Le cose crollano
- Autore: Chinua Achebe
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: La nave di Teseo
- Anno di pubblicazione: 2016
Chinua Achebe (nato a Ogidi, Nigeria, nel 1930 e deceduto a Boston nel 2013) è considerato tra i più grandi scrittori africani. Le cose crollano (La nave di Teseo, 2016, trad. A. Pezzotta) è stato tradotto in oltre 50 lingue, venduto in più di 10 milioni di copie in tutto il mondo e attualmente adottato come libro di testo in moltissime scuole africane.
Il successo di questo romanzo si deve a molti fattori. Innanzitutto il protagonista, Okonkwo: uomo tenace, determinato, aggressivo, ma non corrispondente allo stereotipo comune dell’eroe; per nulla affabile, anzi scorbutico e scontroso. Il lettore ne segue l’ascesa.
Secondariamente l’ambientazione: siamo a Umofia, paese igbo immaginario sulla sponda orientale del fiume Niger. Il lettore è immerso negli usi e costumi degli igbo, tanto distanti (e perduti?) quanto ammalianti e suggestivi. Anche in questo caso l’armonia locale subisce un brusco cambiamento con l’arrivo dei primi missionari britannici.
Terzo elemento di interesse è composto dalla lingua del romanzo di Achebe: la voce narrante onnisciente è alla terza persona e utilizza un ricchissimo repertorio di proverbi ed espressioni in igbo (non tradotti neppure nella versione in lingua originale inglese), di cui si rimanda a un glossario in appendice. Ciò rende la narrazione veritiera, con un fortissimo richiamo alla tradizione locale.
“La notte era molto tranquilla. Lo era sempre, tranne quando c’era la luna. Le tenebre incutevano un vago terrore a quella gente, anche ai più coraggiosi. Ai bambini si raccomandava di non fischiare di notte, per paura degli spiriti maligni”.
Tante cose “crollano” in questo coinvolgente romanzo, ma non la sua indubbia qualità e portata. Le vicende che hanno luogo a Umofia e, più in generale, in tutti i paesi africani colonizzati hanno la magia e la potenza di riecheggiare in ogni lettore europeo.
Le cose crollano
Amazon.it: 17,10 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Le cose crollano
Lascia il tuo commento
Come riuscire a coinvolgere emotivamente un lettore “occidentale” nelle infinite situazioni della vita sociale e privata di un villaggio immaginario africano agli inizi del XIX secolo?
Trasmettere il pathos degli innumerevoli riti ancestrali religiosi e non;delle atmosfere ambientali,sociologiche,relazionali delle microstorie raccontate del quotidiano vivere della comunità:rapporti famigliari,amicizie,lotta per la sopravvivenza , e soprattutto la stupefatta reazione degli indigeni di fronte al dilagare della presenza dell’uomo bianco?
Imprescindibile appare a tale scopo una analisi testuale del romanzo di Achebe , al fine di capirne la specificità della struttura stilistica adoperata dallo scrittore e che il lettore attento dovrà utilizzare per comprendere appieno la descrizione dei flussi emozionali dei singoli personaggi, e delle tante microstorie delle quali è intrisa tutta la storia narrata .
E’ uno stilema personalissimo quello di Achebe, strutturato da un linguaggio scorrevole, incisivo ,mai eccessivo, sempre con toni pacati, discorsivi, essenziali: è la rappresentazione narrata della psicologia di un popolo che di fronte al crollo della propria identità reagisce con “stupore” e “incredulità”; sentimenti per secoli ritenuti caratteristiche di popoli da civilizzare ed invece rappresentano l’ affermazione di una precisa identità culturale magistralmente evocata da Achebe nella narrazione meticolosa dei fatti del microcosmo sociale del villaggio africano di Umuofia.
L’isolato gesto di ribellione di Okonkwo-orgoglioso guerriero del villaggio- contro le prevaricazioni dell’uomo bianco; il tragico epilogo di tale gesto, insieme alle rassegnate lacrime di dolore dell’amico Obierika sembrano preludere al crollo ineluttabile di una intera civiltà .