La ragazza senza radici
- Autore: Cristina Caboni
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Garzanti
- Anno di pubblicazione: 2024
Il nuovo romanzo di Cristina Caboni La ragazza senza radici (Garzanti, 2024) supera l’en plein della prima fortunata decina di romanzi precedenti, alcuni dei quali best seller di successo internazionale. Ancor prima che questa undicesima opera letteraria venisse distribuita nelle librerie (in vendita dal 22 ottobre 2024), nei giorni in cui la Caboni era ospite d’onore al Salone del libro di Francoforte nel gruppo di rappresentanza per l’Italia, il suo editore per la Germania non ha esitato a comunicarle la decisione di pubblicare la traduzione de La ragazza senza radici in lingua tedesca.
Sin dalle prime pagine colpisce la finezza stilistica con cui la scrittrice, ancora una volta, riesce a raccontare le storie, a dimostrazione che la scrittura di un libro può diventare un’opera d’arte raffinata, paragonabile a certi merletti sottili realizzati col tombolo. Un lavoro artigianale impegnativo che richiede precisione e pazienza, ma non solo: è anche un affresco, l’opera di una vera artista, con sfumature cromatiche che variano in base allo sfondo, spesso suggestivo, in cui si svolgono le vicende narrate. Un esteso dipinto dove i personaggi ben delineati esprimono carattere, umanità e valori fondamentali.
La Caboni ribadisce spesso, per bocca dei suoi protagonisti, l’importanza della gentilezza.
Le aprì la porta e attese che lei entrasse, non era abituata a quel genere di cortesie. Allo stesso tempo, però, era sensibile alla gentilezza
scrive l’autrice riferendosi ad Adeline, la protagonista principale del libro. Una ragazza che ha, dietro di sé, un’infanzia difficile e un’adolescenza tormentata. Da giovane adulta il passato continua a condizionare la sua vita e i rapporti con gli altri, non avendo ancora accettato la difficile condizione di ragazza senza genitori, abbandonata dalla madre sin dalla nascita e costretta a trascorrere un lungo periodo in casa-famiglia, senza riuscire ad adattarsi per la durezza delle regole e dell’ambiente circostante. Damien, il suo supervisore, sarà per lei la figura di riferimento principale, quasi un padre, con due figlie ancora bambine che con affetto ricambiato la considerano una loro zia. Il loro rapporto entrerà in crisi quando Adeline scoprirà alcune verità inaspettate su Damien.
L’incontro di Adeline con Miranda, imprenditrice che possiede una tenuta viti-vinicola a Sanremo, cambierà la sua vita, offrendole accoglienza, affetto, equilibrio e stabilità. La loro conoscenza inizia all’interno del Municipio di Nizza, dove Adeline lavora da molti anni come archivista. La donna proveniente da Sanremo vorrebbe avere informazioni sul figlio che credeva morto, convinta di averlo visto comparire, all’improvviso e ormai adulto, durante una degustazione di vini; è sicura di averlo riconosciuto essendo molto simile al padre, un ufficiale morto in guerra, e non riesce a darsi pace nel suo disperato bisogno di ritrovarlo.
Miranda e Adeline
si capivano perché erano uguali. Una madre che cercava un figlio, una figlia che cercava una madre.
Un altro personaggio fondamentale del romanzo è Janus: un amore nato ai tempi dell’università, tra una ragazza molto giovane e un ragazzo ormai al culmine della sua formazione studentesca. Un amore interrotto per volontà di Ada (come lui la chiama) che si allontana, dopo aver finto e mentito per paura, non osando rivelargli tutta la verità del suo passato. Un amore che rifiorisce dopo tanti anni, quando Janus diventa il suo nuovo responsabile, nel reparto in cui Adeline svolge il lavoro di archivista.
La ragazza senza radici non è soltanto un romanzo d’amore, nelle sue varie forme e declinazioni, ma è anche un libro sull’importanza delle proprie origini e sulla memoria del passato di ciascuno. Il focus della storia, come si può intuire dal titolo, sono le radici, intese come base che determinano la stabilità della nostra vita terrena, materiale, morale e spirituale.
Il nuovo romanzo di Cristina Caboni è un libro che trasmette messaggi di speranza. Storie simili che si intrecciano e in parte si risolvono con la determinazione a non arrendersi mai, a non perdere la fiducia di conoscere ciò che è stato fondamentale per poter realizzare quel che ognuno è diventato, anche grazie al suo doloroso passato. Un libro che esprime, inoltre, l’importanza di riuscire a vedere la bellezza che abbiamo intorno.
Molto eloquente, su questo aspetto, la dedica dell’autrice che precede il romanzo:
Alle anime gentili. A chi sceglie il sorriso e la dolcezza e intorno costruisce mondi. A coloro che sanno cogliere la bellezza e, generosi, la spartiscono con i vicini.
Importante anche l’insegnamento di un professore, che continua a essere presente nei pensieri di Adeline come una guida costante.
Pensa in grande Adeline, osserva il caos senza giudizio, cogli la sua bellezza. Ordinalo e scoprirai le opportunità che nasconde.
E poi ancora, nel corso della narrazione, sul legame sempre più forte tra la protagonista e Janus, si legge:
[...] lei aveva imparato ad apprezzare la sua caparbia volontà di vedere il bello.
Bellezza che la Caboni riesce a esprimere in modo efficace, anche nel parlare della terra con i filari delle viti curate con grande passione da Miranda nella sua bella tenuta di Sanremo, che arriva fino al mare; una forte connessione con la natura che le ha permesso di sopravvive e amare la vita nonostante la grave perdita del figlio. Una figura esemplare di donna e madre, forte e combattiva, che cade stroncata dal dolore, si rialza, riprende a dedicarsi alla vigna e a tutti coloro che le sono vicini con grande generosità.
Come tutti i libri di Cristina Caboni, anche questo contiene un lavoro impegnativo di ricerca, stimolante e istruttivo per chi legge i suoi romanzi. In quest’ultimo, dove il vino è tra i protagonisti delle storie narrate, ogni capitolo viene introdotto da una nota interessante che appaga la curiosità dei lettori, soprattutto tra gli estimatori di questa preziosa bevanda che ha una storia affascinante e antica.
“Hai mai sentito parlare delle zone blu del pianeta?” dice Adelina. E Janus risponde: “Se non sbaglio sono i luoghi nei quali la qualità della vita è così alta da avere la più grande concentrazione di centenari”.
[...] “Il vino rosso è uno dei probabili fattori di longevità.”
Queste considerazioni che la Caboni inserisce nel libro si riferiscono in modo particolare alla sua terra, la Sardegna, e soprattutto alla regione dell’Ogliastra, che vanta la concentrazione maggiore di centenari. E tra una curiosità e l’altra sul vino, le immagini dei paesaggi suggestivi nei viaggi in macchina tra Nizza e Sanremo e la tenerezza che suscita la protagonista inquieta finché non riesce a far pace con il suo passato, La ragazza senza radici si può sorseggiare, pagina dopo pagina, come un buon calice di rosso. Un buon bicchiere di Cagnulari o di Cannonau, che sono due dei vitigni più diffusi in Sardegna, da tremila anni almeno, come dimostrano i ritrovamenti a Monte Zara, nel territorio di Monastir, in provincia di Cagliari.
La ragazza senza radici
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Un libro perfetto per...
Agli amanti del buon vino e a tutti gli astemi che vogliono inebriarsi con le storie amabili e corpose di questo romanzo.
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La ragazza senza radici
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