I russi sono matti
- Autore: Paolo Nori
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: UTET
- Anno di pubblicazione: 2019
Ero alla ricerca di un saggio sulla letteratura russa quando mi sono imbattuta, quasi per caso a dir la verità, ne I russi sono matti di Paolo Nori, edita UTET (2019). Come sempre pensavo fosse un saggio classico, di quelli ampi, con molte note e rimandi ad altri volumi piuttosto ingombranti che approfondiscono questa o quella tematica, e invece... e invece Nori è diventato un amico estremamente colto circa la letteratura russa.
Ma partiamo dal principio. Innanzitutto va detto che la letteratura russa è un mondo quasi infinito dove si potrebbe parlare di ogni tematica per giorni interi collegando autori diversi e in molti casi lontani anche diversi decenni tra loro; quindi quando si inizia a pensare di leggere un saggio va innanzitutto compreso sia il periodo che viene preso in esame (in questo caso tra 1820-1991) sia quali autori sono effettivamente presenti nel testo. Va quindi sottolineato che non vengono qui presi in esame tutti i principali autori e neppure le opere più conosciute che sentiamo ripetere ogni volta che qualcuno ha voglia di blaterare sugli zar e sulla strana ironia dei russi.
Quindi Nori nel suo saggio I russi sono matti segue una scaletta libera di tematiche da trattare che di ortodosso, o per meglio dire prevedibile, non han molto.
Al di là della tematica, anche l’esposizione è particolare: il linguaggio è semplice, ma nasconde un ragionamento colto più profondo che collega sia le impressioni dell’autore, noto profondo conoscitore e studioso della materia, sia i diversi autori citati. I capitoli sono brevi, brevissimi, per la maggior parte non superano la pagina, tuttavia permettono di comprendere senza alcuna difficoltà l’idea che si trova alla base.
Detto questo un personale consiglio: prima di approcciarsi alla lettura di questo saggio, date tutte le peculiarità di cui ho già scritto sopra, ritengo sia utile avere una infarinatura, per quanto non necessariamente ampia o scolastica, della letteratura russa; non penso che questo possa essere un saggio adatto a chi vuol capire qualcosa in più sulla letteratura russa prima di approcciarsi effettivamente alla lettura dei romanzi presenti.
I russi sono matti. Corso sintetico di letteratura russa 1820-1991
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Un libro perfetto per...
Agli appassionati della letteratura russa che cercano un amico con una conoscenza molto vasta del tema e al tempo stesso desiderano leggere un saggio non banale, per stile e scelte.
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: I russi sono matti
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Premetto che il titolo non mi piace e lo trovo addirittura fuorviante.
Il libro, però, è gradevole e piuttosto interessante.
Si tratta di colte divagazioni sulla letteratura russa, di cui evidentemente Nori è cultore.
Grazie a questo testo ho compreso la mia scarsa sintonia con la figura di Anna Karenina. Vi ho trovato significative frasi di Tolstoij in qualche modo illuminanti : "Se qualcuno terminasse per me ’Anna Karenina’ ! Mi è insopportabilmente odiosa" ; "Adesso riprendo la la noiosa, la triviale ’Anna Karenina’ , e prego Iddio soltanto che mi dia la forza per togliermela di torno quanto prima".
Molto belli i riferimenti a Brodskij : secondo Dovlatov, egli "viveva nel monastero del proprio spirito. Non si opponeva al regime. Non lo considerava". Che eleganza!
E, quando venne arrestato, "alla domanda del pubblico ministero su come sia possibile essere un poeta senza essere iscritto all’Unione degli scrittori, Brodskij risponde : ’Forse è un dono divino’ ". Sublime!
In fatto di letteratura, poi, tra etica ed estetica, propone di puntare sull’estetica, perché "l’etica può essere simulata, (...) l’estetica no" . Quale finezza d’intuito!