

Io che ti ho voluto così bene
- Autore: Roberta Recchia
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2025
La scrittrice romana Roberta Recchia, dopo il successo straordinario ottenuto con il suo romanzo d’esordio Tutta la vita che resta, presente per mesi nelle classifiche, pubblica ora un nuovo libro dal titolo Io che ti ho voluto così bene (Rizzoli, 2025), non propriamente un sequel, piuttosto una rivisitazione dei luoghi e dei fatti già noti ai lettori del primo romanzo, vista con gli occhi del fratello tredicenne di chi, ormai in carcere, ha contribuito alla morte violenta di Betta Ansaldo.
Luca Nardulli è il protagonista assoluto del libro, colto nella sua adolescenza, quando si era innamorato nel segreto del suo cuore della bella e bionda Betta, attesa per le vacanze estive a Torre Domizia. Luca, timido e ancora troppo giovane, le aveva comprato un braccialetto portafortuna e si era trovato quasi per caso a giocare con lei una partita a bigliardino. Poi la tragedia: Betta sfigurata e uccisa sulla spiaggia, una vicenda oscura, fino alla scoperta dei colpevoli, tra i quali Maurizio, il mitico fratello grande di Luca. L’arresto del fratello e del padre maresciallo per favoreggiamento sconvolgono completamente la vita di Luca: quella sera finisce la sua infanzia, la sua famiglia, la sua vita, i suoi affetti. La madre di Luca lo mette su un treno per Bergamo, dove vive lo zio paterno Umberto; verrà accolto dalla zia Mara e dalle cugine Carò, Caterina e Emilia. Comincia così la nuova esistenza di Luca al nord, senza più la madre, il padre, il fratello, la compagna di scuola di cui si era innamorato, Flavia.
Roberta Recchia costruisce con cura la psicologia evolutiva di Luca, seguendone con attenzione la lenta maturazione, l’avvicendarsi di fatti sempre più dolorosi, la solitudine, la mancanza degli affetti veri di cui si sente orfano, malgrado il tentativo dello zio Umberto, professore al Collegio degli Oblati, di incoraggiarlo e gratificarlo. Dopo che il nome dei Nardulli compare sui giornali, con Mizio che è stato condannato, la zia Mara comincia a temere per le sue figlie la vicinanza con il fratello del mostro: in provincia le chiacchiere malevole sono ferite profonde. Ecco allora che zio e nipote si allontanano dalla sicurezza della casa e vanno a vivere nel Collegio degli Oblati, scuola seria e tutta maschile, dove Luca trova una forma di appartata tranquillità in mezzo ai libri.
La storia racconta molto di più, seguendo le peripezie giudiziarie e umane della famiglia Nardulli e accompagnando la crescita di Luca fino al ritrovamento di Flavia, che darà al ragazzo ormai quasi uomo una nuova sicurezza affettiva. La scrittrice segue l’evoluzione della famiglia, dei costumi, della società, della vita di provincia con grande attenzione ai risvolti umani e di notevole empatia per i suoi personaggi, costretti a vivere ai margini di un femminicidio drammatico, le cui conseguenze non sempre sono note al pubblico, che si ferma spesso al fatto di cruda cronaca processuale, in modo quasi sempre morboso. Il libro di Roberta Recchia invece ha il merito di seguire i vari rami che la vicenda di Betta Ansaldo ha provocato nel tempo: il disfacimento di un’intera famiglia, la perdita di dignità di un padre, il maresciallo dei carabinieri Nardulli, accusato ingiustamente e incapace di riabilitarsi, le difficoltà coniugali dello zio Umberto, che per difendere il nipote rischia di compromettere il suo solido matrimonio, insomma una ragnatela di rapporti innestati da un assurdo delitto che fanno deragliare un nucleo insospettabile.
I silenzi di Luca, la sua crescita dolorosa, la privazione di speranze, la solitudine, sono descritte da Roberta Recchia attraverso dialoghi efficaci, pagine commoventi, analisi profonde della psicologia di un giovane colpito da una vicenda più grande della sua capacità di accettazione. Il finale del romanzo si apre alla speranza, ed è una scelta condivisibile dal lettore, che ha attraversato troppe pagine di dolore puro.

Io che ti ho voluto così bene
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