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Storia della letteratura

Cantico delle creature di San Francesco: testo e significato

Il 4 ottobre, giorno in cui ricordiamo San Francesco d'Assisi, scopriamo insieme il testo e significato del suo Cantico delle Creature, uno dei componimenti poetici più antichi della letteratura italiana.

Serena Di Battista
Eleonora Daniel - Elisabetta Bolondi - Serena Di Battista Pubblicato il 04-10-2022
Cantico delle creature di San Francesco: testo e significato

Oggi, 4 ottobre, ricorre la memoria di San Francesco d’Assisi, il santo nato ad Assisi nel 1182 e fondatore dell’Ordine francescano. La sua opera nota come il Cantico delle Creature costituisce il testo poetico di cui si conosca l’autore più antico della letteratura italiana.
Scopriamo insieme il testo e il significato di questo componimento poetico composto da Francesco d’Assisi nel 1226 circa, noto anche come Cantico di Frate Sole, il cui nome in latino è Canticum o Laudes Creaturarum.

Cantico delle Creature: il testo

Altissimu, onnipotente, bon Signore, tue so’ le laude, la gloria e ’honore et onne benedictione.
Ad te solo, Altissimo, se konfàno et nullu homo ène dignu te mentovare.
Laudato sie mi’ Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore, de te, Altissimo, porta significatione.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle, in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale a le tue creature dài sustentamento.
Laudato si’, mi’ Signore, per sor’aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate focu, per lo quale ennallumini la nocte, et ello è bello et iocundo et robustoso et forte.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.
Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore, et sostengo infirmitate et tribulatione.
Beati quelli che ’l sosterrano in pace, ca da te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato si’ mi’ Signore per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò scappare: guai a quelli che morrano ne le peccata mortali;
Beati quelli che trovarà ne le tue santissime voluntati, ka la morte secunda no ’l farrà male.
Laudate et benedicete mi’ Signore’ et ringratiate et serviateli cum grande humilitate

Cantico delle Creature: commento e analisi

Il Cantico delle Creature è una lode a Dio, al suo operato, alla vita stessa. La natura, che viene qui descritta con amore e gratitudine, riflette l’immagine del Creatore. La lode di San Francesco non ha a che fare con le speculazioni filosofiche, ma è a carattere estatico, che segue un percorso attuato per gradi e strutturato come una vera e propria azione liturgica. Questa azione prevede tre identità:

  • Un locutore: l’officiante del rito
  • Un messaggio: l’esaltazione e la lode a Dio
  • Un destinatario: Dio stesso.

Un forte senso di fratellanza è percepibile tra l’uomo e tutti gli elementi e le creature dell’universo. In un atteggiamento di umiltà e riconoscenza, Francesco d’Assisi rende grazie al Signore per tutto il Creato, senza tralasciare le creature viventi, gli elementi naturali e i fenomeni meteorologici. Il cantico si conclude con la celebrazione della morte come liberazione dalla vita terrena.

Il testo è composto in volgare umbro del XIII secolo, ma al suo interno ritroviamo alcuni influssi toscani e francesi e anche diversi latinismi. Il testo mescola elementi della tradizione dell’Antico Testamento (in particolare il salmo 1148 e il cantico dei tre fanciulli nella fornace nel Libri di Daniele) con espressioni linguistiche tipiche del volgare popolare del tempo.
Come i testi biblici citati, il Cantico si apre con la lode a Dio e termina con una chiusura esortativa, e si divide in cinque elementi, che progressivamente abbracciano tutta la realtà cosmica concepita:

  • Lode assoluta di Dio: la lode è strutturata in terne di appellativi ("altissimo, onnipotente, bon Signore"), omaggi ("tue so’ le laude, la gloria et l’onore") e azioni ("benediciate, rengraziate e serviateli"). L’insistenza sul numero 3 come simbolo della Trinità divina è ribadita dal totale dei versi (33).
  • Firmamento (Sole, Luna e stelle)
  • Elementi: il vento (connesso alla distruzione ma anche simbolo del fiato di Dio), l’acqua (mezzo di purificazione), il fuoco (fonte di luce e calore e simbolo dello Spirito Santo), la terra (madre che nutre le sue creature).
  • Uomo: l’uomo è peccatore dolente; non a caso nella sezione a lui dedicata fanno la sua comparsa i termini "perdonano", "infermità", "tribolazioni", "guai", "peccati".
  • Morte: la morte stessa è sorella dell’uomo. Nessuno può evitarla, ma anch’essa è in realtà positiva e benevola, perché coincide con la liberazione dalla vita terrena.

Forse non tutti sanno che il Cantico delle creature era stato composto in origine con un accompagnamento musicale, che però è andato perduto. Il metro del cantico è modellato sulla prosa ritmica ed è composto da rime e assonanze.

