

L’arte spiegata ai Truzzi
- Autore: Paola Guagliumi
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Mimesis
- Anno di pubblicazione: 2016
Papa San Pio V, al secolo Antonio Ghislieri, papa del secondo Cinquecento, compare in un celebre ritratto, ritoccato opportunamente, sulla copertina del volumetto di Paola Guagliumi, storica dell’arte e guida turistica, dal titolo programmatico: “L’arte spiegata ai Truzzi” (ragazzotti delle periferie romane ignoranti quanto basta). Nell’immagine il papa, ammantato di rosso e con il camauro d’ordinanza, indossa occhiali di marca, un pesante catenone d’oro al collo, un orrido tatuaggio sulla mano destra, un sigaretta nella sinistra (benedicente!).
Introduce bene allo spirito del libretto che la scrittrice, dopo aver spopolato su un blog che spiegava l’arte anche a chi di arte ignora tutto, ha trasposto in dialetto romano le sue idee su come far arrivare il grande patrimonio di immagini e idee anche a chi è sprovvisto del linguaggio adeguato; la sua semplificazione linguistica, il suo aver tradotto in romanaccio, lingua colloquiale ormai mutuata anche da cinema, fiction televisiva e social networks, concetti alti senza mai tradire correttezza delle informazioni e completezza dei contenuti, rendono questo libro utile ed originale, soprattutto per chi insegna, per chi ha a cuore una cultura che non sia solo appannaggio di élite di specialisti, raffinati&sofisticati, ma che arrivi anche a chi, abituato alla rapidità della connessione e alla velocità delle informazioni, possa trovare la decodificazione del linguaggio artistico in modo semplice pur senza perderne l’essenza e il valore.
Il libro contiene l’analisi di circa 90 opere, celebri e celeberrime, icone della cultura occidentale, italiane e straniere, antiche e contemporanee, figurative o astratte, ciascuna preceduta da un titolo esemplificativo e intrigante: Er pisciatoio de Dusciamp, Pollock e ‘a pittura un po’ a casaccio, Manzoni e ‘a merda, er Marchio Nike, Picchenicche co Mané, Guttuso e i poveri cristi, Donne e motori (Tamara de Lempicka), Uorol e er consumismo. Da Tiziano a Magritte, da Donatello a David, da Correggio a Degas, da Giotto a Man Ray, Paola Guagliumi, convinta che cultura e umorismo non vadano disgiunti, mette insieme un’insolita storia dell’arte, nella quale non mancano le opere degli autori ospitate nei maggiori musei, chiese e siti archeologici del pianeta, riconoscibili perché super note attraverso la pubblicità e il cinema che troppo spesso se ne sono appropriati, ma mai realmente analizzate e comprese nel loro più profondo significato.
I truzzi destinatari del testo sembriamo un po’ tutti noi, spesso incapaci di leggere un’opera d’arte senza una competente “visita guidata”: ecco allora alcuni flash degli interventi dell’autrice:
“Se vai ar Quirinale – no, no ner senso si te fanno presidente, che sinceramente me pare poco probbabbile – ma ner senso si te ce fai na passeggiata, ce trovi du chiese che so na cifra interessanti. Ste du chiese so a pochi metri e a pochi anni de distanza una dall’antra, e so state fatte dalli meglio architetti dell’epoca, ossia Bernini e Borromini”
Sul celebre Dejeuner sur l’herbe di Edouard Manet conservato al Museo d’Orsay di Parigi, Paola Guagliumi scrive:
“Sto quadro se chiama Desgiuné sur l’erb, che Desgiuné nun vor di Digiunà ma anzi ar contrario Magnà, ma se sa che li francesi de magnà nun cianno mai capito na mazza. All’epoca fece scalpore prima de tutto perché è dipinto co no stile de pennellate libbere e poco rifinite tipo macchie, e puro un uso daa prospettiva un po’ volutamente der cazzo…”
Professori e storici più composti, vestali della conservazione e della storia dell’arte accademica storceranno certamente il naso e qualcosa di più: io, da insegnante in una scuola periferica, che diligentemente portavo gli studenti alle mostre, in giro per la Roma barocca, a visitare i musei, ringrazio l’autrice che ha proposto uno sguardo intelligente e scanzonato, leggero e pertinente, sulla fruizione dell’intero patrimonio artistico che, altrimenti, rischia di restare ostico, se non sconosciuto o peggio mal compreso, dalle nuove generazioni che vanno a scuola, ma troppo spesso imparano poco, incapaci di mettersi in sintonia con contenuti e linguaggi che non riescono a padroneggiare.

L'arte spiegata ai truzzi
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