

Angiolo Silvio Novaro ha scritto una serie di poesie/filastrocche dedicate al personaggio di San Francesco. Le liriche più note dell’autore sul Santo della Pace sono Il lupo di San Francesco e la poesia che stiamo per leggere, San Francesco e le creature.
Le parole di pace del passato possono dare una risposta anche in tempi difficili come i nostri e il messaggio di San Francesco, vissuto con la propria esperienza esemplare e tradotto nelle sue parole, torna a risuonare più forte che mai in molti cuori. Riscopriamo testo e analisi della filastrocca di Angiolo Silvio Novaro, dove l’insegnamento del santo di Assisi trasmette con schiettezza e profondità il nostro bisogno di pace universale di tutto il creato.
“San Francesco e le creature”: testo della poesia
Agli uomini che aveano elmo e corazza,
che avean la spada e la ferrata mazza,Dicea: "Gesù nessuna guerra vuole,
vuol che vi amiate sotto il dolce sole".Dicea: "Gesù non vuol nessuna guerra
vuol che vi amiate sulla dolce terra.La tortorella mai non piange sola:
presso ha il compagno che la racconsola.Le piccole api fanno lor cellette!
Concordi, e ognuna un po’ di miel vi mette;Le rondinelle van per miglia e miglia
Concordi, e ognuna un chicco solo piglia.Amatevi anche voi, dunque! Lasciate
il ferro e l’ira! Amatevi e cantate!".E a quei che avean sol cenci, ai poverelli,
parlava come a teneri fratelli.Dicea: "Se fame vi rimorde, o sete,
vostro è il mio pan, vostro il mio vin: prendete!".E il bianco pan, l’anfore colme, i rari
Panni, le fibbie, i nitidi calzari,la morbida e sottil giubba di seta,
tutto donava egli con faccia lieta,fin la cintura pallida d’argento:
e più donava e più vivea contento.Ma quando nulla gli rimase in dosso
fuor che un bigello assai ruvido e grosso,a mo’ d’uccel che frulla, in un giocondo
impeto, uscì cantando in mezzo al mondo:"Lodato sia il Signore
a tutte l’ore!Lodato sia che alzò i turchini cieli,
che dai notturni veli
delle tenebre oscure
cavò le palpitanti creature.Cavò dal buio il sole,
il mio fratello sole!
Grande lo fe’, magnifico, raggiante,
a sé rassomigliante.Lodato sia con mia sorella luna.
Bianca la fede il mio Signor come una
perla del mare,
e di gemmate rare
la volle incoronare!Lodato sia col mio fratello fuoco.
Egli è robusto, allegro, ardimentoso:
veglia nell’ombra e non ha mai riposo,
monta ostinato e non si stanca al gioco.Lodato sia con mia sorella acqua.
Pura la volle Iddio, semplice e casta:
serve all’uom preziosa,
bacia i fioretti e fugge vergognosa.Lodato sia col mio fratello vento,
col nuvolo e sereno ed ogni tempo
onde ha ogni vita il suo sostentamento.Lodato sia con la mia madre terra.
Assai tesori ella nel grembo serra,
e porta i frutti e la foresta acerba,
i fior, gli uccelli coloriti, e l’erba.Mettete l’ali al cuore
e lodate il Signore!"Così cantava; e su gli eretti steli
rideano i fiori, e gli uomini crudelisentiano il cuor puro e leggiero farsi;
e i ruscelletti alla campagna sparsimoveansi lesti ad abbracciargli il piede
come il fanciul che a un tratto il babbo vede;e le irrequiete rondini dai tetti
facean silenzio, e giù pe’ chiari e schiettiazzurri a volo discendeano calme
a passeggiarli su le aperte palme.Così cantava da mattina a sera;
e quando il buio intorno al capo gli erasul nudo suol che gli facea da cuna
dormia sognando la sorella luna.
“San Francesco e le creature”: analisi e commento
Il messaggio di pace di San Francesco ha una cornice ritmica presente nelle diverse figure retoriche, usate anche per dare il ritmo della poesia. La poesia rientra tra le filastrocche per bambini.
La ripetizione è usata per enfasi e ritmo. Il ricorrere di “che avean” per descrivere gli uomini armati li rende riconoscibili nella scansione della lirica, mentre il ripetuto “Dicea” scandisce l’insegnamento di Francesco sulla pace. L’anafora di “Lodato sia” nel Cantico delle Creature crea un inno solenne ed è una citazione al Cantico francescano.
Anche “Vostro è il mio” è ripreso per sottolineare la generosità del Santo. Il parallelismo emerge nella descrizione del comportamento armonioso delle api e delle rondini, le cui azioni simili fungono da modello per gli uomini.
Le similitudini rendono vividi i paragoni: San Francesco parla “come a teneri fratelli” ai poveri. La fede è bianca “come una perla” e i ruscelletti si muovono “come il fanciul che a un tratto il babbo vede”.
Le metafore riprendono la preghiera di San Francesco: chiama il sole “mio fratello”, come avviene anche per la luna e nei versi successivi. Altre metafore si presentano nella descrizione delle tenebre come “veli” e l’esortazione a “mettere l’ali al cuore” per lodare.
La personificazione anima elementi naturali: la tortorella “piange” e l’acqua “serve”. Anche il fuoco e i fiori hanno azioni umane.
L’enumerazione serve a elencare i beni che San Francesco dona ai poveri. L’antitesi crea contrasto tra gli “uomini che avean elmo e corazza” e “quei che avean sol cenci”, per un messaggio che vale per entrambi. Il contrasto tra “cieli turchini” e “tenebre oscure” celebra l’atto divino di portare la luce dal buio.
La poesia di Angiolo Silvio Novaro San Francesco e le creature si articola in tre sezioni:
- Francesco si rivolge agli uomini: l’invito alla pace è per i soldati, i beni di prima necessità sono per i poveri.
- La parte centrale rielabora il Cantico delle Creature con citazioni riconoscibili e l’uso della personificazione. La poesia descrive la trasformazione del canto di Francesco: i fiori ridono, i ruscelli gli si avvicinano, le rondini si posano sulle sue mani.
- La lirica si conclude con l’immagine serena di Francesco che riposa sognando la luna, simbolo della sua ininterrotta connessione con l’universo.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “San Francesco e le creature”: la poesia contro la guerra di Angiolo Silvio Novaro
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