Lo scrittore statunitense Francis Scott Fitzgerald, uno dei maggiori autori dei "ruggenti anni Venti", nasceva a Saint Paul, Minnesota, il 24 settembre 1896. In soli 44 anni di vita, Fitzgerald ha consegnato al pubblico oltre venti opere, tra romanzi e raccolte di racconti, tra cui Tenera è la notte, Belli e dannati e, ovviamente, Il grande Gatsby, uno dei capolavori del XX secolo.
Non solo: forse non tutti sanno che Fitzgerald è anche autore del racconto Il curioso caso di Benjamin Button, appartenente alla raccolta Racconti dell’età del jazz.
Per celebrare lo scrittore in occasione dell’anniversario della sua nascita, abbiamo scelto di condividere un elenco delle più belle citazioni tratte dai suoi libri.
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Francis Scott Fitzgerald: le citazioni più belle
- Mostratemi un eroe e vi scriverò una tragedia.
- Gli scrittori dovrebbero scrivere i libri come se dovessero essere decapitati il giorno che l’hanno finito.
- C’era sempre il dolore del ricordo; il rimpianto per la gioventù perduta, eppure... non avrebbe saputo dire perché la battaglia valeva la pena di essere combattuta... tese le braccia al cielo cristallino, splendente. "Conosco me stesso" esclamò "ma nient’altro!"
- Ma la genialità, la versatilità della follia è parente alla ineluttabilità dell’acqua che filtra attraverso, sopra e intorno a una diga. È necessario il fronte unito di molte persone per resistere a essa.
- Non c’è fuoco né gelo tale da sfidare ciò che un uomo può accumulare nel proprio cuore.
- Le cose diventano più dolci quando sono perdute. Lo so: perché una volta volevo qualcosa e l’ho ottenuta. È stata la sola cosa che abbia mai voluto davvero, Dot. E quando l’ho ottenuta mi si è ridotta in polvere fra le mani.
- E questo mi ha insegnato che non si può avere niente, non si può avere assolutamente niente. Perché il desiderio inganna. È come un raggio di sole che guizza qua e là in una stanza. Si ferma e illumina un oggetto insignificante, e noi poveri sciocchi cerchiamo di afferrarlo: ma quando lo afferriamo il sole si sposta su qualcos’altro e la parte insignificante resta, ma lo splendore che l’ha resa desiderabile è scomparso.
- La guardia più forte è posta ai cancelli del nulla. Forse perché la condizione di vuoto è troppo vergognosa per venir divulgata.
- Fu un grande peccato, quello di chi inventò la coscienza. Perdiamola per qualche ora.
- A volte è più difficile privarsi di un dolore che di un piacere.
- All’inizio tu ti bevi un bicchiere, poi il bicchiere si beve un bicchiere, poi il bicchiere si beve te.
- La giovinezza di tutti è un sogno, una forma di follia chimica.
- Quando senti che il tuo tesoro di prestigio e di ingegno è agganciato, non hai più da preoccuparti di nessuno; puoi facilmente controllarlo.
- La gente egoista è terribilmente capace di grandi amori.
- Noi abbiamo bisogno di credere.
- Gli occhi grigi striati dal sole fissavano il vuoto, ma lei aveva deliberatamente preso le redini dei nostri rapporti e per un momento credetti di amarla. Ma sono molto lento a pensare e pieno di regole interiori che agiscono sui miei desideri.
- Il banco di prova di un’intelligenza di prim’ordine è capacità di tenere due idee opposte in mente nello stesso tempo e, insieme, di conservare la capacità di funzionare.
- Quanto più sai, tanto più c’è da esplorare, e trovi sempre dell’altro.
- Non sono sentimentale... sono romantico. Il fatto è che i sentimentali credono che le cose durino... I romantici hanno una fiducia disperata che non durino.
- Le anime nude sono sempre cose miserabili.
- Lo schietto e inatteso miracolo d’una notte si estingue con la lenta morte delle ultime stelle e la nascita prematura dei primi giornalai.
- L’intelligenza è poco più di un doppio decimetro col quale vengono misurate le opere infinite delle circostanze.
- Il vincitore appartiene alle spoglie.
- Se continua a stare attaccato alla gente e non alle idee e sa ispirarsi alla vita e non all’arte, ammesso uno sviluppo normale credo che diventerà un grand’uomo.
- Quando ti viene voglia di criticare qualcuno, ricordati che non tutti a questo mondo hanno avuto i vantaggi che hai avuto tu.
- La vita si osserva molto meglio da una finestra sola.
- Non vi capita mai di aspettare il giorno più lungo dell’anno per poi non accorgervene? Io aspetto sempre il giorno più lungo e poi quando arriva non me ne accorgo.
- È inevitabilmente sconfortante guardare attraverso nuovi occhi cose alle quali abbiamo già applicato la nostra visuale.
- Non si può ripetere il passato.
- Ci sono soltanto perseguitati e persecutori, affaccendati e stanchi.
- La gente crede quasi sempre che tutti provino per essa sensazioni molto più violente di quelle che provano in realtà: crede che l’opinione degli altri oscilli sotto grandi archi di approvazione o disapprovazione.
- Il guaio è che quando si è sobri non si ha voglia di veder nessuno, e quando si è sbronzi nessuno ha voglia di vedere noi.
- Non si sa mai esattamente quanto spazio si occupi nella vita della gente.
- Si scrive di cicatrici guarite, un parallelo comodo della patologia della pelle, ma non esiste una cosa simile nella vita di un individuo. Vi sono ferite aperte, a volte ridotte alle dimensioni di una punta di spillo, ma sempre ferite. I segni della sofferenza sono confrontabili piuttosto con la perdita di un dito o della vista di un occhio. Possiamo non perderli neanche per un minuto all’anno, ma se li perdessimo non ci sarebbe niente da fare.
- Un monarca può creare una sola regina.
- Le malignità non ci offendono come avrebbero offeso le nostre madri.
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