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Recensioni di libri

L’importante nella vita di Antonio Pascale

Lozzi, 2011 - Uno scorcio di Roma fotografata prima dello scoppio dello scandalo di mafia capitale: una sorta di profezia letteraria, scritta con ironia e feroce senso critico, da parte di un narratore che conosce molto bene ciò di cui parla.

Elisabetta Bolondi
Elisabetta Bolondi Pubblicato il 16-03-2016

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L'importante nella vita

L’importante nella vita

  • Autore: Antonio Pascale
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Anno di pubblicazione: 2011

Antonio Pascale pubblica nel 2011 per la collana REMO, l’altro modo di raccontare Roma (Lozzi Publishing) il lungo racconto di grande attualità, ambientato a Roma, naturalmente, ma anche in parte nella sua città, Napoli, ma non a caso.
“L’importante nella vita”... è non cadere nella banalità. Il racconto prende le mosse da una lezione all’Università di Roma, corso di Scienze della Comunicazione in cui il professor Postiglione, che disprezza profondamente i suoi allievi (come avviene di frequente ai nostri giorni da parte di non pochi docenti), intellettuale spocchioso e poco diligente, decide di provocare gli studenti: invece dell’esame tradizionale, per superare il corso, dice,

“dovrete portare un’inchiesta, un racconto, un saggio, qualunque cosa, purché fatta sul campo, purché mi dimostriate che vi siete sporcati le mani con la schifosa realtà. Purché mi dimostriate che una volta tanto siete stati capaci di individuare un sentimento, anche piccolo, ma che sia autentico, personale, intimo. Una cosa che vi riguarda”.

Ecco allora Diego Gaetani d’Aragona, giovane aristocratico torinese, bello ed elegante, viziato quanto basta, decidere di raccogliere la sfida del prof: farà un’inchiesta sul percorso che seguono gli abiti usati buttati nei cassonetti gialli, vorrà vedere l’intera filiera che parte dagli abiti usati diligentemente posati nei contenitori e a tale scopo getta una maglietta nel cassonetto: una maglietta speciale però. Infatti l’immagine del Che serigrafata sul cotone è stata manipolata da un artista, lo stesso materiale ha subito uno speciale trattamento, insomma si tratta di una piccola opera d’arte, cosa che lo stesso Diego mostra di ignorare: gli è stata regalata da Carolina, odiosa coetanea, ed è lieto di disfarsene.
Nella classe di Diego segue lo stesso corso anche Lilla, giovane napoletana timida, introversa, depressa, ma innamorata di Diego, unico vero oggetto dei suoi nascosti desideri. Lei vive in un appartamento fetido in zona viale Ippocrate, insieme ad altre studentesse fuori sede, infestato da scarafaggi, metafora evidente del degrado della città, dei proprietari di case affittate agli studenti e del tema degli affitti al nero, di cui le cronache si occupano ogni tanto.
Diego invece vive con la famiglia in una bella casa a Monteverde Vecchio, via Poerio, zona di villini aristocratici e di gente ben nata: i due ragazzi non potranno che incontrarsi, vivere una complicata esperienza a Napoli, dove Lilla trascina l’ingenuo compagno. La famiglia di Lilla fiancheggia un gruppo di camorristi che lavorano in mezzo alle “pezze”: vestiti usati, vestiti nuovi, falsi d’autore, sulla scia di Gomorra, il celebre libro di Saviano.
Ecco allora rumeni, africani, napoletani ex contrabbandieri che hanno messo su affari loschi nei quali gli abiti usati, compresa la celebre maglietta del Che Guevara, ricompaiono restaurati e fotografati sulla pagine patinate dei rotocalchi abbinati ai grandi quotidiani, e finalmente rivenduti nelle boutique raffinate del rione Monti, dove si affollano radical chic, giornalisti, modelle, fotografi, che comprano a prezzi altissimi quelle schifezze.
Per i due ragazzi, pur provenienti da mondi tanto distanti, si affaccia dopo lo scampato pericolo di essere travolti da faide camorriste, l’inevitabile lieto fine. Resta l’efficacia della costruzione narrativa, nella quale un pezzo della Roma odierna, quella del Pigneto, quartiere di culto con i suoi riti ripetuti, delle case bene di Monteverde, del degrado di un quartiere di estrema periferia come la Borghesiana, abitato da stranieri e da indigeni che svolgono attività illecite, dello squallore degli alloggi per studenti nei pressi della Sapienza, dove i ragazzi sono ricattati da padroni di casa ai limiti della delinquenza, ci raccontano uno scorcio di città fotografata prima dello scoppio dello scandalo di mafia capitale: una sorta di profezia letteraria, scritta con ironia e feroce senso critico, da parte di un narratore che conosce molto bene ciò di cui parla. L’importante nella vita... è capire cos’è importante!

L'importante nella vita

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’importante nella vita

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