L’amore borghese
- Autore: Giorgio Montefoschi
- Categoria: Narrativa Italiana
La visione del film La grande bellezza di Paolo Sorrentino mi ha fatto ricordare uno scrittore che ha descritto sempre Roma nei suoi romanzi e al quale la città eterna ha sempre ispirato. Giorgio Montefoschi ha celebrato i luoghi di Roma: le strade, i quartieri e anche i passaggi di stagione con i cambiamenti di luce che si proiettavano sui tetti e sulle bellissime terrazze dei palazzi romani. Il ricordo è andato al romanzo edito nel 1978, L’amore borghese, la cui uscita tra l’altro fomentò varie polemiche, così come avvenne per Un amore di Dino Buzzati.
“Anche un libro su Roma potrei scrivere, ho pensato, e così per qualche minuto mi sono abbandonato a certe fantasticherie: le giornate impreviste di primavera, per esempio, nel pieno di gennaio; l’estate canicolare; l’autunno nel mio quartiere; la tramontana d’inverno; certe strade, d’inverno, nel quartiere ebraico, dietro al Lungotevere, mentre non è ancora buio del tutto, il vento sospinge grosse nuvole verso il Gianicolo, increspa l’acqua del fiume e scuote con forza i rami spogli degli alberi; oppure di nuovo in marzo, quando soffia la tramontana per ricacciare indietro l’inverno e nell’aria tiepida si respirano profumi di polline e vaniglia; o l’estate ancora, il cielo color cobalto nel mese di luglio sopra le periferie ….”
Giorgio Montefoschi, scrittore e critico letterario, ha esordito come romanziere nel 1974 e nella sua intensa attività letteraria ha ricevuto numerosi riconoscimenti. Ha lavorato per il Corriere della Sera, per la Rai realizzando documentari di viaggio e insieme a Giovanni Minoli è stato autore di Mixer cultura.
L’amore borghese è la storia di un amore tormentato e controverso. E’ narrato in prima persona dal protagonista, un romanziere di successo, che sta terminando di scrivere il suo libro, Vita di una famiglia borghese. E’ un uomo colto, raffinato, profondamente malinconico e spesso solo: ama passeggiare per le strade di Roma nelle ore in cui appare più deserta e apprezza i colori e la luce che la città nelle varie stagioni mostra. Sara, sua moglie, è a Londra per impegni lavorativi, nella casa di South Kensington. Il lavoro la tiene spesso lontano da Roma e dalla loro casa coniugale, ma quel giorno è forte la nostalgia e decide quindi di volerla raggiungere. Nella casa di Londra è ospite da un po’di tempo Luisa Sebet, una vecchia amica di Sara. L’incontro con Luisa è inebriante.
“Begli occhi, scurissimi e malinconici, percorsi da un lampo molto veloce e quasi impercettibile di durezza che contrasta con i lineamenti così morbidi e dolci del suo viso: il naso piccolo e sottile, le labbra appena dischiuse tra le quali brillano i denti candidi e perfetti, la piega ordinata e folta dei capelli neri che le velano la fronte e le sfiorano appena il collo e la nuca…”
Luisa è una donna bellissima e molto seducente: ne rimane affascinato. Gli sguardi appena accennati e quella sua femminilità sofisticata si insinuano in maniera molto più profonda della sola attrazione fisica. La loro relazione durerà nel tempo. Nel mentre la dolcezza per Sara gli permetterà di vincere i propri tormenti e la sua vita organizzata non avrà sconvolgimenti.
“E’ come nelle scene finali dei grandi romanzi, quando l’autore si accinge a tracciare un vasto ritratto che riassuma e definisca tutti i suoi personaggi riuniti, proprio come per un quadro, in un luogo reale, ma anche un po’ astratto e sente, in una sorta di sfinimento e di gioia insieme, che ogni fisionomia e ogni gesto diventano in quell’attimo, quasi automaticamente, quasi da soli, l’immagine compiuta perfetta e inimitabile dell’anima e dell’intera vita dei suoi personaggi, e così il romanzo è finito.“
Proprio come in un quadro, il romanziere e la moglie Sara, Luisa e il marito Daniele vengono ritratti da Giorgio Montefoschi nello scorrere delle loro quotidianità. Si incontrano cordialmente per trascorrere le feste natalizie, per le vacanze in montagna o all’estero e la relazione amorosa prosegue come un’abitudine ad una gioia intima alla quale non ci si può sottrarre. La loro vita borghese continua ad essere vissuta senza nessun dramma su un binario parallelo al loro adulterio.
Il nodo della polemica all’uscita del libro negli anni ’70 fu proprio lo sviluppo della storia, come se l’autore avesse celebrato in maniera provocatoria il benessere di una classe sociale, il loro successo, senza porsi nessuna verità sulla vita reale e sul destino di ognuno. Non è così. La bellezza del romanzo è invece nel contrasto della realtà della vita borghese e le esigenze dell’animo del protagonista, e quella sua nostalgica malinconia che lo dirige verso una più cosciente dimensione interiore. Un libro che sorprende e affascina il lettore, grazie anche ad un’incantevole descrizione di Roma. Giovanni Raboni, presentando “L’amore borghese” affermò di Giorgio Montefoschi:
“ha un modo di raccontare in cui non i fatti contano e nemmeno, in fondo, le situazioni, la psicologia, le idee dei personaggi, ma il variare delle luci, il passare e ritornare delle stagioni. Così il modo di vivere, assorto nella propria quotidianità, di una certa borghesia romana raccontata minuziosamente dall’autore si mescola all’attenzione per i particolari della natura che a Roma è sempre uno spettacolo, attraverso il cambio di stagioni e il variare delle luci e delle ombre.”
Una nota mi preme aggiungere: il libro è fuori catalogo. Uno splendido romanzo italiano, senza età, non può esser letto!
L'amore borghese
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’amore borghese
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