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Recensioni di libri

Sono Francesco di Edith Bruck

La Nave di Teseo, 2022 - Un libro intenso, toccante, coinvolgente, in cui Edith Bruck, scrittrice testimone degli orrori di Auschwitz, racconta la visita ricevuta da Papa Francesco.

Elisabetta Bolondi
Elisabetta Bolondi Pubblicato il 23-10-2022
Sono Francesco

Sono Francesco

  • Autore: Edith Bruck
  • Genere: Storie vere
  • Casa editrice: La nave di Teseo
  • Anno di pubblicazione: 2022

In questi giorni Repubblica e l’inserto La Lettura hanno dedicato grande spazio a Sono Francesco di Edith Bruck, un libro intenso, toccante, coinvolgente. La prefazione è dello stesso papa Francesco, che, colpito dall’intervista che la scrittrice Francesca Romana de’ Angelis aveva fatto, in occasione della Giornata della Memoria 1921 sull’Osservatore Romano a Edith Bruck, la testimone ultra novantenne che continua a scrivere e a raccontare la sua dolorosa vicenda come deportata ad Auschwitz, aveva voluto incontrare questa donna speciale, “calma e luminosa”.

Il breve libro, pubblicato da La Nave di Teseo, è il racconto caldo ed emozionante che in prima persona Edith Bruck fa della visita eccezionale ma discreta del papa nella casa al centro di Roma dove abita, insieme a Olga, la signora ucraina che l’aiuta nella vita quotidiana.

“Viene! Viene! Ho saputo che viene! Lui da me, sabato alle quattro. Non devo dirlo a nessuno, è un segreto. Ma come faccio a tacere? Sto scoppiando”.

All’incontro saranno presenti la nipote Deborah con il marito, Marco Risi, il nipote di Nelo Risi, amato marito di Edith, e la stessa Francesca Romana, oltre ad Olga. L’emozione, il coinvolgimento emotivo e la calda empatia che papa Francesco riesce a stabilire con i presenti sono la cifra distintiva della personalità grandissima di questo padre gesuita venuto da lontano, ma perfettamente a suo agio nell’incontro affettuoso con le persone più diverse.

“Il suo modo di essere semplice, sorridente, familiare, libera l’atmosfera tesa dell’ambiente e le persone ancora in piedi”

dice Bruck. Si scambiano i doni, una Menorah lei, un volume in italiano e in ebraico del Talmud, lui. Un bicchiere d’acqua e una parola che il papa pronuncia con solennità: Perdono.

“Chiedere perdono a lei e al popolo ebraico, martire, vittima della Shoah”.

Non potrebbero esserci parole più chiare, della posizione che l’uomo vestito di bianco pronuncia in un ambiente domestico di fronte a una donna che con la sua vita costituisce un monumento alla Memoria, alla scrittura, alla testimonianza. Ci sono nella stanza anche Marco, il figlio del regista Dino Risi, e il papa dichiara di aver visto il film “Il Sorpasso”, anche se ora non va più al cinema. Viene offerta la torta alla ricotta, che ha preparato Olga, e il papa approfitta per chiederle notizie della sua famiglia in Ucraina, a Leopoli, e la donna si commuove fino alle lacrime.

È particolarmente commossa anche Francesca Romana de’ Angelis,

“l’unica cattolica, non parla, in trance, incredula di fronte a colui che ha quasi un miliardo e mezzo di fedeli-infedeli”.

In quest’incontro magico si leggono poesie, il papa dedica alla scrittrice l’enciclica Fratelli tutti e con la sua calligrafia minuta, come a testimoniare anche con questo la sua umiltà, con poche righe sincere:

“A Edith, con ammirazione e gratitudine, per il suo coraggio e la sua testimonianza. Fraternamente. Francesco.”

La visita è breve, calorosa, amabile. I due protagonisti si lasciano con un abbraccio che prelude ad altri incontri, che si faranno in seguito, in Vaticano. Le riflessioni di Edith Bruck, dopo questo evento così insolito ma così potente e ricco di significati simbolici, sono interessanti.

“Posso io, ebrea, sentire un bene immediato per il massimo rappresentante di coloro che da millenni ci hanno perseguitato?”

Tutta la sua infanzia di bambina cresciuta nella fede dei principi della religione degli avi ora nella mente di Edith si scontra con la novità del suo incontro così significativo.

“Nella mia mente si aggirano mia madre e il Papa, incrociandosi senza urtarsi”

Che sintesi profonda, che sguardo aperto e lungimirante, che intelligente disamina di un’eredità che ha causato nei secoli milioni di morti innocenti e che ora, con il suo ginocchio dolente e con un sorriso dolce e disarmante, anche ironico a momenti, il papa argentino sembra voler ricomporre, portando la sua testimonianza di richiesta di perdono, a una donna fragile per l’età, ma coraggiosa nella determinazione del suo agire.

Papa Francesco chiama al telefono Edith per i suoi novantuno anni. Papa Francesco è in sedia a rotelle. Papa Francesco invoca la pace. E lei con lui. Un piccolo grande miracolo di affettività dei nostri giorni di guerra, cupi e dolorosi.

Sono Francesco

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Sono Francesco

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