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Recensioni di libri

I diavoli di Loudun di Aldous Huxley

Conformemente alle credenze dell’epoca, non c’è alcun dubbio, le Orsoline sono d’un tratto possedute. Esorcisti da ogni angolo della Francia accorrono in soccorso della pie donne...

Tessa Bernardi
Tessa Bernardi Pubblicato il 10-04-2014

5

I diavoli di Loudun

I diavoli di Loudun

  • Autore: Aldous Huxley
  • Categoria: Narrativa Straniera

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Francia, XVII secolo. Urbain Grandier, prete dissoluto capace di grandi conquiste, raggiunge Loudun e vi si insedia facendo strage di cuori e guadagnandosi l’invidia dei potenti - padri e mariti - del posto.

La prima parte del romanzo di Huxley, scrittore inglese celebre per Il mondo nuovo e Giallo Cromo, ricorda molto i romanzi ottocenteschi che seguivano le mosse delle figure ecclesiastiche locali - tra tutti Il rosso e il nero di Stendhal, con cui condivide anche l’ambientazione francese. Capitolo dopo capitolo, però, la narrazione si sposta da Grandier all’idea che di lui si è fatta una suora, Jeanne des Anges, priora di un convento di Orsoline. Giovane e malvagia, la priora si infatua della fama del prete licenzioso e gli offre il posto di direttore spirituale del convento. Il rifiuto di Grandier apre le porte ai "diavoli" del titolo: suor Jeanne si infuria e cade vittima di un’isteria furiosa che poco a poco infetta ognuna delle sue consorelle. Conformemente alle credenze dell’epoca, non c’è alcun dubbio, le Orsoline sono d’un tratto possedute: imprecano, bestemmiano, si lasciano andare a contorsionismi e atti licenziosi. Esorcisti da ogni angolo della Francia accorrono in soccorso della pie donne, un po’ per pubblicizzare lo spettacolo offerto ai fanatici, un po’ per gettare fango su Grandier, prontamente accusato di stregoneria. Tra di loro, l’unico realmente interessato all’anima di suor Jeanne è il gesuita Surin, uomo fin troppo devoto che dedicherà tutta la sua vita alla cura spirituale della priora. E poi c’è il famoso cardinale Richelieu, che ha i suoi buoni motivi per odiare Grandier e approfittare della presunta possessione demoniaca per espandere i confini del proprio potere.

"Debitamente costretto, il Diavolo è obbligato a dire la verità". Data questa premessa maggiore, non c’era letteralmente nulla che non se ne potesse dedurre.

I diavoli di Loudun è un testo molto particolare, strutturato in livelli narrativi che si intrecciano a dar forma ora a un semplice romanzo storico, ora a un saggio, ora a una satira pungente portata avanti dal narratore, ora all’analisi di un periodo storico distante che per molti versi è tuttavia identico all’attualità. Prendendo spunto dagli snodi della trama principale, Huxley offre numerose dissertazioni sulla religione e la sua evoluzione nel corso della storia, sulla civiltà, sul potere del linguaggio e sulla psicanalisi. La possessione demoniaca di Loudun, trasposta ai tempi moderni, diventa un caso di isteria collettiva debitamente orchestrata dai poteri forti: nel diciassettesimo secolo la Chiesa, nel ventesimo gli Stati o le dittature.

"Dove due o tre persone sono riunite nel mio nome, là sono in mezzo a loro." In mezzo a due o trecento, la presenza divina diventa più problematica. E quando i numeri raggiungono le migliaia o le decine di migliaia, le probabilità che Dio sia là, nella coscienza di ciascun individuo, crolla praticamente fino a zero. [...] non soltanto viene a mancare la divinità ma perfino la stessa, più elementare umanità.

I diavoli di Loudun. Fanatismo, superstizione, intrighi politici nella vicenda delle monache stregate e ossesse

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: I diavoli di Loudun

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