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Recensioni di libri

La casa dei fantasmi di John Boyne

Rizzoli, 2015 - John Boyne, una passione dichiarata per Charles Dickens, rispolvera con autentica maestria il genere letterario gotico, raccontando le gesta di un’eroina vittoriana minacciata da oscure e inquietanti presenze.

Alessandra Stoppini
Alessandra Stoppini Pubblicato il 11-03-2015

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La casa dei fantasmi

La casa dei fantasmi

  • Autore: John Boyne
  • Genere: Horror e Gotico
  • Categoria: Narrativa Straniera
  • Casa editrice: Rizzoli
  • Anno di pubblicazione: 2015

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“Se mio padre è morto, la colpa è di Charles Dickens”.

Londra, autunno 1867. Il piccolo mondo tranquillo di Eliza Caine circoscritto alla “nostra modesta casetta vicino a Hyde Park” nella quale la giovane viveva insieme al padre Wilfred, era cambiato per sempre il giorno infausto nel quale Mr Caine aveva letto una pubblicità sull’Illustrated London News. Charles Dickens, il romanziere di fama mondiale, avrebbe tenuto una lettura pubblica, il giorno dopo, un venerdì, in una sala di Knightsbridge, “a non più di mezz’ora da casa nostra”. A chi avesse voluto partecipare, veniva raccomandato di arrivare presto, perché era cosa nota che Mr Dickens attirava sempre un pubblico folto ed entusiasta. “Dobbiamo andare, Eliza!”, era stato il commento entusiasta di Mr Caine, “lettore appassionato” e “curatore degli insetti al British Museum”, incurante del fatto che era ancora convalescente da una brutta influenza, oppresso da una tosse insistente che non dava segnali di miglioramento. “

Resterò chiuso in casa oggi e domani, e poi la sera ci metteremo il cappotto e andremo insieme ad ascoltare Mr Dickens. Non me lo perderei per niente al mondo”.

Il giorno dopo aver ascoltato Dickens leggere una storia di fantasmi, che lo scrittore aveva terminato da poco e che sarebbe stata pubblicata sul numero di Natale di All the Year Round, Mr Caine, a seguito di una febbre dovuta all’essere uscito a piedi insieme a Eliza “nella tormentosa nebbia londinese” era morto, lasciando sua figlia orfana a ventun anni di età.

“Ero completamente sola”.

Forse era stato per questa ragione che Eliza aveva risposto all’inserzione, letta nella pagina Posizioni vacanti del Morning Post, nella quale un certo H Bennet di Gaudlin Hall nella contea di Norfolk cercava un’istitutrice che si occupasse della cura e dell’istruzione dei bambini di casa.

“La posizione doveva essere ricoperta senza indugio da una candidata qualificata e il compenso era garantito come soddisfacente”.

Non veniva chiarito né il numero dei bambini né dettagli sulla loro età ed era stato proprio il tono dell’urgenza della richiesta che aveva attratto Eliza. Il ruolo di governante nella contea di Norfolk era apparso un’occasione invitante a Miss Caine, perché un cambiamento profondo poteva essere la cosa giusta.
Eliza aveva scritto la sua lettera di presentazione alla quale era seguita una missiva da Norfolk dove si esprimeva soddisfazione “per le mie credenziali” e veniva offerto il posto alla giovane senza necessità di un colloquio. Meno di sette giorni dalla scomparsa del padre, Eliza era seduta su un treno, diretta verso una contea che non aveva mai visitato per lavorare con una famiglia che non aveva mai incontrato, in una posizione che non aveva mai ricoperto.

“Dire che era stata una settimana densa di eventi e di emozioni sarebbe stato sottovalutare grossolanamente la questione. Ma suggerire che fosse più spaventoso di quanto sarebbe successo nelle settimane a venire sarebbe stata semplicemente una menzogna”.

Con La casa dei fantasmi (titolo originale This House is Hounted, traduzione di Beatrice Masini), John Boyne, una passione dichiarata per Charles Dickens, rispolvera con autentica maestria il genere letterario gotico, raccontando le gesta di un’eroina vittoriana minacciata da oscure e inquietanti presenze. Una dimora fatiscente, due fratellini stravaganti, l’intelligente Isabella e il tenero Eustace “non dobbiamo mai dire quello che pensiamo”, una lunga serie di eventi misteriosi dietro la morte di quattro giovani istitutrici. Per non parlare della presenza a Gaudlin Hall di uno spirito che infestava quel luogo e lasciava sgomenta Eliza, perché non si sapeva come e quando avrebbe potuto colpire di nuovo.

Tutti questi elementi, un chiaro omaggio dell’autore irlandese a Il giro di vite di Henry James e a Jane Eyre di Charlotte Bronte, fanno di questa ghost story una lettura imperdibile dalla prima all’ultima pagina.
“C’era una presenza in quella casa, qualcosa di empio”, perché l’amore era stato dilaniato oltre i confini naturali fino a essere tramutato in ossessione e crudeltà. La coraggiosa istitutrice dall’aspetto insignificante, pelle pallida, capelli arruffati e corpo informe, appariva quanto mai coraggiosa e determinata nello scoprire cosa si celava dietro fenomeni paranormali che erano in grado di minacciare la sua stessa esistenza. Eppure Eliza Caine avrebbe dovuto ricordare ciò che Shakespeare aveva fatto dire ad Amleto:

“Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia”.

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La casa dei fantasmi

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Commenti: 1

  • Raffaella Aghemo
    5 aprile 2015, 18:51

    John Boyne, dopo il suo più famoso romanzo “Il bambino con il pigiama a righe”, ci regala qui una vera chicca dal sapore gotico, “La casa dei fantasmi”!
    Siamo nel 1867, in una Londra nebbiosa e appiccicosa, dove trascorrono le serate in casa la giovane Eliza Caine e suo padre, studioso entomologo e grande appassionato di Dickens.
    Pur non essendo in ottima salute, il padre decide di affrontare la umida e fredda notte londinese per assistere alle declamazioni pubbliche del suo idolo, ma questo gli sarà fatale.
    Rimasta sola, Eliza, non una bellezza, orfana prematuramente già della madre e di una sorellina mai nata, decide di accettare una alquanto bizzarra e misteriosa offerta di impiego come istitutrice, nella contea del Norfolk, nella tenuta di Gaudlin Hall.
    Questo darà il via a una serie di avvenimenti di origine sovrannaturale, che metteranno a dura prova il senno e la vita della povera Eliza!

    Senza togliere il sapore della tensione e della sorpresa, qui Boyne ben indaga nella psicologia della protagonista, pragmatica e poco speranzosa di un futuro romantico, che invece ha vissuto nei ricordi della sua infanzia, nel felice connubio dei genitori, che riscopre, attraverso le sofferenze, una maggiore consapevolezza della propria tenacia e del proprio coraggio; che proprio grazie a questo passaggio, forse, potrà raggiungere un nuovo orizzonte di insperata serenità.

    “Nelle rare occasioni in cui facevo visita alle bimbe vicine, scoprivo una distanza tra i loro genitori, come se non fossero due persone che si erano incontrate e innamorate, che avevano scambiato segreti e si erano unite davanti a un altare con lo scopo di passare la vita insieme, ma due estranei, forse compagni di cella, scaraventati in una reciproca prigionia con poco in comune a parte i decenni in cui erano costretti a sopportare l’uno la compagnia dell’altra.”

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