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Recensioni di libri

L’uomo perduto di Jane Harper

Bompiani, 2020 - Tre fratelli che lavorano in una grande fattoria che sta al limite del deserto australiano; segreti e bugie nel caldo atroce di un lembo di terra.

Vincenzo Mazzaccaro
Vincenzo Mazzaccaro Pubblicato il 22-05-2020

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L'uomo perduto

L’uomo perduto

  • Autore: Jane Harper
  • Genere: Gialli, Noir, Thriller
  • Categoria: Narrativa Straniera
  • Casa editrice: Bompiani
  • Anno di pubblicazione: 2020

Scheda e prezzo libro:

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Jane Harper scrive il suo capolavoro con L’uomo perduto (Bompiani, 2020, traduzione di Claudia Valentini), un dramma familiare in cui i cattivi sono apparentemente delle brave persone.
Il romanzo inizia con una sparizione e la descrizione della fattoria. Immensa, divisa tra tre fratelli: Nathan, il più grande, Cameron detto Cam e Bub Bright, il fratello più giovane. In realtà, l’intera proprietà è di Cam, considerato il fratello più affidabile, con moglie e figli. Anche il maggiore dei fratelli, Nathan, ha un figlio di sedici anni, Xander, che può vedere solo in estate e in altre date, perché l’ex moglie Jacqui ha voluto da tempo il divorzio. Per lei era diventato impossibile restare nella fattoria. Non si sentiva amata, continuava a litigare con Nathan, per mille futili motivi, ma anche perché Nathan sembrava preso da altre cose, da altre persone. A Jacqui mancava una grande città come Melbourne, la vita nella fattoria era insostenibile e poi quel caldo atroce, sempre presente. Alla fine va a vivere a Brisbane con un altro uomo.

All’improvviso una sparizione, quella di Cam, che i due fratelli trovano morto sulla tomba del Mandriano, un pezzo di terra chiamato così proprio perché c’era stato già un morto. Cam è morto disidratato, con la macchina lasciata aperta e piena di viveri e soprattutto dotata di aria condizionata. Senza bere, fuori dalla macchina si poteva resistere solo poche ore. Perché Cam è sceso dalla macchina? Perché non ha portato con sé nemmeno una bottiglia d’acqua? Un incidente o un suicidio? La scrittrice inserisce nel romanzo anche un “tono” da thriller. Chi era veramente Cameron e perché si è allontanato dalla fattoria, dalla moglie Ilse e i bambini? Questa domanda diventa il cruccio dei fratelli che cominciano a investigare su Cameron.
E poi c’è da capire perché la matriarca Liz, loro madre, è così propensa a credere a un incidente, senza altre complicazioni, perché suo figlio era un bravo ragazzo, volenteroso e gran lavoratore nella fattoria. Come il padre Carl, ma senza i difetti del padre, manipolatore e “cuore di tenebra”.

Jane Harper mette in atto un romanzo come disvelamento delle bugie e delle oscurità di ogni persona nei confronti di Cam. Descritto dalla madre come bravo figlio, perché non può accettare che la cattiveria del marito Carl abbia guastato anche il figlio Cam, mentre Ilse, la moglie, sembra celare qualcosa sulla vita e le azioni del marito.
Piano piano tutto viene svelato e i lettori restano basiti sulla quantità di Male presente nella fattoria.
Jane Harper con la descrizione di ogni singolo individuo cerca il tragico che appartiene all’essere umano: niente è mai come sembra. Soprattutto, la scrittrice sa rendere con maestria i segreti del cuore umano e questa terra di Australia, dove tutto è soffocante, dove l’occhio si perde in praterie aride e vastissime, quasi a dire che il vero protagonista di questo bellissimo romanzo è il caldo. Come nei romanzi dello scrittore americano Cormac McCarthy.


© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’uomo perduto

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