Charlotte Brontë (Thornton, 21 aprile 1816 - Haworth, 31 marzo 1855) compie 200 anni. Il 21 aprile, in contemporanea con l’originale inglese targato Harper Collins, Neri Pozza edita “L’ho sposato, lettore mio. Sulle tracce di Charlotte Brontë” (pp. 304, 18,00 euro, titolo originale Reader, I Married Him: Stories Inspired by Jane Eyre, traduzione di Massimo Ortelio), un’antologia di scritti a cura di Tracy Chevalier, ispirati all’autrice di “Jane Eyre”, che ha come sottotitolo “Sulle tracce di Charlotte Brontë”, mentre due mostre in Gran Bretagna la celebrano.
Nel 1847 con lo pseudonimo di Currer Bell, Charlotte Brontë pubblica “Jane Eyre” (Jane Eyre: An Autobiography) che si rivelerà il capolavoro della scrittrice inglese, la quale nella sua produzione letteraria seppe raccontare, come pochi, i moti dell’animo umano, le sue debolezze, i sogni infranti e i drammi esistenziali soprattutto in questo romanzo sentimentale, a sfondo sociale e parzialmente autobiografico. “Lettore, lo sposai” scrive la protagonista nelle pagine finali del testo e queste poche parole rappresentano sicuramente una delle frasi più celebri della letteratura di tutti i tempi.
“Fu un matrimonio tranquillo: lui, io, il parroco e il chierico eravamo i soli presenti”.
Il romanzo di Charlotte Brontë, che racconta di una bambina orfana che diventa governante e trova il suo posto nel mondo, è così memorabile soprattutto per il carattere della protagonista. Povera, bruttina e insignificante, senza famiglia o prospettive per il futuro, Jane non ha nulla che possa proteggerla dalla solitudine o dall’indigenza, a parte la sua intelligenza e la sicurezza che ripone nelle proprie capacità. Miss Eyre lotta in un universo a lei ostile e finisce per trionfare, e intere generazioni di lettori hanno fatto il tifo per questa eroina moderna.
Ed è per questo motivo che ventuno scrittrici hanno accettato l’idea di Tracy Chevalier di festeggiare insieme l’anniversario dei 200 anni dalla nascita di Charlotte Brontë, che ricorrerà il 21 aprile del 2016. Emma Donoghue, Susan Hill, Elif Shafak, Nadifa Mohamed, Esther Freud, Lionel Shrivel e Audrey Niffenegger, tra le altre, hanno preso spunto dalla celebre frase di Jane Eyre per lasciarsi guidare dai propri gusti e dalla propria sensibilità nella stesura di una storia originale, che riflettesse sulle relazioni, sui matrimoni e, in generale, sull’amore.
Ne Il matrimonio di mia madre Tessa Hadley racconta l’originale vicenda di una donna stravagante che il giorno del solstizio d’estate decide di sposarsi con un ragazzo dell’età di sua figlia maggiore ma finisce per lasciare il posto proprio alla figlia.
Emma Donoghue, ne La prima volta che ho visto il tuo volto, porta il lettore in Germania, a Wiesbaden, alla fine dell’Ottocento, dove racconta l’amore lesbico e clandestino tra Miss Hall e Mary Benson, la moglie dell’Arcivescovo di Canterbury.
Se ne Lo specchio Francine Prose riscrive Jane Eyre dal punto di vista della governante, Susan Hill si diverte a immaginare le pene d’amore di una ragazza che passa l’intera vita ad aspettare che il proprio principe azzurro si faccia avanti, ma quando realizza il suo sogno e lo sposa, ormai vecchia e piena di rancore per il tempo perso, l’amato le muore tra le braccia.
“Charlotte Brontë è la mia eroina”
ha dichiarato l’autrice del bestseller “La ragazza con l’orecchino di perla”, Tracy Chevalier,nata a Washington e della quale a gennaio 2016 è uscito il suo ultimo romanzo “I frutti del vento”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: "L’ho sposato, lettore mio": Tracy Chevalier festeggia il bicentenario di Charlotte Bronte con un’antologia da lei curata
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