Schiavi della solitudine
- Autore: Patrick Hamilton
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Fazi
- Anno di pubblicazione: 2023
Fazi Editore pubblica per la prima volta in Italia nella Collana “Le strade”, Schiavi della solitudine (2023, Introduzione di Doris Lessing, titolo originale The Slaves of Solitude, traduzione di Isabella Zani) di Patrick Hamilton (1904-1962), pubblicato per la prima volta dal drammaturgo e romanziere inglese nel 1947.
Dico al Parlamento come ho detto ai ministri di questo governo, che non ho nulla da offrire se non sangue, fatica, lacrime e sudore. Abbiamo di fronte a noi la più terribile delle ordalie. Abbiamo davanti a noi molti, molti mesi di lotta e sofferenza.
“Blood, toil, tears and sweat”, questo il succo del celebre discorso alla Camera dei Comuni del Parlamento del Regno Unito, il 13 maggio del 1940, dopo che il 10 maggio Giorgio VI aveva conferito a Winston Churchill l’incarico di Primo Ministro del Regno Unito.
Agli inizi della Seconda guerra mondiale, per il Premier inglese e di riflesso per tutta la popolazione l’obiettivo poteva essere riassunto con una sola parola: vittoria.
Vittoria a tutti i costi, vittoria malgrado qualunque terrore, vittoria per quanto lunga e dura possa essere la strada, perché senza vittoria non c’è sopravvivenza.
Alla fine del 1943, dopo tre anni di conflitto, di raid tedeschi e bombardamenti nazisti, l’orgoglioso popolo inglese, isolano nell’animo e fiero di esserlo, era stanco, ma non sfiduciato. La guerra era sempre più intensa, intenso era l’inverno, e ancora più intenso l’oscuramento. L’Inghilterra veniva bombardata, razionata e messa alle strette, eppure, nonostante ciò a Londra, dove la vita era più pericolosa paradossalmente era anche più facile rispetto a fuori. C’erano ristoranti per chi se li poteva permettere, negli hotel di lusso la gente ballava. Ma queste piacevolezze erano sconosciute nelle cittadine, paesi e frazioni distanti quaranta chilometri dalla capitale, se non di più, dove la gente tirava avanti come poteva nel corso di una guerra, che sembrava non finire mai. E tra questi c’era Thames Lockdon, dove una sera di dicembre stava rientrando Miss Roach, la quale dopo che era stata cacciata a suon di bombe dalla sua stanza londinese di Kensington, abitava presso le Rosamund Tea Rooms (da tempo non erano più una sala da tè, bensì una pensione gestita da Mrs Payne). Miss Roach, trentanove primavere, segretaria tuttofare presso una casa editrice inglese, che da tempo aveva abbandonato la speranza di sposarsi, faceva parte di quel piccolo esercito di rientranti a casa, ovvero pendolari. Ma almeno questi ultimi avevano una dimora propria ad accoglierli, pronti il giorno dopo, come bravi soldati, a continuare a combattere quotidianamente nel fronte interno, home front. Miss Roach invece doveva avere a che fare, durante i pasti, con quel gruppetto di ospiti fissi paganti di Mrs Payne, che non brillavano certo per simpatia, come Mr. Thwaites, un omone alto, che poteva situarsi ovunque tra i sessanta e i settanta, o innocui come Mr. Prest, Miss Steele e Mrs. Barrat. Tutti schiavi della solitudine, nell’ora più buia che stava vivendo l’Inghilterra.
Senza saperlo, tutti si auguravano ogni sera che Miss Roach tornasse sana e salva; forse perché era la loro unica viaggiatrice e avventuriera; forse perché, in questo suo ruolo, era possibile che portasse tardive ed esaltanti notizie dal mondo della guerra e degli affari.
Ironico e splendido questo romanzo, finora inedito nel nostro Paese, redatto da un autore da riscoprire, che aveva goduto di notorietà in vita come romanziere e grande drammaturgo. Patrick Hamilton, letto negli anni Quaranta dai giovani, amato da Graham Greene, Doris Lessing e Nick Hornby, famoso negli ambienti di sinistra, perché era comunista, o indicato come tale, con spirito caustico, si diverte a mettere insieme in un ambiente ristretto un piccolo gruppo di persone.
Ciò che accadrà non deluderà il lettore, sedotto dalla vena malinconica e comica, che attraversa le pagine di un romanzo sicuramente da apprezzare.
Il mistero, in quel momento, era il tenente.
Schiavi della solitudine
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