Ecco la parafrasi del testo

Altissimo, Onnipotente Buon Signore, tue sono le lodi, la gloria, l’onore e ogni benedizione.
A te solo, Altissimo, si addicono e nessun uomo è degno di menzionare il tuo nome.
Lodato sii, che tu sia lodato, o mio Signore, insieme a tutte le creature, specialmente il fratello sole, la luce del giorno, tu ci illumini tramite lui. Il sole è bello, radioso, e splendendo simboleggia la tua importanza, o Altissimo, Sommo Signore.
Lodato sii o mio Signore, per sorella luna e le stelle: in cielo le hai create, lucenti, preziose e belle.
Lodato sii, o mio Signore, per fratello vento, per l’aria, per il cielo; quello nuvoloso e quello sereno, rendo grazie per ogni tempo tramite il quale mantieni in vita le tue creature.
Che tu sia lodato, mio Signore, per sorella acqua, la quale è tanto utile e umile, preziosa e pura.
Lodato sii mio Signore, per fratello fuoco, tramite il quale illumini la notte. Il fuoco è bello, giocondo, vigoroso e forte.
Lodato sii, mio Signore, per nostra sorella madre terra, la quale ci nutre e ci mantiene: produce frutti colorati, fiori ed erba.
Lodato sii, o mio Signore, per coloro che perdonano in nome del tuo amore e sopportano infermità e sofferenze.
Beati quelli che sopporteranno tutto questo con serenità, perché saranno ricompensati da te, o Altissimo.
Lodato sii mio Signore per la morte del corpo, dalla quale nessun essere umano può fuggire, guai a quelli che moriranno nel peccato mortale.
Beati quelli che troveranno la morte mentre stanno rispettando le tue volontà. La seconda morte, non farà loro alcun male.
Lodate e benedite il mio Signore, rendete grazie e servitelo con grande umiltà.

San Francesco, il primo poeta della letteratura italiana

di Elisabetta Bolondi

San Francesco d’Assisi è il più popolare fra le figure storiche della Chiesa, ma anche della società civile, visto che è anche il primo autore che abbia espresso un testo poetico, Il cantico delle creature, in volgare (nel suo caso volgare umbro, ibridato dal latino ecclesiastico). Jacopone (da Todi) e Francesco (d’Assisi) sono i due nomi che inaugurano la nostra letteratura nazionale e tutti i ragazzi italiani li incontrano all’entrata della scuola superiore.

Francesco deve la sua popolarità a tutti gli studi che gli sono stati dedicati, alla pittura straordinaria di Giotto, che ne ha per primo raccontato la vicenda umana e spirituale per immagini sulle pareti della basilica assisiate, alle leggende, quella del primo presepe che Francesco volle mettere in scena nel gelo di Greccio, agli storici medievisti, in particolare Chiara Frugoni, che ha dedicato a San Francesco e Santa Chiara diversi importanti volumi.

In tempi più recenti il cinema ha dedicato al santo - mai chiamarlo il
“Poverello”- film importanti: Fratello sole, sorella luna di Franco Zeffirelli, con le musiche indimenticabili di un giovane Claudio Baglioni, e i due film di Liliana Cavani, studiosa attenta della figura dell’uomo Francesco.

Infine, oggi, non si può non ricordare che l’attuale pontefice, dopo secoli, per primo ha voluto assumere il nome di Francesco per inaugurare un pontificato vicino agli ultimi, profetico come lo fu il piccolo uomo di Assisi.

Il 4 ottobre, giorno in cui si festeggia il Santo, è un’occasione per riscoprire la sua storia, l’operato, il Cantico delle Creature da lui scritto e tutte le opere che sono state dedicate al suo ricordo.

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Commenti: 7

  • antonio
    3 dicembre 2018, 18:36

    Questo è il verso che muove in vibrazione le mie corde, e la mantiene sonore: - Laudato si mi signore per la sora nostra morte corporale...- Oggi è desueto il pensiero della morte, mi pare che non si vada oltre la paura di essa. A me piace pensarla come "transito", è più fedele alla ragion d’essere di noi cristiani. Un saluto e un augurio: -Siamo felici!-

  • Gilda Greco
    4 marzo 2019, 13:10

    Siamo molto più in là del 4 ottobre, oggi è il 4 marzo di un nuovo anno, c’è già aria di primavera.
    Il Cantico delle Creature è sempre con me, da quasi 40 anni.
    la mia frase preferita è:
    Laudato si’, mi’ Signore, per sor’aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.
    Tante persone presuntuose dovrebbero imparare questo verso per sentirsi "acqua" e non onnipotenti.

  • Emanuele CUTRONE
    14 marzo 2019, 22:27

    Una classe di 5^ primaria ha rappresentato graficamente la poesia "A livella" scritta come saprete dal principe della Risata (Antonio De Curtis alias Totò).
    Due grafici mi hanno colpito, ma per ora vi descrivo solo quello più creativo e sapiente: Due fantasmi al cimitero; il primo più in alto che sbraita arrabiato, l’altro più in basso che se la ride.
    Tutto ciò lancia la morale: quando saremo spiriti, ovvero nell’aldida, ovvero quando saremo fantasmi per l’appunto, chi se la riderà sarà colui che in vita è stato povero umile anzichè ricco blasonato.
    Per molti versi, parallela è anche la morale del "Cantico di Frate sole" del primo ecologista/ambientalista della storia (San Francesco d’Assisi).
    Carpe diem.

  • antonio osnato troiano
    19 agosto 2019, 10:34

    è il canto di amore del creato frutto dell’amore di Dio per l’uomo signore del creato che sta distruggendo con l’incuria la bellezza del creato.

  • GIUSEPPE DIPAOLA IMPIEGATO
    13 novembre 2019, 11:51

    Laudato si mi signore per tutte le tue creature: mai come oggi abbiamo avuto bisogno di rispettare questo verso,ma forse è troppo tardi

  • giuseppe
    15 aprile 2020, 23:46

    Non è possibile estrapolare un solo passaggio in particolare perchè tutto il Cantico nel suo insieme è un’opera d’arte dell’anima.

  • Daniele
    23 giugno 2020, 17:13

    "Beati quelli che la troveranno mentre stanno rispettando le tue volontà,
    perché la seconda morte, non farà loro male. "
    Mi chiedevo il significato di quel termine "seconda morte".

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