I Janeites
- Autore: Rudyard Kipling
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Elliot
- Anno di pubblicazione: 2017
Che cosa hanno in comune Jane Austen, la signorina dei matrimoni combinati, e Rudyard Kipling, il signorotto della letteratura coloniale, se non la loro superba anglicità che fa loro credere di essere superiori agli altri?
Kipling era un fan di Jane Austen e nel 1917, attendendo notizie del figlio in guerra, leggeva di sera ad alta voce i romanzi della scrittrice morta da un secolo esatto, nella celebre edizione del Pavone del 1894.
Da questa passione nasce il racconto The Janeites, un neologismo creato da un critico della generazione precedente, ma reso noto da Kipling, che indicava i fanatici di zia Jane che non erano solamente donne; intraducibile il termine in italiano senza perdere il significato originale. Il racconto dell’autore britannico narra di uomini rudi e virili e il loro strano club nel contesto delle trincee della Prima Guerra mondiale. La benemerita Elliot ha pubblicato questo gioiellino nella collana Lampi, con la traduzione di Giuseppe Ierolli.
La trama è semplice: siamo nel 1920, diversi camerieri puliscono la stanza del club e preparano la cena mentre raccontano al narratore la loro storia sotto le armi. Uno è un parrucchiere, l’altro un taxista, entrambi come soldati erano stati scartati perché con problemi fisici dalle linee nemiche e vengono ripescati alla mensa ufficiali in cui due graduati, Mosse e Raibow, parlano di una donna morta, Jane Austen, venerata come una dea (non dimentichiamo che il racconto è preceduto da un inno a Jane d’Inghilterra!) che è solo una scrittrice di romanzi d’amore. Eppure perché tanta passione? I due camerieri sono incuriositi e a poco a poco incominciano a far parte del club di Jane, a cui i due ufficiali li ammettono. Ma devono superare alcune prove.
Hommestone e Anthony, i camerieri, riescono a elaborare teorie originali sulla donna e le sue delusioni amorose, vere o presunte: è una "povera zitella di campagna" eppure perché tanta passione?
Il racconto va avanti e anche la guerra continua, tanto che i due ex soldati ribattezzano parti delle loro armi con nomi austeniani storpiati, attirandosi l’ira dei superiori che vedono insulti e non nomi di persona. Il finale del racconto (che non rivelo) è molto spiritoso perché si tenta di dare una definizione di una passione che sembra contraria alla logica. Ma non è così. La buona letteratura è oltre il genere e le classi sociali, e anche l’epoca.
Alla fine del racconto c’è una curiosa poesia, "Il matrimonio di Jane", in cui la donna, appena morta, viene assunta in cielo e in Paradiso trova i maggiori esponenti della letteratura inglese come Walter Scott e altri, e soprattutto realizza il sogno del suo matrimonio con Longbourn, uno dei suoi personaggi maschili preferiti; il degno finale di un racconto di un sorprendente autore, non così maschilista come sembra.
Ancora una volta l’omaggio verso Jane Austen è riuscito! Gloria e lode a Jane, non solo d’Inghilterra ma del mondo!
I Janeites: Il club di Jane Austen
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: I Janeites


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