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Recensioni di libri

Trilogia nera di Léo Malet

Fazi, 2022 - L’ultimo libro di Léo Malet è un vero capolavoro del noir: nonostante i crimini spesso terribili, quel che colpisce di più è la povertà fisica e morale dei protagonisti e ciò non passa inosservato.

Giovanna Giraudi
Giovanna Giraudi Pubblicato il 30-08-2022
Trilogia nera

Trilogia nera

  • Autore: Léo Malet
  • Genere: Gialli, Noir, Thriller
  • Categoria: Narrativa Straniera
  • Casa editrice: Fazi
  • Anno di pubblicazione: 2022

Léo Malet, abile scrittore, è autore di romanzi polizieschi ma dà il meglio di sé nel noir. Trilogia nera, di cui fanno parte La vita è uno schifo, Il sole non è per noi e Nodo alle budella, può, a ragione, essere considerato il suo capolavoro. Il libro è edito da Fazi con la traduzione di L. Bergamin e L. Cisbani.

La vita è uno schifo racconta le traversie di Jean Fragier, un giovane dall’aspetto fragile che si unisce a una banda di anarchici per attaccare un convoglio di fondi e portare denaro alla causa dei lavoratori in sciopero. Dopo un attacco al mezzo di trasporto di denaro durante il quale uccide un uomo, Jean Fragier si nasconde in campagna con uno dei suoi complici. Continua a corteggiare Gloria, fino ad allora il suo amore platonico, la donna che per cui Jean pare cambiare addirittura personalità, poiché con lei è mite e rispettoso, così diverso dallo spietato omicida di cui si racconta nella vicenda.
Jean vive con l’amarezza nel cuore:

“La vita era uno schifo, era un ignobile spaventoso ingranaggio che tutti contribuivamo a perpetuare".

Lui stesso però contribuisce a rendere la vita più invivibile: la toglie ad altri in modo atroce, a volte per motivi più che futili, inspiegabili e, quindi, sottrae un’esistenza e un futuro normale agli altri ma anche a sé. Nasconde la sua ferocia e la sua indole all’amata Gloria, la donna dai capelli rossi che però non sarà sua perché è sposata. Non sarà però tanto quel legame coniugale a dividere Jean e Gloria, quanto il passato che il protagonista si porta sulle spalle come un pesantissimo fardello.
Poco prima che Fragier venga trovato e di lui si scoprano le tante nefandezze, un comune amico di Gloria e del protagonista, uno psicanalista raccoglie alcune confidenze dell’uomo:

“Mi piaceva raccontarmi. In questa merda di vita ne avevo viste troppe per non desiderare di far comprendere agli altri, tramite la violenza, che un giorno avrebbero dovuto pagare salata la loro felicità a tutti quelli che non l’avevano conosciuta”.

Queste confidenze sono il preludio di un finale cupo e amaro, perché in esso Fragier non si nasconde più: braccato dagli eventi, ha il coraggio di descrivere le proprie miserie, di proclamare la propria angoscia, di toccare il fondo dell’abisso.
In una situazione sempre tetra e disgustosa come la vita, Jean Fragier si spinge fino al baratro. La sua esistenza finisce in un modo drammatico che in realtà è solo l’evoluzione di un piano di autodistruzione creato dal protagonista stesso.
Jean Fragier porta in sé caratteristiche dolorosamente negative: la scoperta dei suoi crimini non è la componente principale, bensì è solo una “scusante” per raccontare uno spaccato sociale, una visione tremendamente amara della vita e tipica del romanzo noir.

La seconda vicenda della Trilogia è Il sole non è per noi, introdotta da questo esergo

“Si suppone che questo romanzo si svolga nel 1926, l’epoca della gioia di vivere”.

Gioia di vivere? Ironia della sorte: il giovane protagonista, André, all’inizio della vicenda esce già da La Petite Roquette, un carcere per minorenni in cui era stato rinchiuso per vagabondaggio. È incapace di risalire la china, ma almeno incontra Milo e i due affrontano insieme la difficile quotidianità dei proletari nella Parigi degli anni Trenta. Il lavoro è duro e la paga misera. Per cercare di sopravvivere nonostante tutto, è necessario usare vari trucchi, tra cui la truffa del congedo per malattia: ferirsi intenzionalmente, a rischio infezione, e ottenere un risarcimento assicurativo per danni sul lavoro. Tanta, troppa miseria.
In questa realtà spietata, ecco l’incontro tra il giovane André e la bella Gina. Tutto pare più bello, sa di speranza anche se tante, troppe sono le difficoltà. Non bastano, nelle traversie che i due ragazzi affrontano, le promesse di André:

“Dopo saremo felici”.

Nulla d buono c’è per chi è piegato da un infausto destino. Nulla. Anzi il destino si accanisce ancor di più fino a far piegare André in ginocchio con il capo chinato. Ed è la fine.

Nodo alle budella è la terza delle vicende noir. Braccato per mesi, come ha fatto Paul Blondel, "Paulot", il delinquente che ha frodato per le strade di Parigi, a diventare il pluriomicida accusato di tanti crimini? Chi è l’uomo con il camice che tortura i suoi sogni ogni notte e che in quegli incubi lo umilia e lo insulta? Paul, in fondo, era una canaglia come tanti altri, un disgraziato furfante da due soldi dedito solo alle truffe.
L’incontro fatale di Jeanne e la banda di cui fa parte, lo trascina in una spirale di rivolta e disperazione. Durante un colpo in banca succede l’irreparabile, in realtà solo l’inizio di una serie di crimini e disgrazie che costringono il protagonista a fuggire da Parigi.
La seconda parte del romanzo è, per Paul, un inferno, una fuga senza speranza.

Trilogia nera di Léo Malet è un vero capolavoro del noir: nonostante i crimini spesso terribili, quel che colpisce di più è la povertà fisica e morale dei protagonisti e ciò non passa inosservato. La caratterizzazione dei personaggi, spesso tormentati dalle difficoltà, afflitti da malattie fisiche o turbe mentali, tocca, scuote e coinvolge profondamente i lettori.

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Trilogia nera

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