La bellezza nonostante
- Autore: Fabio Geda
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2018
La bellezza nonostante di Fabio Geda (Transeuropa, 2018) racconta di un uomo, un maestro, che entra ogni mattina in una scuola con le sbarre. Il suo compito? Insegnare la lingua italiana a chi non ha più patria né infanzia. La bellezza nonostante nasce da lì, da quel confine poroso e tagliente tra carcere minorile e speranza, tra istituzione e umanità, tra silenzio e resistenza. Non è un romanzo, ma una testimonianza rotta. Un diario collettivo scritto con la voce spezzata dei ragazzi che non sanno più come si piange.
Fabio Geda non racconta casi umani. Racconta vite scomode. Ragazzi rom, marocchini, albanesi, italiani nati già storti. Figli del sud e del sud del mondo, cresciuti nella periferia estrema dell’amore. Non ci sono eroi. Non ci sono miracoli. Ci sono occhi che non si alzano mai, mani che tremano senza motivo, frasi smozzicate che valgono più di ogni confessione. Ogni studente è un frammento di mondo che nessuno vuole raccogliere. Ogni lezione è un atto di fede laica. Ogni parola insegnata è un’arma contro l’assenza.
Il protagonista – il maestro – è una figura che non si impone mai. Sta. Rimane. Tiene la porta aperta anche quando nessuno vuole entrare. Non salva, non converte, non punisce. Accompagna. Si sporca. Inciampa. Sbaglia. Ma ascolta. E in quel carcere che sembra fatto solo per togliere, lui costruisce: dialogo, voce, identità.
L’ambientazione è una prigione che pulsa, vive, soffre. Un luogo pieno di rumori senza parole, dove il tempo è lento e aggressivo, e ogni giorno rischia di svuotarti. Ma tra le crepe si infilano storie. Geda le segue, le prende sul serio. Non come cronaca, ma come resistenza umana. E ce le porge così, crude, senza filtro, come se ci stessimo sedendo su quelle sedie di plastica blu, con la porta blindata alle spalle. La scrittura è secca, nervosa, intima. Non c’è bellezza lirica, c’è bellezza che lotta. Nessuna scena madre. Nessuna emozione ricattatoria. Solo quotidiano, grigio, respiri spezzati e piccoli miracoli senza testimoni. Il libro non pretende di spiegare il dolore. Lo guarda in faccia, lo chiama per nome, gli dà una grammatica. E così facendo lo trasforma. Non lo cancella. Ma lo rende dicibile.
Il titolo – La bellezza nonostante – è una bestemmia e una preghiera. Perché qui la bellezza non è forma, ma sopravvivenza. Non è luce, ma lotta. Non è premio, ma ostinazione. È il suono di un ragazzo che, per la prima volta, riesce a dire “io”. È l’impronta lasciata da una frase giusta nel momento sbagliato. È il tremore di chi ha imparato a leggere il proprio nome.
La bellezza nonostante
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Un libro perfetto per...
A chi ha incrociato il dolore vero e non vuole nascondersi. A lettori che sanno che l’infanzia può essere feroce e che la sopravvivenza è una resa quotidiana. A chi cerca racconti che non regalano consolazioni ma restituiscono verità. A chi ama la letteratura che respira ansia, rabbia e lucidità.
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La bellezza nonostante


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