Non si finisce mai di studiare, è proprio vero: vi siete imbattuti nell’anafora? Significato ed esempi vi aiuteranno a comprenderne l’utilizzo eliminando ogni dubbio e perplessità. Questo tipo di figura retorica è infatti molto usata sia dai poeti che dagli scrittori italiani, che spesso la usano con un significato molto preciso.
Spesso ci si trova a dover analizzare la struttura di una poesia e ad imbattersi in questa particolare figura retorica, ben conosciuta sin dall’antichità.
Approfondiamo, allora, il significato di anafora attraverso la definizione e vediamo alcuni esempi per capire come e quando si usa.
Anafora: significato e caratteristiche
Il termine anafora deriva dal greco antico ἀναφορά, anaphorá, «ripresa», da aná, "indietro" o "di nuovo", e phéro, "io porto". La caratteristica di questa particolare figura retorica è infatti la ripetizione. Questa particolare figura retorica ripete quindi una parola, una frase o un costrutto, in modo da accentuare un concetto o un immagine. Gli elementi ripetuti nell’anafora non sono obbligatoriamente identici, ma possono anche avere delle leggere variazioni.
L’anafora per molti versi potrebbe ricordarci l’allitterazione. La differenza però, anche se a prima vista non è così immediata, è sostanziale: nell’anafora, infatti, a ripetersi è la parola o l’espressione con cui ha inizio il verso stesso o la proposizione principale. Diversamente nell’allitterazione a ripetersi e riproporsi sono dei suoni o delle parti della parola.
Pertanto si parla di anafora ogni qualvolta troviamo in principio di verso o di proposizione la condizione descritta sopra.
A ben vedere però nel cercare "anafora" non è inusuale trovare anche altre definizioni: in particolare la parola anafora può essere utilizzata con l’accezione religiosa. In origine, infatti, anafora veniva utilizzata anche per indicare il pane offerto durante la celebrazione eucaristica e successivamente, nelle funzioni religiose orientali, per designare la parte principale della celebrazione.
Oggi, in merito al significato religioso, si utilizza anafora con riferimento alla preghiera eucaristica anche se l’utilizzo in quanto figura retorica è senza dubbio predominante.
Ora che abbiamo compreso in maniera più chiara quali sono le caratteristiche dell’anafora andiamo a vedere alcuni esempi di poeti e scrittori che l’hanno utilizzata nei loro scritti.
Anafora: esempi illustri
Tra i tanti esempi che possiamo citare ne troviamo uno che senza dubbio è il più famoso, utilizzato più volte proprio spiegare tale figura retorica. Si tratta della citazione dantesca (Inferno - Canto III, vv 1-3):
«Per me si va nella città dolente, /Per me si va nell’eterno dolore, /Per me si va tra la perduta gente»
Dante mostra in modo palese la ripetizione, in modo da focalizzare l’attenzione della persona su quel "per me". Famosa anche la ripetizione che si trova nella poesia di Cecco Angiolieri:
S’i’ fosse foco, arderei ’l mondo;
s’i’ fosse vento, lo tempesterei;
s’i’ fosse acqua, i’ l’annegherei;
s’i’ fosse Dio, mandereil’en profondo;
Anche in questo caso il poeta vuole mettere in luce l’importanza che ha quell’io narrante. Diverso esempio lo troviamo invece in Pianto antico di Giosué Carducci:
Sei nella terra fredda,
sei nella terra nera
né il sol più ti rallegra
né ti risveglia amor.
In questo caso l’anafora che si ripete accomuna due versi per volta; in Gabriele D’Annunzio, ne "La pioggia nel pineto" invece il verbo rende bene, attraverso l’anafora, il movimento della pioggia e la sua regolarità:
piove sulle tamerici
salmastre ed arse,
piove sui pini
scagliosi ed irti
piove su i mirti
divini
Esempi di anafore non si trovano solo in poesie e componimenti, ma anche in filastrocche e proposte in prosa. Un esempio di filastrocca con anafora può essere "Filastrocca impertinente" di Gianni Rodari
Filastrocca impertinente,
chi sta zitto non dice niente;
chi sta fermo non cammina;
chi va lontano non s’avvicina;
chi si siede non sta ritto;
chi va storto non va dritto;
e chi non parte, in verità,
in nessun posto arriverà”.
Un esempio di anafora in un testo in prosa lo troviamo invece in un grande classico della letteratura italiana: I promessi sposi di Alessandro Manzoni, al capitolo VIII si legge infatti
Don Abbondio stava su una vecchia seggiola, ravvolto in una vecchia zimarra, con in capo una vecchia papalina.
Dare vita ad un’anafora inoltre non è quindi così difficile: pensiamo, ad esempio, a quando esprimendoci in modo formale e confidenziale diciamo più volte che sentiamo freddo, con l’idea di rafforzare il concetto che siamo in pieno inverno. Potremmo dire "è così fredda la giornata, è così dura la temperatura".
Abbiamo, così, creato un’anafora senza poi rendercene conto fino in fondo.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Anafora: significato ed esempi
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