Venne alla spiaggia un assassino
- Autore: Elena Stancanelli
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: La nave di Teseo
- Anno di pubblicazione: 2019
“Venne alla spiaggia un assassino” (La nave di Teseo, 2019) è un diario di bordo, una testimonianza contro l’insignificanza del genere umano che non aiuta chi è nato nel posto sbagliato. Elena Stancanelli prende a cuore la tragedia massima che si consuma quotidianamente nelle acque del Mediterraneo, ovvero migliaia di persone che lasciano una miseria nerissima per avere più fortuna in Europa e in altri paesi. Secondo l’autrice, il governo Conte, con Salvini ministro anche dell’ordine pubblico, ha innescato una bomba ad orologeria con la decisione di chiudere i porti. Non che gli altri paesi europei si mostrino felici di accogliere migranti, anzi.
La cosa peggiore in Italia è che si annullano le gesta delle ONG con la derisione, accusando quelli che vanno per mare a salvare uomini e donne di essere degli anarchici senza arte né parte.
Delegittimare il lavoro delle barche che accolgono migranti è il primo passo per instillare ansia e insicurezza nei cittadini, che non vogliono più stranieri in patria.
Prima delle considerazioni economiche legate alla manodopera a basso prezzo rappresentata dai migranti, c’è l’umanità: la morte di donne e bambini è uno sfregio perenne alla nostra vita. Chi non ha mai salvato nessuno non è felice e vive nel bozzolo delle sue abitudini, aspettando il niente.
L’autrice, come altri giornalisti che si sono imbarcati, non è vista di buon occhio. Già presentarsi come una borghese che vota PD è un peccato mortale. Spesso gli italiani che lavorano nelle ONG non hanno interesse nel seguire qualsivoglia partito; fanno cenno a guerre, miseria, a bambini che non vanno a scuola e non hanno una minima assistenza sanitaria.
Ce lo siamo dimenticati, dicono Luca Casarini e altri skipper di sinistra radicale no global, perché il governo in carica nel 2019 è tra i più crudeli come legislazione sui porti, anche solo negli intenti di chiudere qualsiasi flusso migratorio.
Mentre il ministro Salvini vuole che le carrette della vergogna vadano verso le coste libiche, sostenendo che siano un porto sicuro, nel suo libro Elena Stancanelli ci racconta quello che succede in Libia, degli uomini torturati e le donne stuprate più e più volte. È tale il dolore che le donne si imbottiscono di fazzoletti per attutire i colpi. Molte portano avanti una gravidanza non voluta, nata dalla sopraffazione e dal dolore.
Dunque la Libia non è il posto migliore dove far scendere i migranti.
In questo diario di bordo importante, leggerete giorno per giorno la vita sulle navi, la noia e l’entusiasmo fusi insieme.
Nel breve periodo che sta in mare non ci sono salvataggi, ma la Stancanelli sa come gli altri che qualche carretta del mare si sta attrezzando per partire nel buio del Mediterraneo.
Scrive a mo’ di "epitaffio" conclusivo:
Gli uomini e le donne che salvano gli altri sono più belli, e anche più felici. Di me, ma anche di quasi tutte le persone che conosco.
Venne alla spiaggia un assassino
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Grazie di cuore per questa recensione! Libri come questo sono un prezioso strumento per divulgare la conoscenza di una realtà che è troppo spesso mistificata e strumentalizzata.
Non lo conoscevo! Corro ad acquistarlo! =)
Sono contento che questo libro passato un po’ sottotono venga acquistato per il contenuto. Grazie.