Il cavallo di bronzo. L’avventura di Leonardo
- Autore: Antonio Forcellino
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: HarperCollins
- Anno di pubblicazione: 2018
Riproporre in forma romanzata quanto lo ha più appassionato nello studio dei grandi artisti del nostro Rinascimento: è questo che spinge Antonio Forcellino a realizzare i suoi straordinari “disegni” narrativi e che lo ha sostenuto anche nella redazione della trilogia Il secolo dei giganti, tra il 2018 e il 2020, per la casa editrice HarperCollins Italia. Il primo, Il cavallo di bronzo, è in commercio dall’estate di due anni fa (526 pagine) e conduce agli anni nei quali Leonardo Da Vinci espresse il suo genio multiforme.
Gli altri due lavori mettono in bella prosa “l’ardore” di Michelangelo Buonarroti e “la grazia” di Raffaello da Urbino.
Antonio Forcellino è un architetto di 64 anni, originario della splendida Vietri, perla della costiera amalfitana nel Tirreno. È per questo abituato al bello fin dalla nascita e accanto a una straordinaria professione di restauratore (le facciate del Duomo di Siena e di Orvieto, l’arco di Traiano a Benevento e soprattutto il Mosè di Michelangelo, in San Pietro in Vincoli a Roma), vanta una carriera saggistica, che dal 2006 è diventata anche narrativa, con romanzi ambientati nel Rinascimento e legati a temi che incontrano e valorizzano l’arte di quel periodo, la sua vera passione.
Diciamo ch’è a suo agio tanto tra i marmi che tra le carte antiche, visto che si devono alle sue ricerche documentarie ritrovamenti di rilievo: anche autografi michelangioleschi sull’imponente progetto della tomba monumentale di Papa Giulio II.
Ad averlo conquistato, dell’epoca rinascimentale, è la “magnificenza” della cultura, che ci è pervenuta attraverso le creazioni di artisti di enormi capacità, liberati finalmente dalle paure, dalle inibizioni e dai divieti che hanno inibito le comunità nel Medioevo. Si sono sentiti padroni dei propri mezzi, artefici del proprio destino. Sciolti dai lacci che soffocavano il talento, molti uomini d’arte e di potere hanno avuto modo di incidere sulla storia dell’umanità e con loro le donne che li hanno accompagnati, ispirati, fatti innamorare e spesso soffrire.
Non a caso, l’intera trilogia è punteggiata da nitide figure femminili. Nel lavoro su Leonardo vengono sublimate in Cecilia Gallerani, adolescente di “inaudita bellezza ma anche di profondissima intelligenza”, scrive l’architetto di Vietri, la favorita del signore di Milano, il Moro. È ritratta in copertina, nel dipinto leonardesco della Dama con l’ermellino, per il quale posò nel 1488, ad appena 16 anni.
Con da Vinci entrano in azione tanti personaggi dell’epoca, l’autore li fa letteralmente rinascere, li rende molto più vitali stipetto ai cammei in cui li hanno incastonati gli storici, tenuti a rispettare fonti e atti, mentre Forcellino è libero di seguire la sua immaginazione e di rappresentare a suo agio il pensiero degli artisti, appreso sfiorando le loro opere con le dita, ricavandone la forza vitale impressa nelle forme, nei tratti dipinti.
Nella nota in appendice a ognuno dei tre titoli riconosce che la trilogia è nata come pura fantasia dai quarantanni di lavoro di restauro spesi sulle opere del Rinascimento e dalle ricerche in archivi e biblioteche, per comprendere appieno i capolavori ai quali aveva la fortuna di accostarsi. Racconta la storia di un secolo di meraviglie, tra le metà del 1400 e del 1500. Dice di avere seguito come fonte le Istorie d’Italia di Francesco Guicciardini (1483-1540), storico dell’epoca attento al carattere dei protagonisti degli eventi. Ha consultato pubblicazioni dell’ultimo quarantennio sui personaggi e i tempi, mettendo a fuoco i contrasti tra il potere religioso e politico, tra la Chiesa di Roma e la riforma protestante, mentre l’Inquisizione agiva spietatamente.
Il racconto è scandito in capitoli che seguono la cronologia dei papi durante le cronache narrate. Tra il 1447 di Nicolò V e i primi del 1500 di Alessandro VI Borgia, vive e opera il più grande genio italico d’ogni tempo, il portentoso Leonardo, qui virtuosissimo e tuttavia schiavo delle passioni, versatile e magistrale in ogni attività, molto elegante e tuttavia fin troppo riservato. Inimitabile: e dire ch’è nato da uno stupro.
Ser Piero di Antonio da Vinci, giovane notaio avviato verso un buon matrimonio, ha 24 anni nell’estate 1451 ed è nel borgo natale, poco distante dalla Firenze in cui esercita la professione. Passeggiando in un sentiero tra i campi, ha la ventura d’imbattersi in una fresca contadina. Non la conosce (Caterina, orfana tredicenne, vive col fratello di poco maggiore), ma le voglie di un giovane notabile non incontravano freni. La lascia in terra e dimentica in fretta, non immaginando che la conseguenza di quel capriccio violento avrebbe segnato il mondo.
I nonni Antonio e Lucia si fanno carico del nato, che chiamano Leonardo. Dopo lo svezzamento, allontanano la mamma dalla sua vita, dandole una dote e un marito, Attaccabriga, nome poco rassicurante. Il piccolo cresce biondo e bellissimo, sempre a riempire carte di schizzi e a bighellonare con lo zio, un fannullone che ama l’ozio e la natura. Più il primo della seconda, alla quale il nipote resterà invece sempre legato, cercando di penetrarne i segreti più nascosti.
Alla morte di Antonio, ser Piero richiama tutti a Firenze, per non mantenere due case e qui il maestro Verrocchio si accorge del talento del fanciullo figlio del notaio. Quando da Vinci padre entra col giovane Lorenzo de’ Medici nella bottega dell’artista e costruttore di bombarde (la Signoria intende commissionare quelle armi portentose), si accompagna a loro un cardinale spagnolo trentenne, Rodrigo Borgia, il futuro papa Alessandro. È solo un esempio di come i grandi si affacciano e prendono ad agire, vivi e vitali, nei romanzi dell’architetto Forcellino.
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