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Recensioni di libri

La cura delle parole di Maria Antonietta La Barbera

Plumelia edizioni, 2021 - Il percorso di un’esistenza legata alle parole, al loro significato e al loro essere ed esistere per esprimere qualcosa di sé e del mondo. Ma anche un viaggio nel riflesso che le parole hanno sull’esistenza di ogni individuo.

Gaetano Celauro
Gaetano Celauro Pubblicato il 15-09-2021
La cura delle parole

La cura delle parole

  • Autore: Maria Antonietta La Barbera
  • Categoria: Saggistica
  • Anno di pubblicazione: 2021

Il percorso di un’esistenza legata alle parole, al loro significato e al loro essere ed esistere per esprimere qualcosa di sé e del mondo. Ma La cura delle parole (Plumelia edizioni, 2021) è anche un viaggio nel riflesso che le parole hanno sull’esistenza di ogni individuo.

Maria Antonietta La Barbera, come docente di Lingua e letteratura straniera presso la Facoltà di Magistero e di Lettere e Filosofia dell’Università di Palermo, ha vissuto con impegno e passione la strada dell’insegnamento, seguendo i suoi studenti in percorsi interattivi. Ma il suo impegno si è poi esteso, operando in diversi ambiti, pubblicando saggi e articoli in varie riviste e in specie costituendo diversi gruppi tra cui “Gruppo Scrittura Partecipalermo”, con laboratori di scrittura interattiva (cfr. tra gli altri PalermoParla e Potevamo abbracciarci con le parole: storie di Palermitani alla finestra).

In questa suo lavoro l’autrice sottolinea come la parola è importante per la costruzione di “relazioni comunicative” e questo specie oggigiorno dove le parole sovrabbondano e non si ascoltano quelle dell’altro, non si condividono più emozioni ed esperienze. E questo produce un’interpretazione univoca del loro significato che invece deve essere confrontato.

Le parole possono divenire un’arma di offesa e occorre stare parecchio attenti al loro uso, ma le parole possono essere anche travisate, manomesse, consumate, trasformate. Occorre ritrovare la genuinità originaria delle parole per renderle capaci di cambiare il mondo.

Quello di Maria Antonietta La Barbera è un libro che segna un itinerario, un viaggio dove ha inserito frammenti della sua vita, della sua esperienza professionale, dei suoi interessi e in specie dei rapporti umani e professionali che ha coltivato.
Già nel titolo si significa pertanto il senso di questa opera piena di passione che suscita immediato interesse alla ricerca di parole che curano oltre a essere curate.

“Prendersi cura delle parole può essere così vissuto come un percorso di crescita personale e professionale”.

Molto presente è nel prezioso volume la componente biografica, la sua storia personale con le parole, dall’incontro con Gustave Flaubert quando ancora studentessa di lingue intraprende un percorso di introspezione psicologica. E poi ancora l’incontro con George Bernanos, con la ricerca meticolosa della parola giusta e per scoprire il ruolo fondamentale delle relazioni.

“Percepii l’urgenza di riconoscere il mio volto ma anche il volto di chi mi stava di fronte e compresi il ruolo della responsabilità di dare una risposta sapiente a chi ti sta davanti”.

Segue l’incontro fondamentale con Eugene Ionesco con il bisogno interiore di un ancora di salvezza in un mondo dove vi è un’inflazione della parola, Ionesco mette in scena la tragedia del linguaggio con persone che parlano tra di loro ma non si capiscono.

E poi Jan Sullivan con il bisogno di una parola capace di stabilire una comunicazione profonda per realizzare quella esperienza creativa. Una parola fonte di energia per dare uno sguardo sulla realtà, quella della parola è la sola rivoluzione capace di rinnovare cose e persone e in questo percorso biografico si arriva ai corsi di scrittura partecipata.

Il cammino che viene delineato è quello di una cura del linguaggio ma anche e soprattutto di crescita umana. Un collegamento profondo tra la cura di se stessi, della propria interiorità per non vivere, citando Bernanos, alla superficie di se stessi.
L’uso delle parole è importante, misurandone il peso e il significato e l’autrice ne esamina anche l’etimologia senza pretese di scientificità.
Le parole, secondo Maria Antonietta La Barbera, hanno una loro performatività, hanno la capacità di creare la realtà, e occorre avere consapevolezza dei sistemi che ne determinano il funzionamento, come pure delle ragioni che ne producono il deterioramento.
Citando Rosa Luxemburg: “Il primo atto rivoluzionario è chiamare le cose con il loro nome”, evitando superficialità e pressapochismo. Una parola meditata è una parola che comunica e di cui si è responsabili.
Ed ecco l’impegno che bisogna portare avanti, secondo l’autrice:

“Rigenerare le parole, rese spesso bozzoli nuove, restituendo loro possibilità di senso, consistenza, colore, suono, odore. E per fare questo dobbiamo scomporle e denudarle per poi ricrearle, custodirle con cura e condividerle”.

Una libera discussione si ha solo se vi è un uso responsabile della parola. Ogni forma di odio inizia dal linguaggio: se si parla con qualcuno senza ascoltare, si esercita in realtà violenza, considerandolo un oggetto inanimato. La parola è il primo strumento di accoglienza, di amore, e, ascoltando l’altro, non si devono fare monologhi.
È fondamentale il rispetto verso l’altro, l’accettazione di ciò che è diverso. Le parole aiutano le relazioni ma le parole non devono essere manomesse, piegate al volere di qualcuno per fini personali di potere. Qualunque cosa si dice, deve essere ascoltabile da tutti, deve essere “materializzata”. Un libro è come un abbraccio e le parole possono cambiare un’esistenza, invitare a fare percorsi e suggerire strade.

Sono tanti i libri che si possono leggere per diversi motivi (per divertirsi, per acculturarsi, ecc.), ma questo libro di Maria Antonietta La Barbera si pone come un discorso sul linguaggio, sulla comunicazione della parola.
Una parola a cui si deve dare sempre una risposta, come l’acqua che si dà alla pianta per crescere. Significativo a questo proposito, un titolo: Il muto linguaggio del giardiniere. Ma il linguaggio è fatto a anche delle cose che potremmo dire e che non diciamo.
“Saremo giudicati sulle parole che abbiamo detto” citando il Vangelo di Matteo ma sono molte le citazioni specie di autori francesi, essendo l’ambito dove ha operato l’autrice ma sono raccolte frasi di autori e persone famose di diversa nazionalità.

La cura delle parole è un libro prezioso da leggere con attenzione che raccoglie riflessioni ma anche sollecitazioni e che è da considerare una compagnia nel percorso esistenziale per aiutare a comprendere le parole e gli altri e per combattere la ferocia dell’ignoranza e la presunzione del sapere.


© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La cura delle parole

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