Norferville di Franck Thilliez

Norfeville, città immaginaria, frutto della creatività dello scrittore francese Franck Thilliez, fa da scenario a uno dei thriller più efferati ma coinvolgenti di questo autore e dà anche il titolo al romanzo in Italia edito da Fazi. Parte di ciò che viene raccontato è reale e tocca temi dolorosi quali le violenze contro gli abitanti del luogo, gli indiani innu, popolazione autoctona originaria dell’estremo Nord americano. Là, in quell’universo ostile dove tutto è bianco, e dove lo Tshiuetin, il freddo vento del Nord gela le ossa, c’è un’immensa solitudine.
Ai lati più estremi della Terra, dove la sopravvivenza è troppo difficile, sorgono solo città minerarie abitate da uomini che affrontano le asperità di un clima e di un territorio ostile di cui vorrebbero, però, farsi padroni, manifestando il proprio potere soprattutto sulla popolazione innu

Nessuna strada portava a Norferville. Nessuna strada permetteva di uscirne. Era una triste prigione in mezzo alla taiga.

Nei boschi intorno alla cittadina, in mezzo alla neve, viene ritrovato il cadavere di una giovane donna francese brutalmente uccisa e mutilata. Suo padre, Teddy Schaffran, un criminologo francese che da tempo aveva perso anche la moglie, vola subito in Canada e si unisce alla squadra di ricerca per rintracciare l’assassino.
A partecipare alle indagini oltre al capo della polizia locale Liotta, c’è Léonie Rock, una giovane donna coraggiosa.

- Frena l’entusiasmo Rock. Se mando te, è perché conosci il territorio. Avrei preferito che quel posto restasse quello che è stato finora, un lontano puntino su una mappa. Ma sfortunatamente ricade sotto la nostra giurisdizione, perciò tocca a noi occuparcene -
Léonie era certa di non aver ben capito.
- Non starà mica parlando di …. Norferville?
- E di cosa sennò? –
La donna cercò di restare impassibile…..
- Spiacente, comandante … ma non ho più niente a che fare con quel posto….

La giovane donna, nata da padre bianco e da madre indigena della riserva, conosceva bene Norferville ma serbava amari ricordi che l’avevano indotta a lasciare quella terra e a seppellire il pensiero di un antico trauma. Léonie, seppur reticente, viene inviata dal suo capo a indagare in collaborazione con Liotta il sergente locale che a lei però non ispira fiducia.
Per fortuna è presto raggiunta da Teddy Schaffman, padre della vittima; entrambi uniranno le forze per indagare in una cittadina dove gli indigeni sono riluttanti a parlare con chiunque, ancor più con la polizia.
Le indagini sono assai complesse: si cerca “Lince”, un soprannome che potrebbe ricondurre a colui che ha usato una violenza bestiale nei confronti di Morgane , figlia di Teddy.
A causa della posizione geografica e del clima estremamente rigido, l’assassino è necessariamente residente in città o comunque nelle abitazioni vicine alla miniera e ciò potrebbe restringere le indagini.
In realtà la ricerca si fa complessa: l’individuazione di un presunto colpevole conduce ad ulteriori piste d’indagine fino a che l’antica violenza subita da Léonie va a ricongiungersi con l’efferato delitto palesando una realtà ben più agghiacciante del clima locale.

Norferville (Fazi, 2024, traduzione di Daniela Di Lorenzo) è un romanzo da brivido e non solo per la latitudine a cui quel luogo è situato. Si rivela una lettura terrificante ma assolutamente avvincente.
Franck Thilliez cattura i lettori dall’inizio alla fine e con estrema bravura conduce a una possibile soluzione della vicenda, ne ribalta gli esiti e da lì riparte ancora in un’estenuante ricerca della verità.
Norferville è un thriller attraverso il quale l’autore affronta tematiche assai importanti, purtroppo reali e documentate quali il predominio dei bianchi, la violenza sulle popolazioni indigene, in particolare sulle donne, nonché la distruzione della natura per ottenere enormi profitti economici.