L’incoscienza
- Autore: Simone Consorti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2023
L’incoscienza (Les Flâneurs Edizioni 2023, Collana “Montparnasse”) è un romanzo di Simone Consorti, autore versatile che si occupa anche di street photography. La sua produzione spazia dalla narrativa (romanzo e racconto) alla poesia e teatro. Ecco alcune anticipazioni sulla trama che, occhio al titolo, prende le mosse da Italo Svevo potenziandone la vis ironica in direzioni inaspettate.
Generalmente occorrono alcuni ingredienti affinché l’alleanza terapeutica dia buoni frutti: la carica empatica del professionista, l’impegno del paziente, un obiettivo condiviso fondato su correttezza, affidabilità e fiducia. Però, se il paziente interrompe il trattamento; se il medico per ritorsione pubblica il memoriale redatto dal diretto interessato a scopo terapeutico, la collaborazione va in fumo.
Lo dimostra La coscienza di Zeno di Italo Svevo che non solo questo romanzo celebra a distanza di un secolo dalla sua pubblicazione, ma rivisita con soluzioni interessanti.
Infatti ne L’incoscienza è il medico a interrompere il trattamento, pubblicando a mo’di TFR lo scambio via mail con il paziente. La vendetta non c’entra. E questa è solo una delle capriole rispetto a Svevo.
Una partitura dialogica di un centinaio di pagine presenta la sequenza di mail, concitate registrazioni di audio comprese, tra un terapista e il suo paziente peggiore. Ha una montagna di disturbi che il medico suggerisce di tamponare con strategie amiche quali fotografia e recitazione, passioni dell’autore stesso.
Pertanto la struttura ricalca un colloquio in differita a botta e risposta, affidando al lettore il compito di ricostruire una vicenda prevalentemente interiore.
A volte i toni si alzano a duello verbale, altre vengono corrosi dall’equivoco comunicativo, finché diventa un lavoraccio distinguere i ruoli degli interlocutori.
Chi è l’inetto? E se anche lo psicanalista avesse le sue criticità?
In effetti sembra un tipo anticonvenzionale tappato nell’antro di un misantropo. Archiviati gli incontri di persona, ha messo a punto una terapia da remoto centrata sulla parola scritta. Il che a dire su uno scambio di mail secondo una calendarizzazione sempre più sgangherata.
Sulle prime ce la mette tutta per aiutare un ex docente nevrotico, ansioso, vanitoso e molto indisciplinato. A lapsus e sogni offre interpretazioni simboliche, insegna alcuni trucchi per contenere gli attacchi di panico, barcamenandosi tra Freud e Beck, i padri di psicanalisi e terapia cognitivo-comportamentale.
Ma quando il paziente ha la personalità di Salvo Giovane le sue parole appaiono scritte sull’acqua, tanto sono inefficaci. Ad aiutare se stesso non ci pensa affatto un campione di autosabotaggio come lui, che i sintomi li dilata. Se il nome proprio strizza l’occhio all’antifrasi, il cognome cristallizza un temperamento da Narciso -Peter Pan dove un io ipertrofico si avvita e mette in mostra, mentre il senso di responsabilità gioca a nascondino con la vita adulta.
Attraverso un carteggio sempre più grottesco e parossistico, ricostruiamo aspirazioni e turbe di un uomo maturo aggrappato ai suoi disturbi e al sogno d’amore con la giovane Ionela incontrata a un corso di recitazione.
RE: RE: ATTACCO DA QUATTRO
Panico, Paura, Libertà, Euforia, Senso di vuoto, Nostalgia,
Soddisfazione, Solitudine.
Comunque, seguendo il suo suggerimento, ho messo da parte “Promesse di neve”, proponendo a Ionela un nuovo testo per la recita. L’idea (anche questa un’idea vecchia) è quella di una coppia sterile, lui cinquantenne lei trentenne, che non riesce ad avere figli e che, pur di diventare genitori, passa da un ospedale all’altro, tra andrologi e ginecologi, prima di arrivare a esperti di sterilità di coppia e a psicologi.
Lì scoprono che il problema, diversamente da quel che credevano in principio,
non è nel suo varicocele curato male, bensì nel loro rapporto.
Quando le ho accennato alla storia, mentre Ionela mi faceva notare che avremmo dovuto essere solo in due in scena e che quindi, con tutto quel medicame, il testo era, a prescindere, da scartare, mi sono fissato sulla sua voce, che è completamente
senza inflessione.
Tra giochi di specchi e simmetrie di una scrittura apparentemente votata al Caos, uno dei fili conduttori è il rapporto tra “vedere-essere visto” che accomuna gli attori del romanzo. C’è una corrispondenza ricorsiva tra un io osservante – terapista, fotografo, pubblico, protetto dal buio nell’alveo di un teatro -, e un io osservato – attore o paziente messo a nudo da un medico dell’anima che a sua volta rifiuta di mostrarsi.
Si mimetizzano dietro un pc, una macchina fotografica, una maschera interpretativa. Centro e punto di fuga di questa dinamica double face è la strabica Ionela. Catalizza l’attenzione altrui, sembra vedere tutto. Incarna il miraggio di normalità grazie all’amore. È una figura emblematica riconducibile al tema dello sguardo quanto i riferimenti a Sartre, Cartier-Bresson e al tic di Salvo di mettere e togliere gli occhiali in situazioni pubbliche.
Ne L’incoscienza Simone Consorti punzecchia la psicanalisi (che sembra conoscere a fondo), si interroga sul suo futuro e in generale sul perimetro della nostra identità. Le domande sono tante. Possiamo bandire la comunicazione non verbale dai rapporti interpersonali? Qual è il bordo tra finzione e realtà? Qual è il punto di rottura del nostro io?
Il romanzo è denso di riferimenti, citazioni, giochi di parole, una sintassi vicina al parlato e una punteggiatura esuberante giocata in chiave psicologico- caricaturale.
Eppure la lettura scorre rapida quanto un giro sulle montagne russe. Complici l’impronta surreale e ironica del dialogo, deviato da una “non comunicazione”, insieme a scoppiettanti colpi di scena.
L'incoscienza
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’incoscienza
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