Reo confesso
- Autore: Valerio Varesi
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2021
Come il "viaggiatore perplesso" di Saramago, il commissario Soneri della Mobile di Parma cerca pazientemente lo spirito dei luoghi, che si nasconde nell’ombra, salendo nei punti più alti per scrutare "il sordo e imperioso fragore della vita" (Josè Saramago, Quaderni di Lanzarote, Einaudi, 2010). Da questa vista dall’alto, passeggiando tra i bastioni della città natia, che gli offre "l’opportunità di guardare alle cose in una prospettiva sghemba e quasi sempre sorprendente", Soneri si imbatte in un uomo rannicchiato su di una panchina, tanto da sembrare "un fagotto gettato in un angolo". Forse perché la vista dell’uomo lo sorprende mentre sta meditando sul mistero della morte, e "forse perché la morte era di suo stupefacente, consistendo in un’aporia" che annulla "anche il pensiero con cui la si immagina, dunque se stessa", dapprincipio il commissario crede di aver scoperto un cadavere, ma basta poco ad accorgersi che l’uomo è vivo, e che la sua postura e il contegno innaturali servono per compiere un esperimento, una prova: "capire il valore di un uomo", e più precisamente,
"quanto tempo si può stare qui come un cadavere prima che qualcuno si decida a intervenire. Quanto si può resistere all’indifferenza, alla timidezza o all’imbarazzo altrui?".
Il contegno eccentrico dell’uomo stimola lo scetticismo costituzionale del commissario, attivandone fatalmente la curiosità, quel sentimento etico che scandito dal fumo dell’immancabile Toscano ne favorisce la lentezza contemplativa in cui consiste un senso ruvido ma profondo di giustizia e di umanità. Ne nasce un dialogo, nella nebbia "che continuava a rimanere sospesa alla stessa altezza, inamovibile da giorni", finché l’uomo guardando assorto oltre la vetrina di un bar confessa "con sorprendente serenità" di aver ucciso un uomo. Comincia così, con sapiente efficacia drammaturgica, Reo confesso (Mondadori, 2021), la nuova inchiesta del commissario Soneri. E dico "drammaturgica" senza alcuna forzatura nei confronti del genere letterario, il romanzo noir, giacché come lettore fedele delle opere narrative di Valerio Varesi non può sfuggirmi, e non mi sfugge, il solido background teatrale che sostiene la sua scrittura (non a caso da molte sue opere narrative, si pensi al recente L’ora buca, sono state tratte alcune felici ed efficaci riduzioni teatrali).
Ecco dunque che anche in questo nuovo capitolo del commissario della Questura di Parma si avverte un tema di fondo, una musca, una tinta peculiare che evoca atmosfere e intrecci di un filone teatrale in voga a ridosso della Seconda guerra mondiale, quello dei "processi morali", contrassegnato da un crudo realismo, orientato nell’indagine di questioni morali e sociali connesse al disordine e alle turbolenze dell’epoca storica, ma sempre con un tono di partecipazione pietosa per le vicende e i personaggi rappresentati.
È il teatro, per intenderci, di Ugo Betti e di opere quali Corruzione a Palazzo di Giustizia del 1944, tanto per ricordare un titolo esemplare e oggi forse dimenticato, in cui ritroviamo storie che principiano da fatti di cronaca banali, spesso individuali, che assumono nello sviluppo del dramma una risonanza universale in grado di evocare una condizione umana di solipsismo, spaesamento, turbamento morale che non è di un tempo circoscritto nella storia ma di ogni epoca, di ogni civiltà, ogni qualvolta la condizione umana si rispecchia nel proprio limite, nella consapevolezza di vivere in una realtà più complessa e sfuggente di qualsiasi ideologia, valore e schema precostituito.
È importante che dietro questo genere teatrale in voga tra le due guerre del secolo scorso sia avvertibile l’influenza di Pirandello e del suo inconfondibile sentimento relativistico della realtà e della vita umana, sempre tendente a una catarsi, al recupero di un’innocenza irraggiungibile, dal fondo di una coscienza della contraddittorietà dell’animo umano. Mi sembra che in queste precise coordinate vadano a collocarsi le opere narrative di Varesi, sia che ci inviti a seguire le indagini e i rimuginii del suo celebre commissario, sia quando rievoca gli episodi più torbidi della nostra storia contemporanea (Lo Stato di ebbrezza), sia quando ne L’ora buca ci guida nei meandri di una civiltà sempre più immateriale e alla deriva in balia di un cortocircuito inarrestabile tra realtà e virtualità ormai tra loro indistinguibili.
Tornando all’ultima inchiesta di Soneri, che il lettore avrà il piacere e il godimento di delibare per conto proprio senza indebiti spoiler del recensore, essa si sviluppa in modalità (drammaturgiche, oltre che narrative come si diceva) complesse e sorprendenti fino allo scioglimento finale. Basterà aggiungere che anche in questo capitolo a rendere pregevole il racconto è l’abilità di Varesi di oltrepassare le angustie del romanzo a tesi, dell’affresco sociale e civile (ma al contempo anche del puro e semplice rompicapo poliziesco a scopo di intrattenimento), dosando con perizia gli ingredienti di un simbolismo, poetico che trae linfa dallo spirito e dalle atmosfere profondamente rivissute e interiorizzate del paesaggio e dell’ambientazione della storia.
Basta un piccolo dettaglio, durante l’interrogatorio surreale in Questura, quando il reo confesso al cospetto di un Soneri accigliato e perplesso dichiara di essere "parmigiano del sasso" (e "il sasso voleva dire il selciato, non la terra e l’erba di chi viene al mondo tra le vacche"); basta l’indirizzo e il civico dove è avvenuto il delitto, via Carmignani 8, un territorio di confine, "tra case e campi, dove chi scendeva al capolinea del bus restava qualche secondo a chiedersi se quello fosse l’ultimo lembo di campagna o il primo avamposto di città".
Basta questo, una visione di scorcio, perché Pirandello nelle pagine di Varesi incontra Simenon, per attivare un’illuminazione, una simbolica linea di confine tra la banale quotidianità e il mistero; per svelare il silenzio dell’invisibile nell’ordinario rumore che ci circonda, per fare di una storia un’eco della nostra inconciliata coscienza.
Reo confesso: Un'indagine del commissario Soneri
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