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Recensioni di libri

Giorni di collera e di annientamento di Francesco Permunian

Ponte alle Grazie, 2021 - Per Francesco Permunian ogni fatto della vita può essere grottesco, il suo modo di scrivere lo conferma, ma la letteratura non deve essere troppo rassicurante.

Vincenzo Mazzaccaro
Vincenzo Mazzaccaro Pubblicato il 12-10-2021
Giorni di collera e di annientamento

Giorni di collera e di annientamento

  • Autore: Francesco Permunian
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Casa editrice: Ponte alle Grazie
  • Anno di pubblicazione: 2021

Come scrive giustamente Emanuele Trevi, vincitore del premio Strega 2021 con il suo intenso romanzo breve dal titolo Due vite, in Giorni di collera e di annientamento (Ponte alle Grazie, 2021) Permunian ha realizzato un romanzo intessuto da una scrittura letteraria incessante e al potere di tramandare questa letterarietà in un contesto grottesco, spesso insopportabile, se letto prendendo per buono tutto quello che scrive.

Il Dottor Lunfardo, in arte Don Fifì, voleva fare il cantante confidenziale, essere un crooner di successo come Bing Crosby, ma avendo scritto un romanzo e aver vinto addirittura il premio Strega, ora è costretto a capire come ci si muove nell’attuale mondo letterario, avendo intuito da subito che nessun collega è contento dei successi altrui, e che se hai vinto il premio Strega, come minimo ti deve capitare qualcosa di brutto per pareggiare i conti. Le prime cinque righe del testo, tolto il corsivo iniziale, sono essenziali per capire come questo assurdo romanzo possa fare presa sul lettore:

"Se oggi mi guardo attorno, giunto alla mia non più verde età, che cosa vedo fra le mura di questo paesello di provincia? Vedo soltanto volti di uomini segnati da eccessi alcolici o maschere di donne sfigurate da stravizi alimentari e sessuali".

Mi sembra ci sia abbastanza per condannare lo scrittore di frasi politicamente scorrette. Se non fosse che le persone bevono, mangiano e copulano perché hanno paura di morire, non solo delle solite malattie, ma di questa pandemia che ancora non cessa di angosciare tutti (ebbene sì, passano i mesi ed escono libri, romanzi e saggi che parlano di questo nuovo virus, tanto o poco, ma è presente).
D’altra parte i consigli sanitari portano a un’intimità fittizia con bambole di plastica ad altezza naturale, che sono trattate come vere e proprie mogli, tanto alcuni uomini stanno perdendosi in una schizofrenia pazzoide all’ultimo stadio. E il protagonista fa un’ampia casistica di questi matrimoni legittimi, in verità iniziati prima della pandemia, perché di gente matta è pieno il mondo.

Don Fifì torna poi a parlare di cosa succede a chi vince lo Strega come lui. Iniziano a scrivere sempre più spesso nei supplementi letterari, a dire la loro opinione su tutto lo scibile umano.

Ma questo è il meno. Più avanti nel romanzo c’è una gita a Predappio, un paio di vere donne nostalgiche del Ventennio, una è il passatempo erotico del nostro protagonista che si inoltra come Dante con Virgilio nel basso e nell’alto delle nefandezze umane.
Gli esempi sono tanti ma noi ci fermiamo sulla vicina di casa di Fifì, Ausilia Intronati, che dopo aver pubblicato un libro, pagando di tasca sua, si sente vicina a Virginia Woolf, tanto che il protagonista sente il dovere, di fronte a tanta tracotanza, di sedurla subito, seduta stante.

Per Francesco Permunian ogni fatto della vita può essere grottesco, il suo modo di scrivere lo conferma, ma la letteratura non deve essere troppo rassicurante.
Ci dovrebbe fare arrabbiare un romanzo, non dovremmo fermarci al messaggio buonista dello scrittore di punta.
Giorni di collera e di annientamento è consigliato a chi teme "la voglia di tenerezza" di alcuni libri che stanno ai primi posti da molto tempo.

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Giorni di collera e di annientamento

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