Insomnia
- Autore: Stephen King
- Genere: Horror e Gotico
A quanti di voi la notte capita di non dormire? A chi non è capitato di passare ore ed ore di insonnia senza trovare alcun appiglio che conducesse la vostra coscienza a cadere nel caldo e rassicurante abbraccio del sonno? Immaginate che in una di quelle notti senza riposo, l’unica cosa che riusciate a vedere siano strani uomini dai volti indecifrabili, calvi e pallidi, dalla statura bassa e dalla corporatura insignificante, aggirarsi nel vostro vicinato, con indosso camici fin troppo bianchi e immacolati, e in mano forbici d’acciaio. Vi chiedereste cosa sta succedendo nella vostra testa, se state vedendo davvero o soltanto immaginando scenari simili impietosamente apparsi davanti ai vostri occhi illividiti dall’assenza di sonno. Quella sarebbe la domanda sbagliata perché non ci sarebbe niente di più reale di Cloto e Lachesi, gli esseri soprannaturali che, rappresentanti della volontà dell’Intento, sono davanti a voi per mostrarvi cosa si cela dietro la vita e la morte di ogni essere umano.
E’ così che Insomnia, romanzo visionario pubblicato da King nel 1994, inizia, attraverso la voce e i pensieri di Ralph Roberts, uomo sulla settantina che in una notte come tante altre comincia, a causa dell’insonnia, a vedere cose e persone mai viste. Presto si renderà conto di non essere il solo ad avere queste insensate visioni e condividerà con Lois, una donna della sua stessa età, incontri, scoperte e vicissitudini che come un corrente in piena vi trascineranno all’interno di questa memorabile storia, che per molti non è degna dell’ingegno a cui ci ha abituato il grande maestro del brivido.
Vi dirò una cosa: in Insomnia non c’è il King che conoscete, nonostante le numerose citazioni sparse per il romanzo che rimandano ad altre storie raccontate dallo stesso autore, in opere successive come la stessa citazione della Torre Nera. Se vi aspettate di trovare sangue e teste tagliate, rassegnatevi, perché non troverete niente del genere, ma per coloro che di King non amano soltanto la capacità di raccontare l’horror e di svelarlo in modo naturale ma allo stesso tempo terribilmente pauroso, scoprirete che questo romanzo è molto più di quello che sembra.
Evocazioni che giungono dal passato, dalla mitologia e dalla leggenda vi condurranno in una trama dove il bene e il male sono ancora una volta gli artefici del nostro e unico destino, contro il quale ognuno di noi può fare davvero poco. Ralph scoprirà che meno dorme più ringiovanisce, ma non solo: si renderà conto di aver acquisito anche un potere soprannaturale che gli permette di vedere una strana aurea intorno alla testa delle persone collegata ad un filo a cui è sinistramente appesa la vita e la morte. Dal colore dell’aurea è possibile capire se la persona che la porta sia sul punto di morire o tra quanto morirà. E nel momento della sua fine, al suo capezzale, appariranno Cloto e Lachesi, i due ometti calvi e pallidi che in quanto esecutori dell’Intento, saranno coloro che con le forbici recideranno il filo che come un palloncino tiene ancora legato il corpo alla vita. Essi sono una chiara personificazione delle tre Parche della mitologia greca, insieme ad un altro personaggio, Atropo, l’incarnazione della parte malvagia della vicenda, che opera al servizio del Caso.
La trama è molto particolare, ricca di sconvolgimenti e piena di riflessioni accompagnate da approfondimenti psicologici com’è nello stile dell’autore. Nonostante momenti di terribile tragicità e paura, la conclusione è come sempre inaspettata e tutt’altro che infelice. Ma c’è un ma che sempre accompagna le letture del Re del brivido ed è la consapevolezza. Ralph si renderà conto che ci sono forze imperscrutabili contro cui è difficile combattere e soprattutto vincere, ma anche quando si vince, non lo si fa mai senza pagare un duro prezzo e quel prezzo deriva da una scelta che inevitabilmente comporta una domanda. La domanda che ognuno di noi si pone di fronte a questa vita: cosa è giusto fare per salvare l’insalvabile e cosa non lo è? E soprattutto esiste scegliere per il bene assoluto, oppure noi, anime perse, intrappolate in un destino che non ci appartiene, siamo soltanto marionette mosse da mani invisibili che muovono i fili senza chiederci neanche perché? Probabilmente non esiste scegliere il bene assoluto, esiste solo il male minore.
Insomnia
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