Irlanda. Un romanzo incompiuto
- Autore: Enrico Terrinoni
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2018
Un’inattesa e rapinosa lettura è stata Irlanda. Un romanzo incompiuto, il saggio edito Aguaplano dalla bellissima copertina bianca, candida, come il foglio di uno scrittore che deve iniziare a scrivere; un compendio di storia, musica e citazioni dei libri che ho amato, ricercati, portati in viaggio, dei libri rimasti nel tempo sul mio comodino, sulla mia scrivania, dei libri narrati agli amici.
L’Irlanda e i suoi scrittori insieme tra le pagine di questo libro, che mi raccontano ancora tanto altro. Enrico Terrinoni narra la sua Irlanda letteraria, politica e storica, "un romanzo incompiuto", come lo descriveva Joyce, "colui che portò per primo l’Irlanda alle luci della ribalta nel mondo", perché allora come oggi, è un territorio in parte occupato.
Tra storia e politica, dagli anni della Grande Fame nei quali la popolazione irlandese fu decimata, all’insurrezione di Pasqua del 1916, alle lotte dei portuali capeggiati dal sindacalista Jim Larkin, alla lotta armata dell’IRA per l’indipendenza nell’Irlanda del Nord con il martirio di Bobby Sands.
La storia che ha dato inizio a una svolta moderna fino alle illusioni del boom economico Celtic Tiger, che presentarono l’Irlanda come paese modello tra le economie liberiste. Un periodo, scrive il professore Terrinoni, nel quale l’Irlanda aveva smarrito le sue caratteristiche fondanti.
Enrico Terrinoni è professore ordinario di Letteratura Inglese e Presidente del Corso di Laurea in Traduzione e Interpretazione per l’Internazionalizzazione dell’Impresa all’Università per Stranieri di Perugia. Ha tenuto lezioni e conferenze in tutto il mondo, instancabile traduttore di Joyce, è stato Government of Ireland Scholar all’University College Dublin, Mendel Fellow all’Indiana University e Keough-Naughton Visiting Scholar alla Notre Dame University.
Tra gli autori da lui tradotti, Oscar Wilde, Edgar Lee Masters, Nathaniel Hawthorne, Brendan Behan.
Una terra dalle radici profonde, che è con la sua cultura "perseguitata e bandita ma mai dome", scrive l’autore, che ha vissuto cambiamenti epocali, l’isola verde smeraldo inclusiva e tollerante dentro, terra di conquista negli ultimi decenni del capitalismo contemporaneo.
Dal passato al presente, dall’antico all’antimoderno, al modernissimo, un viaggio unico dalla rinascita culturale di Yeats ai grandi nomi della letteratura, dai classici ai contemporanei, dai poeti in prima fila nella rivolta del 1916 al presidente socialista Higgins, che onora costantemente il suo Paese e il ricordo e la memoria dei patrioti irlandesi.
In questo saggio c’è tutta l’Irlanda, la sua bellezza e la storia nelle sue scritture. Scrittori che sapevano sognare un futuro migliore, la libertà da chi aveva usurpato il loro idioma, e che sapevano narrare le loro radici ancestrali. Come scriveva Yeats:
"Il mondo conserva molto più significato per un contadino irlandese che per uno inglese e questo grazie al popolo di folletti e fate che vivono nelle colline, per i boschi e sui laghi. Infondono vita ai morti pendii, e circondano gli agricoltori intenti ad arare e a scavare di tenere ombre poetiche".
Nelle opere di Ciaran Carson, poeta di infinite variazioni e intensità musicale dell’Irlanda del Nord, troviamo i fantasmi di una memoria inqueta e una Belfast "da caos calmo"; John Banville, narratore dell’esilio spaziale ed esistenziale, che si concede "di trovare conforto dal disordine del proprio mondo ritraendosi in un passato distante", nel libro La musica segreta.
Brendan Behan, con il mito di Dylan Thomas e le sue dichiarazioni registrate (Confessioni di un ribelle irlandese), volontario dell’IRA con il sogno di un’Irlanda socialista amava definirsi "il soldato più catturato della storia d’Irlanda"; il poeta Seamus Heaney, premio Nobel 1996, che si dilettava iniziare le sue conferenze e letture ricordando il predecessore Yeats, senatore dello Stato libero d’Irlanda negli anni Venti, premio Nobel nel 1923, vate di una memoria comune, erede dei "fili, i bardi della tradizione gaelica", perché "la poesia può insegnare, scrostando l’incuria del tempo per far rinvenire l’umanità sepolta".
E ancora l’Irlanda rurale di John Mc Gahern e Patrick Kavanagh (Andremo a rubare in cielo), ai contemporanei Colum McCann (Di altre rive) e Colm Tóibín (Brooklyn), per i quali il ricordo del passato è far riaffiorare una terra che "travalichi i confini facendo dell’Irlanda il nostro universo".
Il passato e il presente, appunti e considerazioni politiche e storiche e riflessioni letterarie rendono Irlanda. Un romanzo incompiuto un volume prezioso e importante, la narrazione di una "storia letteraria civile", come scriveva Benedetto Croce.
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