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Storia della letteratura

Addio a Patrizia Cavalli, poeta dalla “Vita meravigliosa”

Si è spenta nella giornata di oggi martedì 21 giugno, il solstizio d'estate, Patrizia Cavalli, una delle maggiori poetesse italiane contemporanee, che voleva essere chiamata “poeta”. Ricordiamo la sua vita e le sue opere.

Alice Figini
Alice Figini Pubblicato il 21-06-2022
Addio a Patrizia Cavalli, poeta dalla “Vita meravigliosa”

Tra le sue ultime raccolte c’era Vita meravigliosa , edita da Einaudi nel 2020 nella storica collezione di poesia denominata la “bianca” fondata nel 1964, un appassionato inno alla vita.
Patrizia Cavalli se n’è andata oggi 21 giugno 2022 proprio nel primo giorno d’estate, nell’equinozio, strappata alla sua “vita meravigliosa” da un male incurabile contro cui lottava da anni ad armi impari.

Una delle poesie della sua ultima raccolta significativamente recitava:

Ma prima di morire | forse potrò capire | la mia incerta e oscura condizione. || Forse per non morire | continuo a non capire | sicura in questa chiara confusione.

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Chissà se alla fine avrà capito Patrizia, svelato quel mistero inconoscibile e profondo delle cose che si annidava dentro ogni sua poesia scritta con un linguaggio limpido e chiaro. Ma il disegno finale è oscuro, in fondo questa è l’unica certezza della condizione umana che Patrizia Cavalli seppe trasfondere con precisione dall’individuale all’universale attraverso la scrittura.

La morte era un argomento ricorrente in Vita meravigliosa, forse proprio perché intesa come il diretto contraltare della vita e del suo splendore. La poesia, le parole intessute come in un filo da cucito, si opponevano come ultima forza all’oblio, alla solitudine totale.

Patrizia Cavalli se n’è andata oggi, anche se le sue parole non erano finite. Il suo appare come l’ultimo nome di una schiera di grandi poetesse e scrittrici della letteratura italiana novecentesca, come Amelia Rosselli e Elsa Morante.

Ricordiamo la vita e le opere della grande poetessa malinconica e appassionata della nostra letteratura.

Patrizia Cavalli: la vita

Patrizia Cavalli nacque a Todi, in Umbria, il 17 aprile 1947. Nella sua autobiografia si definisce come una bambina malinconica che scrive “versi incomprensibili”. Nella sua infanzia non sorrideva mai, raccontava, non c’era una sola foto in cui sorridesse. Scrisse la sua prima poesia per dedicarla a Kim Novak e, all’epoca ancora bambina, tenne il broncio per giorni perché i genitori non poterono consegnarla all’attrice.
La svolta nella sua vita avvenne grazie all’incontro con Elsa Morante, a Roma nel 1969. Patrizia Cavalli all’epoca era una giovane e squattrinata studentessa universitaria di filosofia. Morante invece viveva per conto suo in un appartamento in affitto vicino a Campo dei Fiori. Tra la futura poeta e la grande scrittrice iniziò una frequentazione assidua:

Con Elsa andavamo a mangiare insieme tutti i giorni, lei aveva trentacinque anni più di me ma si metteva sempre alla pari.

Solo dopo mesi di pranzi e passeggiate Patrizia Cavalli ebbe finalmente il coraggio di mostrare alla Morante un fascicoletto delle sue poesie. La scrittrice la richiamò e le disse:

“Patrizia, sono felice: sei una poeta.”

Quelle poesie furono edite da Einaudi nel 1974 nella raccolta intitolata Le mie poesie non cambieranno il mondo dedicata proprio a Elsa Morante. Patrizia disse che quel titolo conteneva una verità assoluta. Era la prima delle sette raccolte che avrebbe pubblicato.
Nel 1976 viene inserita nell’antologia Donne in poesia – Antologia della poesia femminile in Italia dal dopoguerra ad oggi, accanto ad autrici come Maria Luisa Spaziani, Amelia Rosselli e Anna Maria Ortese.

Per tutta la vita Patrizia Cavalli è una “poeta” - si badi, non voleva essere chiamata poetessa - ma si arrabatta tra mille lavori: è mercante d’arte, pokerista, scherzosamente raccontò di aver fatto persino la “mantenuta” grazie alla rendita di una sua amica americana.

Nel 2015 le fu diagnosticato un cancro contro il quale lottò sino alla fine. Non disse mai di non avere paura, anzi, la sua paura la rese visibile con la lucentezza nitida delle sue parole. Credeva nel potere delle parole, nella loro facoltà di soccorrere gli essere umani proprio come delle mani amiche.
Cavalli non si era mai servita di un linguaggio aulico, astratto, ispirato ma di una terminologia limpida, cristallina, pura. Restituiva alle parole la loro materialità di cose e dava alla leggerezza profondità.

Era una grande appassionata di teatro, amava dare alla letteratura una dimensione scenica. Sempre per Einaudi aveva tradotto Anfitrione di Molière, Otello e il Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare.

Nel 2019 aveva pubblicato il suo primo libro in prosa, una raccolta di racconti intitolata Con passi giapponesi (Einaudi, 2019), finalista nella cinquantottesima edizione del premio Campiello nel 2020.

L’anno seguente fu il turno di Vita meravigliosa, la sua ultima acclamata raccolta poetica. La sezione iniziale di “Vita meravigliosa” conteneva un poemetto dal titolo curioso Con Elsa in paradiso, dove l’aldilà è visto in modo ironico. Non è necessario dire che la Elsa in questione era, ancora una volta, Elsa Morante. In ricordo di Elsa, Patrizia Cavalli custodì la macchina da scrivere dell’autrice de La Storia che donò nel 2015 allo Spazio dedicato alla Morante alla Biblioteca Nazionale di Roma.

Chissà se si sono ritrovate finalmente, oggi, lassù.

Patrizia Cavalli: le opere

  • Le mie poesie non cambieranno il mondo, Einaudi, Torino, 1974
  • Il cielo, Einaudi, Torino, 1981
  • L’io singolare proprio mio, Einaudi, Torino, 1992
  • Poesie (1974-1992), Einaudi, Torino, 1992, raccolta che assomma le tre precedenti.
  • Sempre aperto teatro, Einaudi, Torino, 1999
  • La guardiana, nottetempo, Roma, 2005
  • Pigre divinità e pigra sorte, Einaudi, Torino, 2006.
  • Datura, Einaudi, Torino, 2013
  • Vita meravigliosa, Einaudi, Torino, 2020

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Con passi giapponesi
di Patrizia Cavalli

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