Perché tu non ti perda nel quartiere
- Autore: Patrick Modiano
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2015
Con il romanzo Perché tu non ti perda nel quartiere, pubblicato da Einaudi, torna in libreria Patrick Modiano, Premio Nobel per la Letteratura 2014, con la traduzione di Irene Babboni.
“Il telefono aveva suonato da Jean Daragane verso le quattro del pomeriggio, nella stanza che lui chiamava lo studio”.
Dopo sei mesi di assoluto silenzio, il suo telefono aveva squillato e una voce che al settantenne scrittore era apparsa melliflua e minacciosa annunciava di aver ritrovato il suo taccuino degli indirizzi chiedendogli un rendez-vous per restituirlo. Parigi era illuminata dalla luce di quell’estate indiana che donava alle sue strade una dolcezza senza tempo. La capitale della Francia era oppressa da un caldo anomalo per il mese di settembre “che accentuava la sua solitudine”. Il giorno seguente Jean, il quale conduceva la sua esistenza fuori dal resto del mondo, si era recato all’appuntamento al caffè in rue de l’Arcade, dove doveva avvenire l’incontro. Un uomo sulla quarantina, Gilles Ottoline “pelle color avorio, occhi neri, naso aquilino”, si era presentato con un’amica, Chantal Grippay “bruna sulla trentina, i capelli lunghi sulle spalle”, scusandosi per il ritardo. Gilles aveva consegnato a Jean il taccuino dicendogli di averlo trovato per terra sotto un divanetto nel buffet de la Gare de Lyon. Ottoline aveva rivelato a Daragane di averlo sfogliato e di aver notato il nome di una persona, Guy Torstel, che gli poteva essere utile per la redazione di un articolo riguardante un fatto di cronaca accaduto alcuni anni prima. Daragane non ricordava a chi si riferisse il nome e rispose che non poteva essergli d’aiuto. Una volta congedatosi Jean si era seduto su una panchina mentre rifletteva sull’incontro appena avvenuto. La città intorno a lui sembrava estranea ed era stato tentato di stracciare il suo block-notes. Gli unici numeri mancanti che avrebbe voluto comporre li ricordava a memoria ma purtroppo nessuno avrebbe risposto. Alcuni giorni dopo Chantal consegnò a Jean un dossier che Ottolini aveva scritto in cui appariva la foto di un bambino legata a una vicenda accaduta settant’anni prima. Lo scrittore iniziava a ricordare episodi del suo passato “era finalmente riuscito a identificare quel Torstel”, fra i quali spiccava quello relativo al volto di una donna che lo teneva per mano e che nella tasca gli aveva infilato un biglietto dove era scritto il suo indirizzo di casa in caso si fosse smarrito. Jean si trovava così costretto a intraprendere un viaggio a ritroso nella memoria attraverso ricordi che aveva rimosso.
Modiano, che vive a Parigi accanto ai Giardini del Lussemburgo, scrive i suoi libri in uno studio le cui pareti sono ricoperte di volumi. “La fase del mio mestiere più gradevole è quella specie di fantasticheria iniziale. Fra un libro e l’altro mi prendo una pausa perché occorre aspettare un po’ affinché risorga qualcosa che si è dimenticato”, ha recentemente dichiarato l’autore, nato nel 1945 a Boulogne Billancourt, città poco distante da Parigi da padre ebreo francese di origini italiane e da madre belga di etnia fiamminga.
La prosa sobria e nitida dell’autore sembra suggerire che la memoria come uno specchio rimanda sempre a un’altra immagine. Non è un caso che nell’esergo del libro ci sia una significativa frase di Stendhal:
“Non posso restituire la realtà dei fatti, posso solo presentarne l’ombra”.
Infatti, nei romanzi dello scrittore vi è sempre un fattore che scatena un ricordo rimosso creando suspense. I fedeli estimatori del Premio Nobel sanno quanto sia importante nelle sue trame la sua amata città, Parigi, complice e affascinante testimone dei suoi inquieti e singolari personaggi.
“In una grande città ci si può perdere o sparire. Si può anche cambiare identità e vivere una vita nuova”. Dal discorso di accettazione del Premio Nobel per la Letteratura 2014.
Perché tu non ti perda nel quartiere
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