Una delle ragioni per cui è difficile dare un giudizio definitivo su questo romanzo è che, come spesso accade, quando ci si trova dinanzi all’opera di un vincitore del Premio Nobel, ci si sente sempre un poco in soggezione, soprattutto se non si grida al capolavoro.
“Il supplizio del legno di sandalo” è una storia a più voci che, partendo dalla prossima condanna a morte di Sun Bing, risale all’antefatto, sollevando, attraverso i personaggi narranti, il velo su quanto è accaduto prima e immergendo il lettore in quell’aria di mistero, di tradizioni tramandate nel corso dei secoli, che da sempre accompagnano l’immaginario occidentale quando ci si riferisce alla Cina.
Protagonisti della storia sono due maestri, entrambi portabandiera di un aspetto della cultura cinese: il teatro, e le esecuzioni. Sullo sfondo delle insurrezioni dei Boxer, degli accordi commerciali con la Germania e della decadenza dell’impero, questi due uomini, Sun Bing, maestro dell’opera dei gatti, e Zhao Jia, boia del Ministero delle Punizioni, sono intenti a realizzare, uno contro l’altro e l’uno per l’altro, la loro ultima opera, mettendoci tutta la loro maestria. Attorno a loro tutto un mondo di passioni, di interessi, di tradizioni che cominciano a sgretolarsi nel momento in cui la Cina apre i suoi confini commerciali. Ma anche la strenua difesa di questi da parte degli ultimi, da parte dei più deboli che, da sempre ai margini, nel momento in cui l’Impero e l’amministrazione di questo abdicano al loro ruolo di difensori del popolo, insorgono per affermare la loro esistenza.
In questo romanzo si scontrano grandi passioni, d’amore e d’ideali ma, indubbiamente, l’attenzione viene catalizzata dai racconti del boia. Senza fare la conta minuziosa delle pagine dedicate ai vari supplizi che Zhao Jia ha inflitto nella sua lunga carriera, basti qui ricordare la morte per “taglio dei 500 pezzi”, sulla quale Mo Yan si dilunga particolarmente. Certo, alcuni tratti sono narrativamente bellissimi e competono con il racconto dell’amore di Sun Meiniang, figlia del ribelle Sun Bing, per Qian Ding, il giudice che dovrà catturarlo e sovrintendere alla sua esecuzione ma, data la crudezza di alcune descrizioni, non si prestano ad essere universalmente apprezzati. Ciò che forse più di tutto pregiudica la scorrevolezza della storia sono i continui salti temporali tra presente e passato che, non essendo tutti riusciti, spesso appesantiscono inutilmente il racconto.
Per alcune cose questo libro fa pensare a “Il mio nome è Rosso” di Pamuk, un altro Premio Nobel: inizi del ‘900, imperi secolari che si aprono al commercio con l’occidente e che da questo vengono travolti, pubblici funzionari corrotti o incapaci, tradizioni che non vengono più rispettate....
Il supplizio del legno di sandalo
Amazon.it: 11,47 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il supplizio del legno di sandalo
Lascia il tuo commento