Goebbels e la «guerra totale»
- Autore: Peter Longerich
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2024
Peter Longerich, dopo aver scritto una lunga biografia del ministro della Propaganda del Terzo Reich, torna in libreria raccontando uno dei discorsi più famosi del XX secolo, che vede di nuovo come protagonista Joseph Goebbels, il quale nel 1943, quando la Germania era vicinissima all’inesorabile sconfitta, chiese fedeltà ai cittadini tedeschi invitandoli a modificare interamente la loro vita per permettere alla patria di vincere la guerra. Il libro in questione è: Goebbels e la «guerra totale». Il discorso al Palazzo dello sport del 1943 (Einaudi, 2024, traduzione di Elisa Leonzio).
L’opera si apre descrivendo i presupposti che hanno portato a quella conferenza inserendo poi il testo integrale pronunciato dal braccio destro di Hitler, con una parte critica volta a smascherare le sue tecniche manipolatorie e la reazione di tutto il mondo alle parole del ministro.
La base storica data da Longerich all’inizio del libro ci serve per comprendere alcune sfumature fondamentali di quel periodo in quanto, vedendo soltanto su internet il discorso integrale di Goebbels, si rischia di derubricare quell’avvenimento a qualcosa di distopico, come qualcosa di lontano da noi, irripetibile.
La prima parte dell’opera ci permette invece di vedere tutto da un’altra prospettiva, in quanto uno dei problemi del ministro della Propaganda era l’eccessivo ottimismo dei tedeschi nei confronti della guerra che, a causa di una sicura sconfitta sul fronte orientale, avrebbe causato una grave scossa psicologica.
Quando si parla del 1943 non bisogna dimenticare come quell’anno fu fondamentale per la storia del secondo conflitto mondiale. Solo in quei dodici mesi ci fu la disfatta di Stalingrado, lo sbarco in Sicilia degli Alleati, la caduta di Mussolini in Italia e la disfatta di Tunisi.
La Germania viveva un momento di grandissima crisi e rischiava non solo di perdere la battaglia ma di essere rasa al suolo. Per questo Goebbels, in quell’anno, dopo la disfatta di Stalingrado, tenne una conferenza al Palazzo dello sport, dove portò al grande pubblico una teoria bellica disastrosa, ovvero la “guerra totale”:
“Se falliamo, noi avremmo fallito la nostra missione storica. Tutto ciò che abbiamo costruito e realizzato nel passato impallidisce di fronte a questa gigantesca impresa che affrontano direttamente l’esercito e meno direttamente il popolo tedesco.”
Longerich ci aiuta a smascherare le menzogne di Goebbels poiché, tra una parte del discorso e l’altra, l’autore inserisce un apparato critico che serve al lettore per allontanarsi dalla manipolazione del braccio destro di Hitler. Questo aspetto è importantissimo e, nonostante ci siano parti che si rigettano senza problemi in quanto tragiche e smaccatamente pericolose, alcune sfumature curate dal ministro passano inosservate, consegnando ai posteri un mondo lontano dalla realtà. Per esempio, mentre Goebbels dichiara i famosi dieci punti che sono la base della teoria della guerra totale, gli spettatori al Palazzo dello sport gridano e gioiscono a frasi del tipo:
“Voi e il popolo tedesco, volete lavorare, se il Führer lo ordina, dieci, dodici e se necessario quattordici ore al giorno e dare tutto per la vittoria?”
Quelle grida e quegli applausi sono delle menzogne, in quanto il pubblico era stato precedentemente selezionato. Quella sensazione distopica che si vive anche ottant’anni dopo è una bugia. Nonostante i tedeschi fossero dalla parte dei nazisti, non volevano la guerra totale né volevano modificare la propria vita in relazione alle esigenze belliche della loro nazione.
La fine del libro dipinge un mondo che aveva già capito la retorica nazista. Per esempio Friedrich Kellner, politico e ispettore di giustizia tedesco, già nel 1943, nel suo diario segreto, scrisse:
“Ha usato un vecchio stratagemma nazista. Creare paura è un metodo già applicato con eccellente successo prima del 1933 contro i comunisti. Ora Goebbels crede di poter affascinare non solo la Germania, ma l’intero mondo con i suoi argomenti.”
Ovviamente Kellner non fu l’unico e la maggior parte dei giornali esteri derubricarono il discorso come qualcosa di già sentito, “niente di nuovo”, “le solite parole”. Quello a cui non avevano pensato era che la guerra totale sarebbe poi stata messa in atto. La Germania mutò diventando un paese bellico, portando così alla morte migliaia di ragazzi e ragazze fino alla “sconfitta totale” del Terzo Reich. E Longerich, tramite il suo meraviglioso libro, ci permette di comprendere le varie sfaccettature di un evento storico importantissimo ma stranamente dimenticato.
Goebbels e la «guerra totale». Il discorso al Palazzo dello sport del 1943
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