Il talismano di Stephen King, Peter Straub

Come molti insegnanti di italiano ho sempre avuto pregiudizi nei confronti di Stephen King, considerandolo un autore da quattro soldi. Per questo per più di 25 anni non ho letto "Il talismano", riscoprendolo in seguito. E ho scoperto un grande scrittore che si rifà addirittura a Mark Twain, perchè il romanzo è la storia di una maturazione personale vista in un romanzo di formazione.
Il protagonista, Jack, deve scovare un talismano in grado di salvare la madre da un tumore, ma non solo, deve salvare anche il mondo, perchè la madre è la gemellante della regina Laura di Lossian, abitante di un modo parallelo. È aiutato nella ricerca da Svelto Parker, un uomo di colore incontrato per caso e dotato di poteri magici e da un Lupo sedicenne che Jack incontra nel suo cammino. Esiste anche un antagonista, il perfido Morgan.

Il ragazzo compie il viaggio da New York alla California, incontrando esseri straordinari e nello stesso tempo conoscendo nella sua essenza la società americana degli anni 80.
Il finale non è da svelare, ma quello che importa è lo scopo del viaggio. Jack conoscerà se stesso e sarà motivato nelle sue scelte. È l’eterna fiaba sulla crescita di un adolescente. Si diventa grandi amando gli altri più che se stessi. È anche la storia di un’amicizia tra il protagonista e un giovane lupo che avrà conseguenze fatali per l’uno o per l’altro.
I personaggi sono ben delineati: i tempi sono rispettati, il polso narrativo si mantiene per tutto il tempo della narrazione e la storia ha un finale plausibile. L’unico neo sono le descrizioni troppo dettagliate.
Da leggere assolutamente, possibilmente non di sera prima di addormentarsi.