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Storia della letteratura

Jean-Paul Sartre: vita e opere

Scopriamo insieme vita e opere di Jean-Paul Sartre, uno dei più grandi intellettuali del XX secolo.

Eleonora Daniel
Eleonora Daniel Pubblicato il 21-06-2022
Jean-Paul Sartre: vita e opere

Filosofo, scrittore, drammaturgo e critico letterario francese, Jean-Paul Sartre (1905-1980) è indubbiamente uno dei più grandi intellettuali del XX secolo. La sua corrente filosofica, l’esistenzialismo e la sua concezione di impegno (engagement) hanno dominato il dibattito intellettuale del secondo Novecento.
Convinto che la libertà sia una precondizione necessaria affinché lo scrittore eserciti il proprio ruolo nella società e che "nessun uomo meriti di essere consacrato da vivo", Sartre rifiuta nel 1964 il Premio Nobel per la letteratura, così come aveva rifiutato precedentemente la Legione d’onore e una cattedra al Collegio di Francia.
In occasione dell’anniversario della sua nascita, avvenuta a Parigi il 21 giugno 1905, ne ricordiamo vita e alcune tra le opere più importanti.

Jean-Paul Sartre: la vita

Jean-Paul-Charles-Aymard Sartre nasce a Parigi il 21 giugno 1905. Orfano di padre a soli 15 mesi, Sartre cresce con il nonno materno Charles Schweitzer, che inizia a istruirlo prima che frequenti la scuola pubblica. La grande biblioteca in casa dei nonni materni diventa presto una risorsa preziosa: fin da bambino Sartre dimostra di preferire la compagnia dei libri a quella delle persone - in età adulta, i suoi tratti di narcisismo, egocentrismo e asocialità (sebbene lievi) faranno ipotizzare la sindrome di Asperger. La sua passione per la lettura non è ostacolata neanche dalle infauste condizioni visive: strabico fin da piccolo, a causa di una malattia infantile perde quasi completamente la vista dall’occhio destro, già debole per difetto congenito.

L’idillio infantile, tra i vizi dei nonni materni, si rompe quando a dodici anni Sartre è costretto a trasferirsi a La Rochelle con la madre e l’odiato nuovo marito. A causa del suo carattere e del suo aspetto (Sartre era anche notevolmente basso) è vittima di bullismo da parte dei compagni.
Portato d’urgenza a Parigi nell’estate del 1920 a causa di una malattia, la madre decide di fargli proseguire gli studi nella capitale, dove aveva iniziato prima del trasferimento.
Si laurea in filosofia all’École Normale Supérieure di Parigi, dove conosce Simone de Beauvoir, con cui condividerà la vita sia dal punto di vista sentimentale (sebbene la loro relazione resterà sempre una relazione aperta e mai del tutto stabile e definita), sia dal punto di vista dell’impegno politico.

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Nel 1933 si specializza a Berlino, a contatto diretto con Husserl, Heidegger e leggendo Marx e Rousseau.

Arruolato nell’esercito francese, nel 1940 viene fatto prigioniero tedesco e internato in un campo di concentramento per soldati nemici a Treviri. Rifiuta di arruolarsi per i collaborazionisti del Governo di Vichy e nel 1941, grazie all’aiuto di un medico che fa leva sulla sua cecità da un occhio e con un documento d’identità falso, riesce a evadere alla prigionia e a entrare a far parte della resistenza francese (nella formazione Combat, la stessa di Albert Camus).

Dopo la Liberazione, Sartre ha un enorme successo nel panorama intellettuale francese, che raggiunge e domina anche tramite la rivista "Les Temps Modernes", da lui fondata nel 1945. Nel giro di pochissimo, Sartre diventa l’intellettuale più amato del momento (scrive persino i testi di alcune canzoni) e l’esistenzialismo arriva a diventare una moda.
Gli anni Cinquanta sono anni intensi sul fronte politico e filosofico, prima accanto alla sinistra marxista e maoista e successivamente anarco-comunista.

Fondamentale per comprenderne il pensiero è il lungo editoriale del primo numero della rivista, in cui Sartre pone i principi di responsabilità dell’intellettuale nei confronti del suo tempo e di una letteratura dominata dall’impegno. Questa posizione sarà la posizione dominante del dibattito intellettuale della seconda metà del Novecento.
Una sintesi della sua filosofia è presentata da Sartre in una celebre e affollatissima conferenza dell’ottobre 1945, la cui trascrizione verrà pubblicata con il titolo L’esistenzialismo è un umanismo. Connotato già a quest’altezza da elementi marxisti, l’esistenzialismo e l’impegno sartriano si discosteranno dal partito comunista (in particolare dopo il 1956), oppresso dall’Unione Sovietica, e andranno alla ricerca di una terza via, che rifiuti tanto il capitalismo quanto lo stalinismo.

La sua iperattività, l’abbondante consumo di alcool, tabacco, droghe che gli consentano di reggere il ritmo di lavoro e ansiolitici ne logorano presto la salute.
Anche l’esistenzialismo, nel corso degli anni Sessanta, sembra piano perdere colpi, sostituito dal crescente peso degli strutturalisti (Lévi-Strauss, Foucault e Lacan).
Il lungo declino fisico, aggravato da un ictus nel 1973 che danneggia definitivamente anche l’occhio sinistro e ne paralizza parzialmente il volto e un braccio, unito alla progressiva perdita dell’udito, termina il 15 aprile 1980, quando Sartre muore di edema polmonare.

Opere di Sartre

Sartre è stato un autore estremamente prolifico, tanto sul versante narrativo e teatrale, quanto su quello saggistico.
Per quanto riguarda la produzione narrativa, non si può non fare riferimento ai romanzi La nausea e Il muro, sicuramente tra le opere più note dell’intellettuale, ma anche a L’età della ragione, Il rinvio e La morte dell’anima.

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Intensa la produzione teatrale (il primo spettacolo scritto, Bariona o il figlio del tuono viene messo in scena durante la prigionia a Treviri). Oltre al già citato Bariona, ricordiamo Le mosche, A porte chiuse e Le mani sporche.

La produzione saggistica di Sartre si distribuisce invece tra politica, filosofica e letteraria. Partendo da quest’ultima, non si può non fare riferimento al famoso saggio Che cos’è la letteratura?. In ambito filosofico vanno sicuramente citati i saggi L’essere e il nulla e L’esistenzialismo è un umanismo.
Tra i saggi filosofici, infine, citiamo Riflessioni sulla questione ebraica, Il fantasma di Stalin e Abbiamo ragione a rivoltarci.

Sartre ha inoltre consegnato ai lettori un’autobiografia (Le parole) e la propria, fitta, corrispondenza in Taccuini della strana guerra e Lettere al Castoro e ad altre amiche.

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