italiano.
Eugenio Montale: le sue poesie e opere più belle e più importanti
Ecco le poesie e le opere più belle di Eugenio Montale:
- “Spesso il male di vivere ho incontrato”, 1925: probabilmente il più famoso componimento di Eugenio Montale, questa poesia fa parte dell’omonima sezione della raccolta Ossi di Seppia. I temi cardine di quest’opera sono la concezione della vita e la concezione della poesia di questo autore. Cos’è la vita per Montale? Solo un susseguirsi di dolori che la poesia può solamente raccontare, senza potervi porre alcun rimedio. Il linguaggio è essenziale e scarno, come a segnalare che una soluzione definitiva al male di vivere semplicemente non esiste;
- “Meriggiare pallido e assorto”, 1925: anche questa poesia di Eugenio Montale è molto famosa e bella poiché pregna di significato. L’ambientazione qui non fa altro che rappresentare la desolazione dell’esistenza umana, che passa solitaria e piena di confini invalicabili rappresentati dai muri e dagli orti. L’uomo è solo di fronte al “meriggio” e non prova alcuna sensazione piacevole, solo inquietudine di fronte alla consapevolezza dell’isolamento che è costretto a vivere; il muro altro non è che la concretizzazione della consapevolezza che l’uomo non può andare più in là di così;
- Satura, 1976: questo volume è una raccolta delle /Satura-Eugenio-Montale.html che Montale ha scritto tra il 1962 e il 1970. Questa raccolta si divide in due parti, /Satura-Eugenio-Montale.html (colloqui brevi e brevissimi di Montale con la moglie) e /Satura-Eugenio-Montale.html (pensieri del poeta su vari argomenti, dalla religione alle rime, dal realismo alla natura);
- “Ho sceso dandoti il braccio”, 1971: questa poesia fa parte di Satura, una delle ultime raccolte poetiche di Eugenio Montale. In quest’opera Eugenio Montale rievoca in maniera commossa e affettuosa la moglie morta in uno stile che lo rappresenta perfettamente: semplice e che pone il focus sulle vicende concrete della vita, legato ai due temi fondamentali dell’amore per la donna amata e della morte. La colloquialità in questa poesia è immediata, il tono dimesso e a tratti ironico, atto a mascherare un dolore che non può essere tanto facilmente espresso a parole.
- L’agave sullo scoglio, 1925: componimento che fa parte della raccolta Ossi di seppia, nella sezione Meriggi e Ombre. La sezione specifica in cui troviamo questa poesia è quella in cui Montale inserisce tutte le poesie che più si legano alla sua vita privata. In questi versi il poeta si paragona all’agave, una pianta grassa aggrappata sugli scogli che raramente fiorisce.
leggi anche
Tutti i libri di Eugenio Montale
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Le poesie più belle di Eugenio Montale
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo Poesia Storia della letteratura Eugenio Montale
Lascia il tuo commento