Il mistero della gazza ladra
- Autore: Emilio Martini
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Corbaccio
- Anno di pubblicazione: 2016
Una donna uccisa, su cui indagare, anche se non è la sua. Un’altra di cui è innamorato, Marzia, ma è molto sposata, seppure infelicemente. E una ex, Patty, che di essere solo un ricordo proprio non ne vuole sapere. Quante distrazioni femminili per Gigi Berté. Esiliato da Milano sul Tigullio, il commissario torna in azione e investigazione da maggio 2016 in un nuovo giallo, “Il mistero della gazza ladra” (Corbaccio, 2016, collana i Narratori, pp. 232, 12,00 euro), sempre a firma di Emilio Martini.
Bertè, Martini, come le sorelle contanti Loredana e Mia: questo Emilio M. non la conta giusta. Infatti, solo per dare le dovute spiegazioni ci sarebbe da consumare quasi l’intera recensione. Ma tant’è, quello che va fatto, va fatto: si compiano le presentazioni.
Innanzitutto, non si può nascondere a quei lettori che non dovessero esserne a conoscenza, che il commissario dei romanzi di questa serie è un funzionario di Polizia in carne ed ossa, certo con un’identità diversa, altro nome e cognome e più lontana sede di servizio. Il protagonista è vero, quindi. Bertè è il suo pseudonimo.
Chi risulta fittizio, invece, al di là di ogni apparenza, è l’autore: non è affatto il Martini scritto in alto sulla copertina. In realtà sono due e pure donne, le sorelle Elena e Michela, una bionda l’altra mora e comunque molto più giovani di quello che si potrebbe immaginare, dato che quando si pensa a una coppia di scrittrici chissà perchè ci si figura delle anziane e candide signore, per di più zitelle, pardòn: nubili. Niente di tutto questo per le Martignoni, che tengono a far sapere di conoscere bene l’autentico vicequestore aggiunto che ha ispirato le avventure di Bertè, oltre alla circostanza indicativa di risultare milanesi all’anagrafe e di amare la Liguria.
Il Gigi di Stato ha animato diversi romanzi precedenti delle sorelle ed altri sono dedicati a soggetti storici o gialli, considerata la passione smodata di entrambe per i Borgia e gli intrighi passionali, ad esempio.
Quanto al commissario, ecco la sua scheda o profilo o identikit che si voglia, generosamente offerti da Corbaccio-Martini-Martignoni in quarta di copertina. Soprannome: Aroldo Bellachiome.
Altezza: da vichingo. Lineamenti: da calabrese.
Domicilio attuale: pensione Aurora a Lungariva, costa ligure.
Debolezza: la Marzia. Ex debolezza: la Patty.
Incapacità: scegliere regali alle donne e consolare la gente.
Allergie: siepi tagliate dritte, colleghi perfettini.
Altro particolare: la caratteristica coda di cavallo brizzolata che gli sobbalza sulle spalle, mentre misura a passi nervosi la banchina del porto, in avvio del romanzo. Un editore ha appena demolito il racconto “Farfalla nera”, scritto da Bertè e a sua totale insaputa inviato da Marzia in lettura pro pubblicazione. Un tipo senza nessuna vivacità, questo Servello, un Nosferatu con gli occhi infossati e le mani da intellettuale. L’ira funesta di Gigi è tutta per la donna di cui è innamorato. La delusione lo ha fatto incazzare nero.
Da più di un anno lui e la signora Penza vivono una relazione profonda ma complicata. Lei gestisce la pensione dove lui alloggia ed è sposata con un capitano di lungo corso, comandante di navi cargo, spesso in giro per il mondo e soprattutto impotente. Matrimonio mai consumato, particolare che apre talune prospettive amorose, sia pure a intermittenza, dovendo scontare i ritorni del capitano di lungo corso. Intanto, a disturbare Ballachiome ci pensa la Patty, che lo tormenta per rimettersi insieme e ci si mette pure la nostalgia di Milano, da cui è stato deportato per un procedimento disciplinare, del tutto ingiusto, a suo dire.
Ogni giallo vuole il suo omicidio ed eccolo, pronto: Luciana Saturno, commercialista, testa spaccata nel proprio appartamento, bocca riempita di monete e tre tarocchi sul petto: Morte, Torre, Diavolo. Arma: un piede di porco, sporco di sangue.
C’è una donna a Lungariva, un’antiquaria che legge le carte a clienti che cercano numeri da giocare al lotto. Fa Torre, di cognome, guarda caso…
È solo la prima di tanti soggetti, nel romanzo e sulla scena del delitto, una quantità di personaggi intrecciati l’uno all’altro, che a metterli in fila sembrano i titoli di testa di uno sceneggiato. Enzo Carraro ex convivente della Saturno, l’autista di Luciana Fred Donadei, la sua convivente Roberta, Folco il fratello di Linda Torre, il pizzaiolo Sandrino, la signora Piccinelli moglie di un imprenditore, la domestica Irina Radu, col fidanzato Dimitri, l’impiegato comunale Angelino Barbagallo, il parroco Don Erminio.
E quante incognite in questa indagine difficile per Bertè e quante turbe sentimentali per il commissario coda di cavallo!
Il mistero della gazza ladra: Le indagini del commissario Berté
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