Il fermaglio di perla. La grazia di Raffaello
- Autore: Antonio Forcellino
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: HarperCollins
- Anno di pubblicazione: 2020
Arte e storia già da sole sono materie appassionanti, insieme diventano irresistibili. Non ne parliamo quando a renderle ancora più eccitanti provvedono il mestiere, l’esperienza sul campo e la capacità letteraria di Antonio Forcellino, architetto, restauratore e scrittore. Con Il fermaglio di perla. La grazia di Raffaello, pubblicato a gennaio 2020 da HarperCollins Italia (536 pagine, 12.90 euro), si conclude la straordinaria trilogia Il secolo dei giganti, avviata nel 2018 con Il cavallo di bronzo e proseguita nel 2019 con Il colosso di marmo, sempre per la casa editrice romana.
Tra i più importanti restauratori in attività, autore di saggi e nell’ultimo quindicennio anche romanziere, Forcellino è capace di proporre prodotti che sono allo stesso tempo manuali di storia dell’arte, testi di storia e soprattutto romanzi d’azione, pieni di sentimenti, passioni, tensioni emotive, politiche, diplomatiche. Del resto, il Rinascimento in cui sono ambientati è un secolo che per conto suo propone di tutto: amore, odio, morte, bellezza, orrori, virtù, tradimenti, verità e bugie, gioie e dolori, guerra e pace. Sono i contenuti dei suoi romanzi: la vita, insomma, com’è stata vissuta intensamente, com’è piacevole da parte sua raccontare e affascinante per noi leggere.
Un’epoca di grandezze, in tre grandi romanzi. Restano pure opere di fantasia, premette. Nascono dalle suggestioni di quarant’anni di lavoro di restauro sulle più belle opere del nostro Rinascimento e dagli approfondimenti in archivi e biblioteche per comprendere appieno i capolavori che la fortuna gli ha consegnato tra le mani. Avverte d’essersi concesso talune licenze, cronologiche e geografiche, per rendere il racconto più suggestivo, senza però tradire la verità storica dei fatti.
Come sempre, i capitoli sono scanditi dai papi regnanti nel periodo esaminato: Leone X (1513-1521), Adriano VI (1522-1523), Clemente VII (1523-1534), Paolo III (1534-1539). Per completare il quadro storico di riferimento, l’autore trova il modo di indicare in un dialogo i grandi dell’epoca, a partire dal 1519.
A Oriente e nel Mediterraneo sta crescendo la stella di Solimano, giovane, valoroso, saggio, pronto a prendere il posto dell’anziano sultano dell’impero Ottomano di cui è erede. Anche in Europa ci sono principi promettenti: il più “vecchio” ha 27 anni, è il sovrano inglese Enrico VIII. Francesco I ha compiuto appena 23 anni, Carlo di Spagna ne ha 19 ed è ancora più intraprendente del francese. Sono in lotta per rivendicare il trono del Sacro Romano Impero, lasciato vacante dalla morte di Massimiliano. Le ambizioni dei sovrani ragazzi di Francia e di Spagna si scontrano in Italia: Francesco soprattutto ha grandi progetti e rivendica tanto il Ducato di Milano che il Regno di Napoli.
Il Bel Paese è terreno di scontro, ma è pure il territorio d’Europa in cui matura la straordinaria fioritura artistica dell’età rinascimentale. Smania di bellezza e frenesia di potere si coniugano in Italia, la prima arricchisce di grandissime opere d’arte le chiese, le città e le case dei ricchi, la seconda nutre il terreno col sangue dei soldati che si battono senza sosta, riempiendo il suolo italico coi cadaveri della migliore gioventù europea.
Fino ad allora. Roma è scampata ai massacri, i cavalieri dell’Apocalisse l’hanno risparmiata, ma rischia d’essere coinvolta nel furore della guerra franco-iberica, che vede gli italiani mercenari al soldo degli uni o degli altri contendenti e il papato impegnato a recitare un ruolo ambiguo tra forze contrastanti.
Ritornano gli artisti e letterati già messi in mostra da Forcellino. Ritroviamo il gigante Michelangelo e un affermato elegante pittore urbinate, prediletto dalla committenza religiosa e nobiliare romana, Raffaello Sanzio, con la squadra di eccezionali allievi e collaboratori capeggiata da Giulio Romano.
La descrizione offerta da Forcellino del Trionfo di Galatea dipinto da Raffaello nella villa Farnesina del banchiere Chigi, a Trastevere, è un atto d’amore verso l’arte:
sul muro la Ninfa solcava il mare sui suoi delfini… il manto rosso le avvolgeva il corpo, più per valorizzarlo che per nasconderlo… le spalle tornite, il seno pieno… L’artista confessa d’avere spiato le donne più belle per ispirarsi. Lo sostiene per galanteria, davanti ad alcune delle protagoniste della scena romana: Giulia Farnese, Felicia della Rovere, presenti nel libro con Vittoria Colonna, Isabella d’Este, Giulia Gonzaga, Lucrezia ed altre.
Leonardo da Vinci è già morto, in Francia e la breve vita di Raffaello da Urbino è destinata a concludersi ad appena 37 anni, nel 1520, in tempo per non assistere agli orrori del Sacco di Roma, scatenato nel 1527 dalle orde spagnole e tedesche (i lanzichenecchi) che hanno assaltato la città e costretto il papa a rinchiudersi nella fortezza di Castel Sant’Angelo.
Forcellino descrive l’orrore con tocchi brevi ma precisi, come pennellate. Il capitolo sul saccheggio e le violenze è una meraviglia, in una trilogia di meraviglie e di uomini e donne meravigliose.
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