La badante e il professore di Bruno Morchio

Bruno Morchio approda nella prestigiosa collana Giallo Mondadori con un libro intitolato La badante e il professore, un giallo classico la cui investigazione differisce dal solito perché la maggior parte viene condotta dalla voce narrante, che è quella di un bambino di dodici anni.

Ma andiamo con ordine. Ambientato in un piccolo paese montano dell’entroterra ligure, il romanzo racconta la storia di Filippo, voce narrante, un bambino di dodici anni con qualche difficoltà di apprendimento, che due volte alla settimana si reca a casa del professore in pensione, tale Canepa, a prendere delle lezioni di ripetizione. In quella casa oltre al professore, rimasto precocemente vedovo, abita anche la sua badante Natalia, una donna ucraina che colpisce notevolmente la fervida fantasia del piccolo allievo.

A questa Natalia era difficile dare un’età. [...] era anche difficile stabilire se era bella. Aveva i capelli castano chiaro, quasi biondo cenere, e li portava tagliati corti con una frangetta che le ricadeva sulla fronte; la carnagione diafana, il viso appena oblungo, con due punti forza: il nasino, minuscolo e all’insù, e gli occhi di un azzurro stinto come il cielo sereno nei giorni di maccaia. Era alta e slanciata, ma gli abiti che indossava erano antiquati e sciatti e nascondevano il suo corpo, piuttosto che dargli risalto.

Natalia e Filippo avevano preso l’abitudine di recarsi nel bar di fronte, finite le lezioni, per gustarsi insieme una buona cioccolata calda. È in una di queste occasioni che tornando a casa trovano il cadavere del professore, orribilmente ucciso con un busto di Leopardi. Chi ha voluto la sua morte? Come è potuto accadere?

È stato allora che, entrato per primo nello studio, hai visto il professore lungo disteso sul pavimento in un lago di sangue con la testa fracassata[...] e vicino al corpo il busto di marmo di Leopardi, che prima era sulla scrivania, tutto sporco di sangue. Deve essere stato uno spettacolo agghiacciante.

Ciò che più colpisce è che nell’immediato la badante ucraina risulta essere l’erede universale del professore, a detta del notaio che ha stilato il testamento. Dunque è normale pensare che la badante ha tramato per uccidere il professore, e godere finalmente dell’eredità. Ma come ha potuto farlo? Lei era al bar con Filippo. Quest’ultimo, affezionato al suo professore, decide di intraprendere una propria personale indagine volta a ristabilire la verità. Per far questo non può fare tutto da solo ed è gioco forza obbligato a farsi aiutare da un suo amico, il giornalista Serafino Costamagna. Riusciranno i due scalcagnati investigatori a trovare il vero colpevole? Oppure la verità è così semplice, che è sempre stata davanti ai loro occhi?

Un romanzo piacevole nell’insieme, ciò che non convince è la figura del ragazzino che conduce un’indagine, perché ha tutti i crismi di una condotta da persona adulta e consapevole. Attenzione, questo non è un giallo per bambini trasposto in un libro per adulti. Quindi la figura di Filippo che non solo parla come un adulto, ma investiga, ragiona come un novello Poirot, personalmente non mi ha per nulla convinto. Certamente rappresenta per la letteratura una nuova figura di investigazione, che però non è nelle mie corde. Un ragazzino di dodici anni che così si esprime:

Lui non mostrava né sorpresa né perplessità e continuava a esibire un atteggiamento compiacente che mi dava sui nervi. Stava davvero prendendo sul serio quella favoletta oppure la sua era una tattica per indurre Natalia a parlare allo scopo di farla cadere in contraddizione?

Per quanto mi attiene, non è credibile.
Per il resto la trama è compatta e la lettura è tipica del genere giallo. Per i tanti lettori di Bruno Morchio, La badante e il professore può rappresentare una nuova avventura tutta da gustare per l’innovazione di un giovane che porta avanti le indagini con arguzia e deduzione. Per gli altri può essere una lettura di genere piacevole e curiosa. Purtroppo a me non ha affatto entusiasmato e non mi ha convinto. Ma questo è un parere del tutto personale e discutibile.