Sorgo rosso
- Autore: Mo Yan
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Einaudi
Attraverso un volume corposo e dal contenuto impegnativo, Mo Yan, nome che significa “Colui che non desidera parlare”, pseudonimo di Guan Moye, scrittore cinese, premio Nobel per la letteratura 2012, ci presenta la storia della sua nazione che la maggior parte dei lettori, in questi termini, non conosceva.
Il libro porta il titolo di “Sorgo rosso” ed è un romanzo memorabile ma, allo stesso tempo, crudo come sono state la storia della guerra sino–giapponese e la lotta fra comunisti e nazionalisti, raccontate in esso. Il sorgo, cereale rossastro, fa da sfondo ad ogni episodio del libro; in quella Cina, nel villaggio di Gaomi, “il posto che è il più bello e il più orribile al mondo, il più insolito e il più comune, il più puro e il più corrotto, il più eroico e il più vile... “ viene coltivato in tutti i campi perché di esso ci si nutre e attraverso la sua fermentazione si produce una gradevole bevanda che, per gli abitanti del posto, pare avere anche proprietà curative. Il sorgo, rosso come l’amore e come il sangue, è elemento essenziale della storia e, poi, dell’immane tragedia: si fa alcova, culla, ombra, riparo e, infine, tomba di un’intera popolazione. In quei campi, infatti, hanno luogo incontri ma, anche, battaglie e tremende carneficine. Mo Yan, con la sua penna sapiente, porta noi occidentali a conoscenza di una realtà, a tratti, sconvolgente in cui maltrattamenti e torture turbano i lettori ma li rendono anche consapevoli che quella è la cultura del luogo e che l’abbrutimento e la malvagità dell’uomo esistono ovunque, a tutte le latitudini ma vengono espresse in maniere differenti.
La storia si dipana attraverso tre generazioni: l’io narrante è il nipote che racconta episodi accaduti ai nonni e ai genitori in tempi che non si susseguono sempre cronologicamente bensì sono più legati dalle emozioni e dal ricordo dei personaggi. Osservatore silenzioso è il sorgo che vede passare dinanzi a sé persone comuni che si fanno, in periodo di guerra, banditi, soldati, vittime, eroi. Sono uomini e donne che faticano, in quel sipario, a sopravvivere eppure lottano, sognano, amano e soccombono ogni giorno. Nel romanzo la forza narrativa delle immagini è evidente e trascina il lettore in scene, alcune frutto di fantasia, ma la maggioranza, purtroppo, della cruda realtà. In un triste crescendo di violenze, gli uomini combattono contro gli uomini, i cani contro i cani e, poi, gli animali, divenuti ormai selvatici, attaccano gli uomini stessi. Ecco, i sentimenti si fanno ambivalenti: amicizia e fedeltà si tramutano in ferocia e crudeltà. In questo romanzo complesso, però, vengono anche descritti riti e tradizioni della Cina da quelli matrimoniali a quelli funerari. I personaggi che ne sono protagonisti, pur nella durezza della vita, rivelano tratti comuni a tutti gli uomini. Sanno gioire e piangere per chi si ama, sono felici o tristi come ogni altra creatura di questa Terra.
“Sorgo rosso” è un romanzo a cui accostarsi è veramente difficile ma che rimane vivo nel ricordo; è una storia che ci ha permesso di meglio conoscere un autore che ha voluto narrare dei suoi luoghi di origine, far partecipi i lettori del passato della propria nazione e le cui pagine acquisteranno, sempre più, con il passare del tempo, tratti epici.
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