Uomini
- Autore: Elda Lanza
- Genere: Romanzi d’amore
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Salani
- Anno di pubblicazione: 2017
“La stupidità in amore è una cosa seria” è il sottotitolo di “Uomini” (Salani, 2017) il nuovo romanzo, “un’autobiografia di invenzione”, della giornalista, scrittrice, esperta di comunicazione e docente di storia del costume Elda Lanza, nata a Milano nel 1924, nota al grande pubblico come prima presentatrice della televisione italiana. Spesso ospite di numerose e importanti trasmissioni televisive e radiofoniche, è stata insignita nel 2014 del titolo di Commendatore al merito della Repubblica Italiana dall’allora Presidente Napolitano.
“Questa è la mia vita Ma non sono io”.
Partendo da una frase di Jonathan Safran Foer tratta dal romanzo “Eccomi”, posta come esergo del volume, Elda Lanza traccia con ironia l’impervio cammino sentimentale della protagonista, una donna tanto forte quanto fragile.
“Mamma sta piangendo. In piedi, le mani aggrappate alla spalliera di una sedia, sta piangendo. «Si è innamorato di mia sorella, quella svergognata… Digli di tornare, che cosa faccio senza di lui? Io l’amo ancora, diglielo…». Mia madre sta piangendo”.
A soli tre anni e mezzo la protagonista ha già imparato che i legami sentimentali sono complicati e che l’amore è una faccenda molto complicata. Quindi “l’infelicità si impara da bambini”. A vent’anni, per quella bambina di allora ora iscritta a Filosofia, senza talenti particolari e senza saper tenere un ago in mano, carina ma non bella come le donne di casa, “la famiglia decise che dovevo trovar marito”. L’avvocato Virgilio, il più papabile sul mercato dei matrimoni combinati, si era rivelato una delusione e allora la giovane era andata a Parigi a studiare Filosofia alla Sorbona e qui “l’italienne” aveva conosciuto Sartre, Simone de Beauvoir e Gérard, fascinoso attore mai veramente dimenticato. Poi sarebbe stato il turno di Alessandro un ragazzo sbandato, artista senza passioni e senza lavoro, che avrebbe fatto scoprire alla protagonista, diventata nel frattempo giornalista, la genialità e l’estro di Picasso, e non solo. Il giorno del loro matrimonio
“io sono stata una delle spose più tristi del mondo”.
Elda Lanza dopo aver esplorato il cuore di una donna cresciuta senza affetto che scopre l’amore con un’altra donna, in “Imparerò il tuo nome” (Ponte alle Grazie, 2017), in queste brevi pagine compone il lungo percorso esistenziale di una donna che “ha sempre cercato l’amore, furiosamente”. Come
“se l’amore potesse bastare a ripagarmi di tutto quello che mi era stato tolto”.
Qui il vulnus è la mancanza di una figura paterna.
“È ovvio che un bambino/a infelice non sarà mai un uomo o una donna felice. Un bambino che viene messo di fronte a un problema così grande, perdere un genitore, figura di riferimento principale, non potrà mai condurre una vita serena. Purtroppo dramma più frequente che raro. I dolori che si provano da bambini si portano dietro per tutta la vita”
spiega Elda Lanza da noi intervistata.
“Pensiamo alla donna del mio romanzo il cui padre lascia la madre e lei per la sorella della moglie, nonché zia della bambina, senza provare un minimo di vergogna o rimorso. Da un episodio così doloroso non può che nascere una donna complicata, una donna che osserva e scruta le cose e ne soffre. In ogni rapporto, e la mia protagonista ne avrà svariati, riproporrà la stessa domanda: Mi lascerà, perché? Che cosa mi manca? Che cosa non sono stata capace di dire a mio padre a tre anni di età per tenerlo lì con me, anche se gli piaceva la sorella di mia madre?”
spiega Elda Lanza.
Attraverso le esperienze della protagonista il lettore intuisce tra le righe i cambiamenti sociali e di costume avvenuti nel nostro Paese.
“Ho per le donne un grande rispetto. I movimenti femministi hanno buttato le donne in primo piano, dimenticando di spiegare loro il perché sono in primo piano. Perché hanno delle qualità fantastiche che non sono quelle maschili. L’intuito per esempio, l’empatia, doti esclusivamente femminili”
sostiene Elda Lanza.
La scrittrice prosegue chiarendo che
“quando leggo le storie di tante donne ferite, insultate, picchiate, umiliate o uccise, mi viene da pensare che se accadono questi odiosi episodi non è per colpa delle donne, come invece spesso le stesse pensano. La donna non pensa quasi mai che ci sia un difetto dall’altra parte, si incolpa subito, ne fa una tragedia provocando l’uomo, il quale si arrabbia e la picchia. Se riuscissi a salvare almeno una donna tra tutte quelle che stanno vivendo situazioni così a rischio, allora vuol dire che è valsa la pena scrivere questo libro”.
Alla fine di “Uomini” c’è spazio anche per parlare di Massimo Gilardi, l’avvocato di carta protagonista di sette romanzi di successo dell’autrice.
“Molte donne mi hanno chiesto se esiste davvero un uomo così perfetto e se l’avessi mai conosciuto e se fosse l’uomo della mia vita... Max è un uomo sì, ma di fantasia. Credo che soltanto la fantasia di una donna delusa può inventare un uomo alto due metri, biondo con gli occhi verdi, fantastico come amante, sul lavoro... Solo inventarlo puoi!”
conclude Elda Lanza scoppiando a ridere, anticipando che nei primi mesi del 2018 uscirà l’ottavo romanzo dedicato a Max Gilardi.
“Domani mi regalerà dei fiori e io gli crederò. Sono stupida. Perché la stupidità in amore è davvero una cosa seria”.
Uomini. La stupidità in amore è una cosa seria
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Ho conosciuto personalmente Edda Lanza quando teneva corsi di Bon Ton presso la Scuola de La Cucina Italiana. Sono stati incontri formativi che mi hanno dato sicurezza e competenza nello svolgere senza incertezze il mio ruolo di donna che ama ricevere a casa propria.
Ora, acquisterò quest’ultimo libro UOMINI e lo leggerò con grande curiosità ed empatia in quanto anch’io sono stata una bambina infelice, ho avuto un rapporto problematico con il padre e tutta la mia vita è stata segnata da questo vissuto. Ora sono riuscita a guarire la mia ferita. Spero di leggere che anche Edda ci sia riuscita.