Il parassita
- Autore: Arthur Conan Doyle
- Genere: Horror e Gotico
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2020
Esce oggi Il parassita, racconto di Arthur Conan Doyle edito da Caravaggio editore e impreziosito dalle tavole di Howard Pyle (1894). La pubblicazione è curata da Andrea Oscar Ledonne, laureato in Giurisprudenza ed estimatore di Doyle, universalmente noto per aver concepito il personaggio di Sherlock Holmes e per essere il capostipite del "giallo deduttivo", noto anche come whodunit - contrazione di "Who (has) done it?".
Ma Arthur Conan Doyle non è solo questo. Nella sua vita ha toccato altri generi: la fantascienza e il racconto di avventura. Il Conan Doyle "minore" (con al centro l’esoterismo e il paranormale) sta finalmente arrivando, grazie soprattutto al lavoro di lodevoli editori indipendenti. A questa fetta di produzione appartiene Il parassita, racconto breve (circa un centinaio di pagine), scritto in forma di diario. L’arco narrativo inizia il 24 marzo e si conclude il 5 maggio: in poco più di un mese, il protagonista Austin Gilroy deve rivedere tutti i suoi solidi e rigidi schemi. Gilroy, professore, uomo di scienza devoto al metodo scientifico, promesso sposo alla dolce e rassicurante Agatha, cade nella ragnatela di Miss Penclosa.
L’edizione del Parassita in commento, a differenza di precedenti pubblicazioni, è ricca di note che permettono al lettore di mettere a fuoco esattamente ciò che sta accadendo: il primo invito a casa da parte di Miss Penclosa, l’incontro con l’ipnosi e le "scienze della mente", l’abbandono momentaneo da parte di Agatha come espediente per disintegrare le certezze di Gilroy, i momenti impiegati a rimuginare sull’oscuro fascino dello sconosciuto, la reclusione forzata nelle proprie stanze pur di resistere alla tentazione di tornare in quel vortice di oscurità.
Non a caso Doyle sceglie come protagonista un fisiologo, emblema di scienza e razionalità. Sullo sfondo c’è il Positivismo, che esalta il progresso scientifico e tecnologico dell’uomo; in primo piano, invece, c’è la storia di Gilroy e Miss Penclosa. Le gesta di Gilroy diventano la lente per indagare l’animo umano in tutte le sue declinazioni. Amore, perversione e ossessione sono aspetti marginali nel racconto, ma non per questo trascurabili.
Attraverso lo sgretolamento delle certezze di Gilroy, uomo tutto d’un pezzo, il lettore percepisce la fragilità dell’uomo, inserito in quell’ordine precostituito che è il mondo, fatto di numeri, leggi e principi. Il rischio per il protagonista non è rappresentato dal mesmerismo, né dalla suggestione ipnotica di Miss Penclosa. Gilroy deve fare i conti con la sua curiosità che sovverte tutto ciò che di certo e sistematico esisteva prima dell’incontro con la brutta, zoppa e temibile donna. È quella curiosità a fargli perdere la cattedra all’università; è quella pulsione verso la conoscenza a fargli perdere il grande amore e, per ultimo, è l’ingestibile bramosia verso l’ignoto a privarlo del senno. Al termine del racconto la furia omicida acceca Gilroy. Corre verso casa. È affannato, vuole ucciderla...
Eh no! Quello che succede dopo, mi dispiace, non posso proprio rivelarlo. Chissà se anche Gilroy acquisirà quello spirito ottimista che trasforma ogni lucciola in una stella.
Il parassita è una lettura imperdibile.
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