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Recensioni di libri

Magari domani resto di Lorenzo Marone

Feltrinelli, 2017 - Il romanzo, misto di malinconia e speranza, ci fa conoscere una donna come tante eppur straordinaria; è il romanzo dei sentimenti palesi e nascosti, dei desideri inaspettati, degli incontri inattesi e dei ricordi chiusi dentro al cuore.

Giovanna Giraudi
Giovanna Giraudi Pubblicato il 10-03-2017

4

Magari domani resto

Magari domani resto

  • Autore: Lorenzo Marone
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Casa editrice: Feltrinelli
  • Anno di pubblicazione: 2017

Luce Di Notte, napoletana, residente nei Quartieri Spagnoli, cuore e parte storica della città, è un giovane avvocato desideroso di far carriera. Capelli corti, un fisico asciutto ma con un che di sensuale, Luce mostra un carattere forte e determinato, forgiato un po’ dalla natura ma molto anche dalle avversità cui la protagonista ha dovuto far fronte fin dall’infanzia. Ecco come si apre il nuovo romanzo di Lorenzo Marone, “Magari domani resto” (Feltrinelli, 2017) che si preannuncia già come un nuovo successo dell’autore, così tanto legato alla natia Napoli da ambientare sempre i suoi scritti in questa città.

La protagonista è fulcro di tutte le vicende e attorno a lei si dipanano eventi e ruotano personaggi con caratteristiche ben delineate, non dissimili da quelle degli abitanti della Napoli vera con vizi e virtù ben tratteggiati, con i sentimenti positivi e non che al Nord magari si celano un po’ di più e che invece si fanno vivi e palpitanti nel “paese d’ ’o sole”.
Luce è una giovane donna determinata e questa sicurezza manifesta è dovuta anche al fatto d’esser stata costretta, fin da piccola, a “far un po’ da sé”, a rinunciare a una parte degli affetti perché papà, fantasioso, allegro ma un po’ perdigiorno, troppo presto se n’era andato e poi, lontano da casa, aveva perso la vita. Mamma aveva cresciuto lei e il fratello con l’aiuto della nonna anche se le due donne parevano, per motivi a Luce sconosciuti, non andare molto d’accordo.
Dopo la laurea e un piccolo impiego presso uno studio legale, Luce può tentare la via dell’indipendenza e vivere in un appartamento da sola. Il fratello è ormai lontano, al Nord e fra Luce e mamma permane un po’ d’incompatibilità, un’incomunicabilità di fondo. Mamma infatti è una donna molto, troppo onesta, dedita al sacrificio, persino un po’ bigotta con tutte quelle idee di far la sagrestana e la catechista; questo non è l’atteggiamento di Luce che, seppur interiormente assai pulita, si muove in Vespa per respirare aria di libertà e s’accompagna a chi più le piace, primo fra tutti Alleria, Cane Superiore, un incrocio di più razze in quello che diventa il suo amico più stretto.
Eppure a quell’età Luce dovrebbe essere in altra compagnia, come già diceva nonna, ma il destino non è stato generoso con lei che fino a poco tempo prima si era illusa di restare per la vita con quello che diviene poi, come lo definisce lei stessa, un “miserabile” perché in quattro e quattr’otto, con un SMS, le comunica di non esser più sicuro di volere una storia seria e di aver bisogno di un po’ di tempo per riflettere lasciandola sola in un misto di smarrimento e rabbia.

Ecco allora Luce ancora a fare i conti con le partenze improvvise, i vuoti nel cuore; ma lei non si dà per vinta e accetta una nuova causa presso l’avvocato Arminio Geronimo: dovrà occuparsi di una coppia in crisi e soprattutto osservare molto attentamente i comportamenti della moglie per valutare poi se sia degna del compito di madre. Non è questo un incarico che aggradi molto la protagonista la quale, seguendo un istinto assolutamente femminile che poco s’addice alla sua zazzera drasticamente tagliata dopo la delusione sentimentale, sente già d’esser un po’ dalla parte della donna. Ma, per continuare ad essere una donna libera ed anticonformista, con un look tra lo scugnizzo e Top Gun, è costretta ad accettare l’incarico.
Da qui in poi molte saranno le nuove presenze, le amicizie che Luce contrarrà; prima far tutte c’è la figura d’un vecchietto dall’animo vivace ma dalle gambe non più abili, Don Vittorio, il vicino di casa con cui la protagonista accetta di dividere i pasti e qualche ora della giornata e poi l’incontro con loro, Carmen Bonavita e Kevin, rispettivamente madre e figlio, le persone che lei dovrebbe, per lavoro, attentamente osservare. Il suo capo si aspetta, viste del richieste del coniuge assai danaroso, che Luce trovi in Carmen questo o quel difetto o vizio che non le permetta più di tenere con sé il figlio. Una serie di eventi non programmati metterà però Luce in contatto con Carmen e tra loro nascerà un rapporto ben diverso da ciò che doveva essere. Da qui in avanti c’è lo scorrere del romanzo che non s’intende svelare per non togliere al lettore il piacere di leggere avidamente il libro pagina dopo pagina.

Si può solo commentare che questo è il romanzo dei sentimenti palesi e nascosti, dei desideri che nessuno immaginava d’avere, degli incontri inattesi e dei ricordi chiusi dentro al cuore. Luce si scopre ben più tenera di quanto lei stessa potesse immaginare: accanto a Kevin prova sentimenti quasi sconosciuti, di certo inespressi per lei che sembrava detestare i bambini; le nuove vicende, miste forse ad una maturità in pieno fiore, la fanno finalmente apparire diversa, le rompono l’apparente corazza, la rendono capace di sorridere, di guardare al presente e al passato con occhi nuovi, di perdonare ciò che faceva male e poi di spiccare il volo così come farà Primavera, la rondinella da lei raccolta, accudita da Don Vittorio e coccolata anche da Kevin. Come già scritto, Napoli fa da sfondo alle vicende e ci par tra le pagine di respirare un’atmosfera simile a quella di Eduardo cinquant’anni fa. Allora, reduci dal periodo bellico, tanto ci s’affidava a San Gennaro per ricevere ‘a grazia; adesso molto è cambiato ma la famiglia, seppur “sgarrupata”, è come decenni fa cardine della vita e luogo da ritrovare per poi spiccare il volo. “Magari domani resto” mostra anche stralci su ciò che non è il Bene, ovvero sulla Camorra ma riguardo a ciò l’autore non s’addentra particolarmente lasciando la triste situazione, purtroppo attuale, un po’ sullo sfondo.

Il romanzo, misto di malinconia e speranza, ci fa conoscere una donna come tante eppur straordinaria allo stesso tempo e accanto a lei Don Vittorio attraverso il quale Lorenzo Marone esprime una filosofia di vita che è la sua ma anche quella di tanti e che va dritta al cuore. A conclusione, quindi, è giusto citare almeno una fra le sue frasi più efficaci sulla vita, una fra le perle di saggezza

“Mi dispiace contraddirti, ma non credo che siamo solo quello che abbiamo vissuto. Il nostro trascorso può intaccarci fino a un certo punto, ma c’è una parte che resta sempre integra, sempre nuova, pronta a ripartire e a indicarci altre strade. È dentro ognuno di noi, anche se molti nemmeno sanno di possederla, e sta li in attesa di essere utilizzata per qualcosa di straordinario”

Nulla da aggiungere quindi se non: “Magari domani resto”, lettura assolutamente consigliata.

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Magari domani resto

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