Gli altri
- Autore: Georges Simenon
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Adelphi
- Anno di pubblicazione: 2023
Gli altri (Adelphi 2023, titolo originale Les autres, traduzione di Laura Frausin Guarino) di Georges Simenon (Liegi 1903 - Losanna 1989) fu terminato dal celebre autore belga nell’autunno del 1961 a Échandens, in Svizzera, e stampato l’anno seguente presso Presses de la Cité.
Inedito in Italia fino al 2021, il libro è stato incluso quell’anno in Pedigree e altri romanzi (Adelphi 2021, raccolta di dieci romanzi edita per la prima volta da Gallimard nel 2009 dal titolo Pedigree et autres romans, a cura di Jacques Dubois e Denis Benoît) e viene ora proposto per la prima volta in edizione autonoma.
Zio Antoine è morto martedì, vigilia di Ognissanti, probabilmente intorno alle undici di sera. Sempre quella notte, Colette ha tentato di buttarsi dalla finestra.
Giusto poco meno di due righe servono a Simenon per gettare con impeto e sommo interesse il lettore nel cuore di una famiglia disfunzionale magnificamente descritta in questo romanzo a sfondo psicologico. Se l’incipit è folgorante, la trama non è da meno e la struttura del testo è originale. Il romanzo è scritto in forma di diario, per rendere la situazione ancora più viva, reale e drammatica.
Piove in questa cittadina della sonnolenta provincia francese, dove solitamente non accade mai nulla di rilevante e le persone, di nascosto, alzando le tendine delle finestre, si spiano l’una con l’altra.
La famiglia Huet ha appena visto tornare in città il cugino Édouard.
Tutto questo ha creato una certa agitazione nella famiglia che ieri, al funerale, è apparsa al completo per la prima volta da anni.
Domenica 5 novembre. È domenica sera, raffiche di vento scuotono le imposte, fanno vibrare i vetri e nella grondaia che scende a un metro dalla finestra dello scrivente il diario, l’acqua scorre incessante. Nel giardino pubblico chiuso da cancellate chiamato Giardino botanico gli alberi si piegano e nei viali alcuni rami spezzati si confondono con le foglie morte. Ogni tanto sul viale passa un’auto che solleva schizzi d’acqua sporca, ma in giro non c’è un solo pedone.
Al di là del parco si può scorgere la parte superiore delle colonne e il tetto del tribunale, e più lontano, nella luce arancione che si diffonde dal centro della città, le due torri della cattedrale. Cinema e ristoranti devono essere aperti; alcune coppie sgattaiolano lungo le facciate e ombrelli che si rovesciano per via del vento. La morte dello zio Antoine ha dato la spinta risolutiva a Blaise Huet a redigere la storia della sua famiglia.
Certamente qualcuno accuserà questo “mediocre soddisfatto” di tradire la famiglia, infangare il nome degli Huet, di lavare i loro panni sporchi sulla pubblica piazza.
Non m’importa. C’è abbastanza gente che si sente in diritto di farsi i fatti miei perché abbia anch’io il diritto di farmi quelli degli altri.
Parlare degli altri per non narrare di sé, mettere nero su bianco la tragicommedia che circonda i singoli appartenenti al clan degli Huet, divisi da rancori, invidie, gelosie e sentimenti di rivalsa, che aspettano l’apertura del testamento dello zio Antoine, eminente giurista.
Una superba saga familiare, dove il dramma appare come il vero protagonista.
È automaticamente convocata tutta la famiglia Huet, quali che siano le ultime disposizioni dello zio, o vengono riuniti solo quelli a cui spetta qualcosa.
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