La maestra del vetro
- Autore: Tracy Chevalier
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Neri Pozza
- Anno di pubblicazione: 2024
Esce oggi 17 settembre per Neri Pozza La maestra del vetro (titolo originale The Glassmaker, traduzione di Massimo Ortelio) ambientato nella Venezia rinascimentale e fino ai giorni nostri, il nuovo libro di Tracy Chevalier, autrice del bestseller La ragazza con l’orecchino di perla.
Domenica 29 settembre alle ore 15 Tracy Chevalier concluderà la giornata e la prima edizione del Festival di Neri Pozza Wunderkammer (Verona, 27-29 settembre) raccontando il suo prossimo romanzo in dialogo con la giornalista, conduttrice e scrittrice Benedetta Parodi.
La Città d’Acqua è senza età.
Venezia e le isole che ha intorno danno l’impressione di essere fuori dal tempo. E forse lo sono. Venata di canali, la città è costruita su pali di legno nella laguna, la sua immagine e molta della sua squisita architettura sono rimaste immutate per centinaia di anni. Oggi le barche vanno a motore ma il tempo sembra scorrere a una velocità diversa rispetto al resto del mondo. Uno degli splendidi tesori di Venezia è il vetro di Murano, isola che le sta di fronte, dove da secoli esperti artigiani trasformano sabbia, aria e fuoco in opere d’arte. Un luogo dove la magia è di casa e le famiglie di vetrai come i Rosso sono schiavi consapevoli della loro abilità.
Facciamoci condurre nel mondo dei Rosso a Murano per mano dalla fanciulla dall’intenso volto botticelliano, ritratta nella copertina di questo imperdibile romanzo.
Siamo nel 1486, all’apice del Rinascimento, e Venezia gode della sua posizione al centro dei commerci dell’Europa e di gran parte del mondo conosciuto. Viene da pensare che la Città d’Acqua sarà per sempre ricca e potente. Orsola Rosso, nove anni, viveva a Murano, ma ancora non lavorava il vetro. Bambina intelligente e curiosa, si era intrufolata nel cortile della famiglia Barovier, le stelle più fulgide nel cielo dei vetrai. Il cortile era attorniato da piccoli edifici: un fondaco che conteneva altro vetro, la cenere, la sabbia e la calce con cui venivano creati i prodotti e, al di là di una porta socchiusa, si scorgevano scaffali pieni di piatti, ciotole e vassoi, vasi di diverse forme, dimensioni e colori, file e file di bicchieri, lampadari come polpi aggrovigliati fra loro, il tutto in attesa di essere imballato e spedito ad Amsterdam, Lisbona, Londra, Amburgo o Costantinopoli, città lontane che a volte Orsola sentiva nominare da suo padre Lorenzo. Accanto al cortile c’era una botteguccia, dove si potevano acquistare i prodotti finiti.
La vetreria Barovier era simile a quella della famiglia di Orsola, anche se la loro era più piccola e Lorenzo Rosso esigeva che fosse sempre tutto pulito e in ordine. Ogni bottega aveva uno stile diverso, dettato dal carattere del maestro. Evidentemente il maestro Giovanni Barovier era un tipo disordinato, ma in quel caos Angelo Barovier, padre di Giovanni, aveva creato innumerevoli invenzioni, fra cui il cristallo veneziano e il calcedonio, un vetro che somigliava alla pietra dura che porta lo stesso nome. Inoltre, erano stati i Barovier a ideare la tecnica che consentiva di tirare il vetro in lunghi steli, adoperati ormai da tutti i maestri per le decorazioni di calici, lampadari e vassoi.
Angelo era morto da parecchi anni, ma Giovanni portava avanti la tradizione dei Barovier, custodendone gelosamente i segreti. Tutte le famiglie di vetrai avevano le loro tecniche e ricette e le tenevano per sé: agli estranei non era consentito di guardarli mentre lavoravano. All’interno del laboratorio, tra tanti uomini, ragazzi, garzoni e garzonetti, Orsola aveva notato una figura femminile, Maria “Marietta” Barovier, figlia di Angelo e sorella del Maestro Giovanni, una delle rare maestre del vetro, una virago senza peli sulla lingua che stava lavorando a un nuovo tipo di perla, il cui esempio avrebbe forgiato il futuro di Orsola Rosso. “Fuori di qui, Rosso! Spia”.
Un’arte antica, un luogo immortale, una donna tenace e forte che possiede un talento unico. Ricco di suggestione e fascino, questo ritorno sulla scena letteraria di Tracy Chevalier, che ammalia chi legge.
Il lettore ha anche modo di imparare cosa sia una “conteria veneziana”. Con il termine “conteria” si intendeva qualsiasi tipo di perla in vetro che costituiva uno dei pochi oggetti di vetro che le donne contribuivano a fabbricare da secoli. Maria Barovier, artista, decoratrice, designer e vetraia italiana della Repubblica di Venezia, nel XV secolo ha inventato la celebre perla rosetta composta da sei fasce di colore sovrapposte che risultano evidenti a causa della sua forma ovoidale, e i suoi discendenti lavorano ancora oggi il vetro a Murano.
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