Perdutamente
- Autore: Flavio Pagano
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Giunti
- Anno di pubblicazione: 2013
Chiunque abbia o abbia avuto una persona cara gravemente malata conosce bene la girandola di stati d’animo spesso opposti fra di loro che il prendersi cura di chi non può più farlo da solo comporta. Se poi si tratta di un genitore che perde la propria autosufficienza e magari anche la propria lucidità, allora da figli si diventa in prima persona genitori e nella disperazione, ma anche nella tenerezza, di chi si sta inesorabilmente allontanando da noi, ripercorriamo ogni momento della nostra vita precedente, non sapendo se pregare affinché ci sia concessa ancora una flebile speranza o se augurarci la fine delle sofferenze per tutti. Chi, per sua fortuna, non ha questa esperienza, potrà essere colpito e disturbato dal continuo rifugiarsi nell’ironia, nella risata come scudo per la propria mente e il proprio cuore, non sapendo che, spesso, è l’unica arma della quale dispone chi soffre.
Succede a questa famiglia napoletana, che, un brutto giorno, viene colpita in pieno da una tragedia assurdamente comune: l’anziana mamma si ammala del morbo di Alzheimer. A partire dalla telefonata dell’amico che l’ha trovata alla stazione in stato confusionale, gli equilibri familiari cambiano e si raccolgono tutti intorno a lei, come satelliti in orbita intorno a un pianeta, con la tristezza e la rabbia verso il destino, la paura del distacco e la ricerca di un momento da tenere stretto malgrado la sofferenza e la malattia. I familiari oscillano fra momenti in cui cercano una soluzione logica, sostenendo che non è più possibile tenere la malata in casa, e altri in cui l’attaccamento all’anziana mamma e nonna ha il sopravvento e regala loro dosi di forza e tenacia per non abbandonarla. La spensieratezza napoletana si intreccia alla pesantezza della situazione, e aiuta i familiari ad affrontare le difficoltà con filosofia e senza perdere la voglia di prendersi in giro, con quella punta di teatralità che spinge il capofamiglia a cercare per sé e per i suoi un ruolo da interpretare, per capire quale sia il loro posto nel crudele disegno che la vita ha pensato per loro.
Si arriva a un punto nel quale né il lettore né i protagonisti riescono più a capire dove finisca l’altruismo e dove inizi l’egoismo, quello di voler tenere vicina la persona cara il più a lungo possibile malgrado il dolore e i disagi che questo comporta per tutti e per lei in prima persona. Si agisce per il suo bene, per darle ancora una piccola gioia prima della fine, o per mettere a posto la propria coscienza, per poter dire di avere fatto davvero tutto? Pesa di più il farle terminare la vita nella sua casa, fra i suoi cari, o il voler a tutti i costi sapere cosa abbia scritto in quella lettera che ha preparato per loro quel giorno, prima di recarsi alla stazione, ma non ha voluto, finora, consegnare a nessuno, scatenando ipotesi su luoghi cari alla sua giovinezza o perfino ex amanti da raggiungere in treno? I protagonisti la assecondano in tutto, elaborano piani per liberarsene, inscenano una pantomima per farle credere che San Gennaro sia venuto a prenderla, si odiano per il fatto di desiderare che tutto finisca e li liberi. Quando, però, il figlio maggiore riesce a leggere la lettera e apprende la vera meta del viaggio che la madre voleva intraprendere, lo schiaffo che riceve in pieno viso si riflette con forza anche su quello del lettore.
Pubblicato da Giunti nel 2013, "Perdutamente" di Flavio Pagano è un libro che fa del male, ma che in qualche modo fa sì che chi viva una simile esperienza non si senta solo e riesca a sorridere di se stesso.
Perdutamente
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